Da sempre uno degli aspetti fondamentali del mio benessere psicofisico è
stato fare attività sportiva. Tuttavia da quando ho ridotto la mia frequenza in
palestra (vertigini e braccio congelato di merda, vaffanculo) e mi limito
solamente a qualche corsetta pomeridiana all’ippodromo, ho notato un aumento
significativo della mia necessità di scrivere. La scrittura è diventata una
valvola di sfogo. Un veicolo sostitutivo al tirare cazzotti al sacco. Insomma
da quando la stanchezza fisica non rilassa del tutto corpo e mente, il mio cervello
è più attivo (lo era anche prima). Comunque scrivere è diventata un’attività
sportiva surrogata per canalizzare energie e sfogarmi un po’. Detto questo, ho
pensato di scrivere un post. Non sulla mancanza di endorfine, ma bensì, sui
romanzi marinareschi. E CHE CAZZO!!! ANCORA!!! Direte voi!!! Io ci provo. Ormai
ho pensato a questa cosa e vediamo come va a finire. Il mare essendo stato da
sempre fonte d’ispirazione per gli scrittori, magari anche nel mio caso, potrà evocare
qualche emozione e riflessione; vista la sua capacità di libertà, avventura e
scoperta. Stilare una classifica della letteratura di mare sarebbe impossibile
e opinabile. Scriverò, quindi, una sorta d’indicazioni e suggerimenti alla
lettura, parlando solo ed esclusivamente dei libri da me letti (qualcuno lo
dimenticherò per forza). Per chi ama il mare, la letteratura, le avventure
mozzafiato, le esplorazioni, le navigazioni e tutto ciò che è acquatico.
“De gustibus non disputandum est”.
“De gustibus non disputandum est”.
Partire dalla Sardegna per realizzare il grande sogno. Un giro del mondo alle latitudini dei tre capi più famosi: Buona Speranza, Leeuwin e Horn. Padre e figlio in viaggio dove gli oceani non conoscono ostacoli e le depressioni spaventano chiunque. Un modo per mettere alla prova le proprie capacità, la propria resistenza e la propria passione. E’ il racconto di una sfida durata ben 213 giorni, prima di infrangersi e spezzarsi contro una gigantesca onda nel Pacifico Meridionale.
“Il Mediterraneo in barca” e “Ai margini dei meridiani”
“Le acque del nord”
Essendo l’ultimo letto ve ne ho parlato da pochissimo. Basta tornare indietro di pochi post. Comunque questo è un romanzo d’avventura e sopravvivenza, scatenato, nerissimo e inarrestabile come la vendetta. Grazie alla sapiente narrazione di Ian McGuire non riuscivo a smettere di leggerlo. Inquietante a tratti ma anche affascinante, Non avrei mai immaginato che l’inferno potesse avere i colore bianco del ghiaccio artico.
“Nel Blu”
L’autobiografia di un esperto navigatore che racconta il suo amore per il mare, le sue emozioni e sensazioni. “Nel Blu” di Giovanni Soldini, ormai può essere annoverato tra i classici della letteratura marinaresca. Affrontare fatiche, onde gigantesche, mille disagi ma anche soddisfazioni e gioie della vita in barca. Un autentico diario di bordo di una di vita affascinante e spesso silenziosa, all’insegna della libertà.
“Il libro del mare”
di Morten Stroksnes. Sottotitolo: “o come andare a pesca di uno squalo gigante con un piccolo gommone sul vasto mare”. Questa è la vera storia di due amici che partono alla caccia di un temuto abitante dei fiordi nelle isole Lofoten. Il grande squalo della Groenlandia, un predatore ancestrale, nonché il vertebrato più longevo del pianeta. Non solo pesca estema, in questo strabiliante diario c’è molto di più. Minchia che libro!!!
“La musica del mare”
E’ molto strano però questo è l’unico libro che non mi ha preso per niente. L’autore Roberto Soldatini, non è riuscito a trasmettermi niente. La storia poteva anche essere interessante; un direttore d’orchestra che issa un pianoforte a prua e parte per la Grecia in solitario. Ma, perché c’è sempre un ma. Niente avventura e niente lasciato al caso. Ormeggi sicuri e porto col brutto tempo. Sono arrivato alla fine sperando che affondasse. Peccato non è successo. Noiosissimo.

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