Venerdì mattina. Dovrebbe piovere e invece oggi c’è proprio un bel sole.
Metto le scarpe, prendo un paio di pantaloncini e via. Vado a correre. Sto
decisamente meglio (esci mi tocco “rhi
cuglioni”), e la corsetta piano piano ritorna a essere una piacevole
routine. Sento, tranquillamente, il mio fiatone tra un passo e l’altro, l’ippodromo
è quasi deserto. Che figata. Sto bene. Benissimo. Inizio a canticchiare una
canzone senza preoccuparmi di niente. Senza badare alle persone che incrocio
durante il percorso. Poi un’altra e un’altra ancora. Fluiscono incontrastate
dalla mia mente, trasformandosi in energia. Corro e canticchio. CAZZO!!! canta che ti passa!!! È
un’espressione che ha una sua verità. Mentre arranco in cerca di un’ambulanza o
di un defibrillatore (ahahahahah!!! Scherzo, ma non troppo), penso alla musica
e soprattutto alle canzoni; alla loro capacità di evocare emozioni, trasmettere
messaggi e creare connessioni. Una storia lunga ed eterogenea che affiora fin
dai miei ricordi più lontani. In effetti, ascolto musica fin da quando sono
piccolo. Ho ancora il mangiadischi con i 45 giri dei cartoni, una marea di
musicassette, vinili e cd a smerdo; e ogni volta che ho 5 minuti al posto della
tv, io, accendo lo stereo. Rock, pop, jazz, reggae, metal, rap, cantautorale,
di protesta, dance, disco, soul, country, folk e anche la classica (tranne
quella merda di trap); ogni volta che sento una canzone ho un ricordo ben
specifico di un momento della mia vita. Gioia, tristezza e nostalgia così come
amici, familiari, ex e i più svariati personaggi, riecheggiano dopo sole poche
note di una determinata canzone. Un archivio ricco e colorato di suoni,
emozioni e pensieri. Canticchiare una canzone o ascoltarla è terapeutico.
Allevia le preoccupazioni e lo stress, ma può anche essere tremendamente triste
e dolorosa quando porta alla mente brutti e spiacevoli ricordi. Quando sei
felice ti godi la musica ma è solo quando sei triste che capisci i testi, e se
hai un ricordo o una persona dimenticata le canzoni li trovano. Cazzo sta
iniziando a piovere!!! E’ passata un’ora e non me ne sono accorto. Volata tra
stonature, pensieri distorti, gambe doloranti e tanta, tanta fatica. Poco
importa. Oggi sto bene. Benissimo (altra vigorosa toccata di coglioni). Ahahahahah!!!
- Sassari, la Torres, svegliarsi all’IsolaRrossa, fare colazione al bar, il tramonto di Marinedda, la festa della birra trinitaiese, il "Che", il Genoa, la partitella di basket, l’alcool, gli amici, le tette enormi, la libertà, la birra, la fotografia, la musica, dipingere, correre, la gnocca, viaggiare, le sbornie, la pornografia, Diego Armando Maradona, i Led Zeppelin, lo stomaco attorcigliato e il cuore che batte per qualcuna (stronza), fottersene, George Best, vivere una crisi, i CCCP, mandare tutti a fare in culo, giocare a subbuteo, leggere, odiare, i p*mpini, il cibo, Dublino, il mare, le amiche del mare, lE d****e, il calcio, le donne, Fabrizio De Andrè, fare un giro con la vespa, l’amore, il venerdì sera, il cecio del giorno dopo, i libri, i Pink Floyd, gli assilli, le occhiaie sul viso, il comunismo, essere di sinistra, le scimmie, gli Afterhours, alcuni films, la lista delle persone che mi stanno sul cazzo, la pasta al forno di nonna, Janis Joplin, le scritte sui muri, il culo di una ragazza che ho visto l’altro giorno per strada, i campari soda, la musica sassarese, ascoltare un vinile, mincionare, la figa, una bella scopata, gli spaghetti n°5 Barilla aglio olio e peperoncino, le cazzate dette al bancone dei bar, il panino gorgonzola e mortadella a metà mattina, la colazione dei campioni, raccontare storie, i panini di Renato, la sculacciata a pecorina, il poker, festeggiare almeno un mondiale, impennare, andare in libreria, i tatuaggi, pisciare in mezzo alla natura, i vecchi oggetti, stare da solo, i polizieschi italiani anni '70, cucinare per gli amici, farsi un giro in bicicletta, la liquirizia, il signor G. Mina, giocare a carte, Andy Capp, i calamari fritti, la mattonella di melanzane della L, Capitan Harlock, Enrico Berlinguer, qualche serie tv, essere un Impiccababbu, l'nduja. il Duca Bianco, Charles Baudelaire, coltivare qualcosa, Snoopy, bestemmiare, i Joy Division, il gin tonic, Heminguay, il Picoolo Bar, i films con gli squali, Tina Modotti, i pistacchi, le botte al Fight Club, Charles Bukowski, la poesia, la pennicchella ………. To be continued
martedì 4 novembre 2025
Canta che ti passa
mercoledì 29 ottobre 2025
Mare Mare Mare (parte 2/2)
Da sempre uno degli aspetti fondamentali del mio benessere psicofisico è
stato fare attività sportiva. Tuttavia da quando ho ridotto la mia frequenza in
palestra (vertigini e braccio congelato di merda, vaffanculo) e mi limito
solamente a qualche corsetta pomeridiana all’ippodromo, ho notato un aumento
significativo della mia necessità di scrivere. La scrittura è diventata una
valvola di sfogo. Un veicolo sostitutivo al tirare cazzotti al sacco. Insomma
da quando la stanchezza fisica non rilassa del tutto corpo e mente, il mio cervello
è più attivo (lo era anche prima). Comunque scrivere è diventata un’attività
sportiva surrogata per canalizzare energie e sfogarmi un po’. Detto questo, ho
pensato di scrivere un post. Non sulla mancanza di endorfine, ma bensì, sui
romanzi marinareschi. E CHE CAZZO!!! ANCORA!!! Direte voi!!! Io ci provo. Ormai
ho pensato a questa cosa e vediamo come va a finire. Il mare essendo stato da
sempre fonte d’ispirazione per gli scrittori, magari anche nel mio caso, potrà evocare
qualche emozione e riflessione; vista la sua capacità di libertà, avventura e
scoperta. Stilare una classifica della letteratura di mare sarebbe impossibile
e opinabile. Scriverò, quindi, una sorta d’indicazioni e suggerimenti alla
lettura, parlando solo ed esclusivamente dei libri da me letti (qualcuno lo
dimenticherò per forza). Per chi ama il mare, la letteratura, le avventure
mozzafiato, le esplorazioni, le navigazioni e tutto ciò che è acquatico.
“De gustibus non disputandum est”.
“De gustibus non disputandum est”.
Partire dalla Sardegna per realizzare il grande sogno. Un giro del mondo alle latitudini dei tre capi più famosi: Buona Speranza, Leeuwin e Horn. Padre e figlio in viaggio dove gli oceani non conoscono ostacoli e le depressioni spaventano chiunque. Un modo per mettere alla prova le proprie capacità, la propria resistenza e la propria passione. E’ il racconto di una sfida durata ben 213 giorni, prima di infrangersi e spezzarsi contro una gigantesca onda nel Pacifico Meridionale.
“Il Mediterraneo in barca” e “Ai margini dei meridiani”
“Le acque del nord”
Essendo l’ultimo letto ve ne ho parlato da pochissimo. Basta tornare indietro di pochi post. Comunque questo è un romanzo d’avventura e sopravvivenza, scatenato, nerissimo e inarrestabile come la vendetta. Grazie alla sapiente narrazione di Ian McGuire non riuscivo a smettere di leggerlo. Inquietante a tratti ma anche affascinante, Non avrei mai immaginato che l’inferno potesse avere i colore bianco del ghiaccio artico.
“Nel Blu”
L’autobiografia di un esperto navigatore che racconta il suo amore per il mare, le sue emozioni e sensazioni. “Nel Blu” di Giovanni Soldini, ormai può essere annoverato tra i classici della letteratura marinaresca. Affrontare fatiche, onde gigantesche, mille disagi ma anche soddisfazioni e gioie della vita in barca. Un autentico diario di bordo di una di vita affascinante e spesso silenziosa, all’insegna della libertà.
“Il libro del mare”
di Morten Stroksnes. Sottotitolo: “o come andare a pesca di uno squalo gigante con un piccolo gommone sul vasto mare”. Questa è la vera storia di due amici che partono alla caccia di un temuto abitante dei fiordi nelle isole Lofoten. Il grande squalo della Groenlandia, un predatore ancestrale, nonché il vertebrato più longevo del pianeta. Non solo pesca estema, in questo strabiliante diario c’è molto di più. Minchia che libro!!!
“La musica del mare”
E’ molto strano però questo è l’unico libro che non mi ha preso per niente. L’autore Roberto Soldatini, non è riuscito a trasmettermi niente. La storia poteva anche essere interessante; un direttore d’orchestra che issa un pianoforte a prua e parte per la Grecia in solitario. Ma, perché c’è sempre un ma. Niente avventura e niente lasciato al caso. Ormeggi sicuri e porto col brutto tempo. Sono arrivato alla fine sperando che affondasse. Peccato non è successo. Noiosissimo.
martedì 28 ottobre 2025
Mare Mare Mare (parte 1/2)
Da sempre uno degli aspetti fondamentali del mio benessere psicofisico è
stato fare attività sportiva. Tuttavia da quando ho ridotto la mia frequenza in
palestra (vertigini e braccio congelato di merda, vaffanculo) e mi limito
solamente a qualche corsetta pomeridiana all’ippodromo, ho notato un aumento
significativo della mia necessità di scrivere. La scrittura è diventata una
valvola di sfogo. Un veicolo sostitutivo al tirare cazzotti al sacco. Insomma
da quando la stanchezza fisica non rilassa del tutto corpo e mente, il mio cervello
è più attivo (lo era anche prima). Comunque scrivere è diventata un’attività
sportiva surrogata per canalizzare energie e sfogarmi un po’. Detto questo, ho
pensato di scrivere un post. Non sulla mancanza di endorfine, ma bensì, sui
romanzi marinareschi. E CHE CAZZO!!! ANCORA!!! Direte voi!!! Io ci provo. Ormai
ho pensato a questa cosa e vediamo come va a finire. Il mare essendo stato da
sempre fonte d’ispirazione per gli scrittori, magari anche nel mio caso, potrà evocare
qualche emozione e riflessione; vista la sua capacità di libertà, avventura e
scoperta. Stilare una classifica della letteratura di mare sarebbe impossibile
e opinabile. Scriverò, quindi, una sorta d’indicazioni e suggerimenti alla
lettura, parlando solo ed esclusivamente dei libri da me letti (qualcuno lo
dimenticherò per forza). Per chi ama il mare, la letteratura, le avventure
mozzafiato, le esplorazioni, le navigazioni e tutto ciò che è acquatico.
“De gustibus non disputandum est”.
“De gustibus non disputandum est”.
Indubbiamente il mio preferito. Hemminguay, famoso per il suo stile asciutto e diretto, con frasi brevi e ritmo serrato nel 1952 pubblica questo fantastico romanzo, in cui racconta l’epica lotta tra un vecchio pescatore cubano (Santiago) contro un enorme pesce Marlin. Perseveranza, coraggio, dignità umana, rispetto per la natura, per la sua bellezza e la sua crudeltà, sono lo scenario di questo meraviglioso romanzo. Lo amo.
“20000 leghe sotto i mari”
Assolutamente senza tempo. Nel 1869 Jules Verne non avrebbe mai pensato che il suo romanzo sarebbe diventato un classico della letteratura marinaresca e fantastica. Così come il professor Pierre Aronnax (protagonista del romanzo) non avrebbe mai pensato che il mostro marino a cui dava la caccia fosse in realtà un avveniristico sommergibile con cui avrà modo di esplorare per 20000 leghe (80000 km) fondali marini misteriosi e unici. Strepitoso.
“Moby Dick”
Quando nel 1851 Herman Melville pubblicò "Moby Dick” fu un incredibile flop. Solo dopo la sua morte dell’autore venne riscoperto e osannato dal pubblico. Ogni lupo di mare deve prima o poi cimentarsi in questa lettura. Un romanzo meraviglioso e intenso, per certi versi simile al moto onduoso, con pagine e pagine di calma piatta e altre concitate e cruente, integrate a lunghe descrizioni e introspezioni psicologiche. Unico.
“Il cerchio celtico” e “La vera storia del pirata Long Jhon Silver”
“Solo intorno al Mondo”
Un uomo solitario, circondato solo dall’immensità del mondo e dal vasto oceano, nel 1895, si prepara a compiere un’impresa epica. Questa è l’affascinante storia di Joshua Slocum, un leggendario velista. Oltre tre lunghi anni trascorsi in mare, sperimentando la solitudine dell’oceano e la compagnia delle numerose culture incontrate. Un libro intramontabile scritto con la forza dei venti salmastri e delle onde oceaniche, grazie a un coraggio senza pari.
“Capitani coraggiosi”
I capitani coraggiosi sono, per Rudyard Kipling, i marinai dei pescherecci impegnati nelle stagioni di pesca tra i ghiacci dell’Islanda e i banchi di Terranova, nel tempestoso Atlantico del Nord. E’ gente abituata a una vita aspra, una fatica durissima e un’esistenza rude. Un fantastico romanzo di formazione (si dice così) che mostra come un giovane possa crescere e maturare attraverso le esperienze e le sfide.
continua .....
giovedì 23 ottobre 2025
Autunno
Autunno: sostantivo maschile [au/tun/no]
Terza stagione dell’anno compresa, nell’emisfero boreale tra il 23 settembre e il 22 dicembre e in quello australe tra il 21 marzo e il 21 giugno. Ma ha anche un significato figurato, riferendosi al periodo della maturità che precede la vecchiaia o la fine di qualcosa . Deriva dal latino “Autumnus” che significa “ricco di frutti”.
Finalmente la mia stagione preferita. Bei colori, ottimo tempo (almeno
qui sull’isola), vendemmie e fantastici prodotti. Amo il nuovo miele, ma anche il
melograno, le castagne, i cavoli, la frutta col cuscio, i frutti di bosco, i funghi,
le pere, i cachi, le patate novelle, le mele e ovviamete la zucca. Amo i risotti. Amo prepararli. Scelta del
riso, soffritto, tostatura, cottura lenta con l’aggiunta graduale del brodo,
mantecatura; senza dubbio un’arte di fine fattura. Eccovi la mia personalissima
ricetta per un prefetto risotto con la zucca e qualche azzardata aggiuntina. E’
molto semplice ma ci vuole tempo. Per prima cosa prendete la zucca, eliminate
buccia e semi, tagliatela a tocchetti e fate bollire in abbondante acqua. Non
ci sono tempi di cottura, quando inizia a sfaldarsi mettetela in un mixer e
dateci dentro fino a ottenere una bella crema. Non buttate l’acqua di
bollitura. No. No. No. Avete capito? No. Pentola o tegame decidete voi. Olio, cipolla tritata e vai di soffritto. A cipolla inbiondita aggiungete il riso
(carnaroli) e fate tostare per qualche minuto. Vi ricordate l’acqua da non
buttare? Beh dopo averci aggiunto sedano, carota e cipolla (va bene anche un
dado da cucina) e averla portata a ebollizione, iniziate a irrorare un po’ alla
volta il risotto. Trascorso qualche minuto aggiungete la cremina di zucca e
continuate col brodo, sempre un po’ alla volta, fino a cottura ultimata. Io
sono scemo e in questa fase ci parlo, lo coccolo, lo giro di continuo. Lo
corteggio!!! Ahahahahaha!!! Ok, ora è pronto. Spegnete e spostatelo dal fuoco.
Mantecate. Al posto del burro ho messo una noce di gorgonzola e giusto un
pugnetto di parmigiano. Ora arriva il genio, ho aggiunto del prosciutto crudo
croccante tritato grossolanamente (togliete il grasso e mettete le fette al
forno a 160° per 13/15 minuti. Usciranno croccantissime) e amaretti sbriciolati
(decidete voi la quantità). Non vi resta che gustarlo. Vi consiglio di prepararlo
nelle giornate uggiose e fredde. Io ho fatto la cazzata di cucinarlo qualche
giorno fa. Ma c’è ancora caldo e l’ho ruttato per tutta la corsetta
all’ippodromo.
Terza stagione dell’anno compresa, nell’emisfero boreale tra il 23 settembre e il 22 dicembre e in quello australe tra il 21 marzo e il 21 giugno. Ma ha anche un significato figurato, riferendosi al periodo della maturità che precede la vecchiaia o la fine di qualcosa . Deriva dal latino “Autumnus” che significa “ricco di frutti”.
venerdì 17 ottobre 2025
North
“Un libro dev’essere un’ascia per
il mare ghiacciato che è dentro di noi”
1859, un uomo in fuga dai suoi fantasmi s’imbarca su una baleniera
diretta verso il grande Nord. Senza immaginare che l’inferno può essere freddo
e bianco come il ghiaccio artico. Quell’uomo è Patrick Summer, fa il medico di
bordo, ed è uno dei personaggi principali de “Le acque del Nord”, thriller
storico appena finito di leggere. Un romanzo di avventura, e sopravvivenza a
tratti inquietante che non si riesce a smettere di leggere (peccato sia
finito). La storia segue il viaggio della nave “Volunter” verso le acque del
Nord in cerca di balene. Fino all’ultima pagina sono rimasto incollato per
scoprire che fine avrebbe fatto questo sgangherato e dannato equipaggio,
colpito da disavventure e da una serie di brutali omicidi. In questa spirale di
violenza e orrore, descritta magistralmemte da una scrittura solida e capace di
tensione; Ian McGuire ci accompagna nel cinico realismo della caccia alle
balene. Come un pugno nello stomaco, questa vicenda violenta e brutale, esplora
temi come la cattiveria umana (a tratti quasi demoniaca), la sopravvivenza e la
redenzione. Una vicenda piena di personaggi perduti e complessi, ognuno con i
propri conflitti e avvolti in un’atmosfera cupa e claustrofobica, in cui
ciascuno dovrà guardare il passato e sfidare nuovamente l’orrore del presente.
Insomma in queste pagine c’è tutto quello che stavo cercando in un romanzo: un
viaggio epico (tra Canada e Groenlandia), avventura, emozione e suspense. Si intuisce
sin da subito che qualcosa potrà andare storto, ma non fino a questo punto. Leggere
per credere.
Spoiler: l’assassino è il maggiordomo col candelabro nello studio. Ahahahahah!!!
Franz Kafka
Spoiler: l’assassino è il maggiordomo col candelabro nello studio. Ahahahahah!!!
giovedì 9 ottobre 2025
#iosonopalestina - Le parole di Enrico Berlinguer
Discorso di Enrico Berlinguer tenuto dal palco della Festa dell’Unità di Tirrenia (Pisa), il 19 settembre 1982.
Avete sentito nei resoconti di questi giorni delle fucilazioni di massa,
delle famiglie intere sgozzate, di malatti, medici, infermieri, strappati agli
ospedali e uccisi. Dei bulldozer e delle mine che fanno saltare le case per
impedire il calcolo dei morti. Sia ben chiaro che compiendo questa denuncia noi
restiamo risolutamente ostili
all’antisemitismo. Perchè contrari a ogni forma di odio razziale a cominciare
naturalmente da quello da cui sono pervasi gli attuali governanti d’israele. E
anche in questa occasione vogliamo esprimere la nostra solidarietà e
ammirazione sia al partito comunista d’israele e a tutti quegli ebrei che
dentro e fuori lo stato d’israele si sono opposti e hanno condannato la
condotta dei governanti di quel paese. Ma dovrebbe esser ormai evidente a tutte
le persone di buona fede che un governo, come quello di begin e di sharon, che
si comporta in questo modo, che cerca di annientare un intero popolo, che
occupa militarmente un altro paese, non agisce ceerto per garantire la propria
sicurezza. Ma agisce per impedire che un altro popolo, quello Palestinese,
abbia anch’esso un suo territorio e uno stato col quale convivere
pacificamente. E agisce secondo un disegno di espansione e di dominio da
imporre nella zona più ampia possibile del Medio Oriente. Bisogna domandarsi
come si sia potuto arrivare a tante atrocità e tanta tracotanza bellicista. Troppo
lunga sarebbe l’analisi di tutte le responsabilità dirette e indirette. Di
quelle di coloro che hanno sostenuto l’impresa israeliana, di coloro che non
hanno fatto niente per impedirla e fermarla e di coloro che non hanno fatto
abbastanza. Sta di fatto che due cose sostanzialmente emergono: 1) israele si è
valsa dell’appoggio pieno degli stati uniti, senza il quale non avrebbe potuto
agire come ha agito. Ora anche Reagan esprime indignazione e disgusto. Ma il
governo degli stati uniti quante volte ha avuto e non ha utilizzato la
possibilità di agire verso israele in modo tale da impedirgli di giungere al
punto in cui è giunta oggi? Perché ha posto il veto alle proposte di sanzioni
dell’ONU? Perché non ha bloccato l’invio di aiuti economici e di pezzi di
ricambio agli armamenti forniti dagli stati uniti a israele? 2) La comunità
internazionale nelle sue varie espressioni (di organizzazioni, d’istituzioni
mondiali, statali e anche popolari) non ha fatto niente di sostanzialmente
incisivo per fermare l’aggressione e il massacro. (…..) Ma ora è chiaro che le
parole, anche di condanna più dura non bastano più. Ne basta l’invito a israele
votato questa volta all’unanimità dal Consiglio di Sicurezza
dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, perché ritiri le forze armate da
Beirut ovest, ne può bastare l’invito di osservatori dell’ONU. Ci vuole,
abbiamo detto ieri nel comunicato della segreteria del nostro partito, un
ultimatum che costringa israele con il ricorso alle misure più energiche a
cessare il massacro, l’aggressione e l’occupazione. E riaffermiamo anche la
richiesta che il governo italiano interrompa le relazioni diplomatiche con lo
stato d’israele. Noi pensiamo, ce lo ricorda anche il messaggio del compagno
Arafat, che sono in gioco anche l’onore a la parola dell’Italia.
lunedì 6 ottobre 2025
#iosonopalestina - Le parole del Lider Maximo
Discorso di Fidel Castro a nome del Movimento dei “Paesi Non Allineati”
tenuto all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite dell’ONU, il 12 ottobre 1979.
Egregio Signor Presidente. Egregi rappresentanti della comunità mondiale.
Non sono venuto a parlare di Cuba. Non vengo a rappresentare in seno a questa assemblea la denuncia delle aggressioni di cui è stato vittima il nostro piccolo ma degno paese per ben 20 anni. Non vengo nemmeno a ferire con aggettivi non necessari il vicino potente nella sua propria casa. La VI conferenza dei Capi di Stato e di Governo dei “Paesi Non Allineati” ci ha incaricato di presentare presso la Nazioni Unite l’esito delle sue deliberazioni e gli atteggiamenti che ne derivano. Siamo in 95 i paesi di tutti i continenti, che rappresentiamo la stragrande maggioranza dell’umanità. Siamo uniti dalla determinazione di difendere la collaborazione tra i nostri paesi, il libero sviluppo nazionale e sociale, la sovranità, la sicurezza, l’uguaglianza e l’autodeterminazione. Siamo uniti nell’impegno di cambiare l’attuale sistema di relazioni internazionali, basato sull’ingiustizia, la disuguaglianza e l’oppressione. In politica internazionale, siamo un fattore globale autonomo. (…..) Noi, i Paesi Non Allineati, ribadiamo la necessità d’eliminare l’enorme disuguaglianza tra i paesi sviluppati e i paesi in via di sviluppo. Perciò lottiamo per debellare la povertà, la malattia e l’analfabetismo di cui soffrono ancora centinaia di milioni di esseri umani. Aspiriamo a un nuovo ordine mondiale basato sulla giustizia, l’equità e la pace, che sostituisca il sistema ingiusto e diseguale che prevale oggi, nel quale, secondo quanto si proclamò nella dichiarazione dell’Avana, “la ricchezza è ancora centrata tra le mani di alcune potenze le cui economie, fondate sullo spreco, si mantengono grazie allo sfruttamento dei lavoratori e al trasferimento e il saccheggio delle risorse naturali e altre risorse dei popoli dell’Africa, dell’America Latina ,dell’Asia e di altre regioni del mondo”. Tra gli argomenti da dibattere in questo periodo di sessione all’Assemblea Generale la pace è al primo posto delle nostre preoccupazioni. La ricerca della pace è anche un’aspirazione del movimento dei Paesi Non Allineati, ciò che è stato esaminato nella VI conferenza. Tuttavia la pace, per i nostri paesi è indivisibile. Vogliamo una pace ugualmente vantaggiosa a tutti, vale a dire, ai grandi e ai piccoli, ai potenti e ai deboli, che abbracci tutti gli ambiti del mondo e che sopraggiunga tutti i cittadini. I Paesi Non Allineati, dalla loro fondazione, proclamano che i principi della coesistenza pacifica devono essere la pietra angolare delle relazioni internazionali, essi sono alla base del consolidamento della pace e della sicurezza internazionale, della riduzione della tensione e dell’espansione di questo processo a tutte le regioni del mondo e in tutte le relazioni, e devono essere applicati universalmente nelle relazioni tra gli stati. Ma nello stesso tempo, il VI Vertice pondera che tali principi attinenti alla coesistenza pacifica contengono anche il diritto dei popoli sottomessi alla dominazione straniera e coloniale all’autodeterminazione, all’indipendenza, alla sovranità, all’integrità territoriale degli Stati, al diritto di ogni paese a metter fine all’occupazione straniera, all’acquisizione dei territori con la forza e a scegliere il loro sistema sociale, politico ed economico. Solo così la coesistenza pacifica potrà essere alla base di tutte le relazioni internazionali. Non ci si può negare che esaminando la struttura del mondo contemporaneo si costata che tali diritti dei nostri popoli non sono ancora garantiti. Noi, i Paesi Non Allineati, sappiamo quali sono i nostri nemici storici, da dove vengono le minacce e come dobbiamo combatterle. Per tale motivo abbiamo decisi all’Avana di riaffermare che: “La quintaessenza della politica di non allineamento, secondo i principi originali e fondamentali, implica la lotta contro l’imperialismo, il colonialismo, il neocolonialismo, l’apartheid, il razzismo, incluso il sionismo e qualsiasi forma d’aggressione, occupazione, dominazione, ingerenza oppure egemonie straniere, nonché la lotta contro le politiche delle grandi potenze e blocchi”. Così si capisce anche che la Dichiarazione dell’Avana abbina la lotta per la pace “all’appoggio politico , morale e materiale ai movimenti di liberazione nazionale e alla realizzazione di azioni comuni per eliminare la dominazione coloniale e la discriminazione raziale” (…..)
Signor Presidente.
La questione del Medio Oriente è, senz’altro, una delle situazioni più allarmanti nell’epoca contemporanea. Il VI Vertice l’esamina nei suoi due volti. Da una parte, la conferenza riafferma che la determinazione d’israele di continuare la sua politica di aggressione, espansionismo e insediamento coloniale nei territori coloniali, con l’appoggio degli stati uniti, è una grave minaccia alla pace e alla sicurezza mondiali. Ugualmente, la conferenza esamina dal punto di vista dei diritti dei paesi arabi e della questione palestinese. Per Noi, i Paesi Non Allineati, la questione palestinese è il nocciolo del problema del Medio Oriente, cioè, fa parte del tutto quindi è impossibile risolverla separatamente. La base della pace nella regione comincia con il ritiro complessivo e incondizionato di israele dai territori arabi occupati e presuppone per il popolo palestinese la restituzione di tutti i territori occupati e il recupero dei suoi diritti nazionali inalienabili, incluso il diritto al rientro nella sua patria, all’autodeterminazione e allo stabilimento di uno Stato indipendente nella Palestina, nei limiti della Risoluzione 3236 dell’Assemblea Generale. Quanto sopra indica l’illegalità e la nullità delle misure adottate da israele nei Territori Palestinesi e arabi occupati, nonché lo stabilimento delle colonie o insediamenti nei Territori Palestinesi e arabi, il cui smantellamento immediato è un’esigenza per trovare una soluzione al problema. Come dissi nel mio discorso al VI Vertice:“ … non siamo dei fanatici. Il movimento rivoluzionario si è formato nell’odio alla discriminazione razziale e ai programmi di qualsiasi tipo, dal più profondo delle nostre anime, rifiutiamo con tutte le nostre forze la spietata persecuzione e il genocidio scatenato dal razzismo contro il popolo ebraico. Tuttavia non c’è niente di più simile nella nostra storia contemporanea che lo sgombero, la persecuzione e il genocidio che portano avanti oggi l’imperialismo e il sionismo contro il popolo palestinese. Privati delle loro terre, cacciati dalla loro patria, dispersi per il mondo, perseguitati e assassinati, gli eroici palestinesi sono un esempio impressionante d’abnegazione e patriottismo, e sono il simbolo vivente del crimine più grande della nostra epoca” ( …..)
Non sono venuto a parlare di Cuba. Non vengo a rappresentare in seno a questa assemblea la denuncia delle aggressioni di cui è stato vittima il nostro piccolo ma degno paese per ben 20 anni. Non vengo nemmeno a ferire con aggettivi non necessari il vicino potente nella sua propria casa. La VI conferenza dei Capi di Stato e di Governo dei “Paesi Non Allineati” ci ha incaricato di presentare presso la Nazioni Unite l’esito delle sue deliberazioni e gli atteggiamenti che ne derivano. Siamo in 95 i paesi di tutti i continenti, che rappresentiamo la stragrande maggioranza dell’umanità. Siamo uniti dalla determinazione di difendere la collaborazione tra i nostri paesi, il libero sviluppo nazionale e sociale, la sovranità, la sicurezza, l’uguaglianza e l’autodeterminazione. Siamo uniti nell’impegno di cambiare l’attuale sistema di relazioni internazionali, basato sull’ingiustizia, la disuguaglianza e l’oppressione. In politica internazionale, siamo un fattore globale autonomo. (…..) Noi, i Paesi Non Allineati, ribadiamo la necessità d’eliminare l’enorme disuguaglianza tra i paesi sviluppati e i paesi in via di sviluppo. Perciò lottiamo per debellare la povertà, la malattia e l’analfabetismo di cui soffrono ancora centinaia di milioni di esseri umani. Aspiriamo a un nuovo ordine mondiale basato sulla giustizia, l’equità e la pace, che sostituisca il sistema ingiusto e diseguale che prevale oggi, nel quale, secondo quanto si proclamò nella dichiarazione dell’Avana, “la ricchezza è ancora centrata tra le mani di alcune potenze le cui economie, fondate sullo spreco, si mantengono grazie allo sfruttamento dei lavoratori e al trasferimento e il saccheggio delle risorse naturali e altre risorse dei popoli dell’Africa, dell’America Latina ,dell’Asia e di altre regioni del mondo”. Tra gli argomenti da dibattere in questo periodo di sessione all’Assemblea Generale la pace è al primo posto delle nostre preoccupazioni. La ricerca della pace è anche un’aspirazione del movimento dei Paesi Non Allineati, ciò che è stato esaminato nella VI conferenza. Tuttavia la pace, per i nostri paesi è indivisibile. Vogliamo una pace ugualmente vantaggiosa a tutti, vale a dire, ai grandi e ai piccoli, ai potenti e ai deboli, che abbracci tutti gli ambiti del mondo e che sopraggiunga tutti i cittadini. I Paesi Non Allineati, dalla loro fondazione, proclamano che i principi della coesistenza pacifica devono essere la pietra angolare delle relazioni internazionali, essi sono alla base del consolidamento della pace e della sicurezza internazionale, della riduzione della tensione e dell’espansione di questo processo a tutte le regioni del mondo e in tutte le relazioni, e devono essere applicati universalmente nelle relazioni tra gli stati. Ma nello stesso tempo, il VI Vertice pondera che tali principi attinenti alla coesistenza pacifica contengono anche il diritto dei popoli sottomessi alla dominazione straniera e coloniale all’autodeterminazione, all’indipendenza, alla sovranità, all’integrità territoriale degli Stati, al diritto di ogni paese a metter fine all’occupazione straniera, all’acquisizione dei territori con la forza e a scegliere il loro sistema sociale, politico ed economico. Solo così la coesistenza pacifica potrà essere alla base di tutte le relazioni internazionali. Non ci si può negare che esaminando la struttura del mondo contemporaneo si costata che tali diritti dei nostri popoli non sono ancora garantiti. Noi, i Paesi Non Allineati, sappiamo quali sono i nostri nemici storici, da dove vengono le minacce e come dobbiamo combatterle. Per tale motivo abbiamo decisi all’Avana di riaffermare che: “La quintaessenza della politica di non allineamento, secondo i principi originali e fondamentali, implica la lotta contro l’imperialismo, il colonialismo, il neocolonialismo, l’apartheid, il razzismo, incluso il sionismo e qualsiasi forma d’aggressione, occupazione, dominazione, ingerenza oppure egemonie straniere, nonché la lotta contro le politiche delle grandi potenze e blocchi”. Così si capisce anche che la Dichiarazione dell’Avana abbina la lotta per la pace “all’appoggio politico , morale e materiale ai movimenti di liberazione nazionale e alla realizzazione di azioni comuni per eliminare la dominazione coloniale e la discriminazione raziale” (…..)
Signor Presidente.
La questione del Medio Oriente è, senz’altro, una delle situazioni più allarmanti nell’epoca contemporanea. Il VI Vertice l’esamina nei suoi due volti. Da una parte, la conferenza riafferma che la determinazione d’israele di continuare la sua politica di aggressione, espansionismo e insediamento coloniale nei territori coloniali, con l’appoggio degli stati uniti, è una grave minaccia alla pace e alla sicurezza mondiali. Ugualmente, la conferenza esamina dal punto di vista dei diritti dei paesi arabi e della questione palestinese. Per Noi, i Paesi Non Allineati, la questione palestinese è il nocciolo del problema del Medio Oriente, cioè, fa parte del tutto quindi è impossibile risolverla separatamente. La base della pace nella regione comincia con il ritiro complessivo e incondizionato di israele dai territori arabi occupati e presuppone per il popolo palestinese la restituzione di tutti i territori occupati e il recupero dei suoi diritti nazionali inalienabili, incluso il diritto al rientro nella sua patria, all’autodeterminazione e allo stabilimento di uno Stato indipendente nella Palestina, nei limiti della Risoluzione 3236 dell’Assemblea Generale. Quanto sopra indica l’illegalità e la nullità delle misure adottate da israele nei Territori Palestinesi e arabi occupati, nonché lo stabilimento delle colonie o insediamenti nei Territori Palestinesi e arabi, il cui smantellamento immediato è un’esigenza per trovare una soluzione al problema. Come dissi nel mio discorso al VI Vertice:“ … non siamo dei fanatici. Il movimento rivoluzionario si è formato nell’odio alla discriminazione razziale e ai programmi di qualsiasi tipo, dal più profondo delle nostre anime, rifiutiamo con tutte le nostre forze la spietata persecuzione e il genocidio scatenato dal razzismo contro il popolo ebraico. Tuttavia non c’è niente di più simile nella nostra storia contemporanea che lo sgombero, la persecuzione e il genocidio che portano avanti oggi l’imperialismo e il sionismo contro il popolo palestinese. Privati delle loro terre, cacciati dalla loro patria, dispersi per il mondo, perseguitati e assassinati, gli eroici palestinesi sono un esempio impressionante d’abnegazione e patriottismo, e sono il simbolo vivente del crimine più grande della nostra epoca” ( …..)
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