• Sassari, la torres, svegliarsi all’isola rossa, fare colazione al bar, il tramonto di marinedda, la festa della birra trinitaiese, il "Che", il genoa, la partitella di basket, l’alcool, gli amici, le tette enormi, la libertà, la birra, la fotografia, la musica, dipingere, correre, la gnocca, viaggiare, le sbornie, la pornografia, diego armando maradona, i led zeppelin, lo stomaco attorcigliato ed il cuore che batte per qualcuna (stronza), fottersene, george best, vivere una crisi, i cccp, mandare tutti a fare in culo, giocare a subbuteo, leggere, odiare, i p*mpini, il cibo, dublino, il mare, le amiche del mare, la d***a, il calcio, le donne, fabrizio de andrè, fare un giro con la vespa, l’amore, il venerdì sera, il cecio del giorno dopo, i libri, i pink floyd, gli assilli, le occhiaie sul viso, il comunismo, essere di sinistra, le scimmie, gli afterhours, alcuni films, la lista delle persone che mi stanno sul cazzo, la pasta al forno di nonna, janis joplin, le scritte sui muri, il culo di una ragazza che ho visto l’altro giorno per strada, i campari soda, la musica sassarese, ascoltare un vinile, mincionare, la figa, una bella bastonata, gli spaghetti n°5 aglio olio e peperoncino, le cazzate dette al bancone dei bar, il panino gorgonzola e mortadella di metà mattina, la colazione dei campioni, raccontare storie, i panini di renato, la sculacciata a pecorina, il poker in cantina di a******* con cassa di birra, la sigaretta cagando, festeggiare almeno un mondiale (io ne ho festeggiato 2), impennare, andare in libreria, i tatuaggi, pisciare in mezzo alla natura, i vecchi oggetti, stare da solo, i polizieschi italiani anni '70, cucinare per gli amici, farsi un giro in bicicletta, la liquirizia, il signor g. mina, giocare a carte, andy capp, i calamari fritti del "cormorano", la mattonella di melanzane della L, Capitan Harlock, Enrico Berlinguer, qualche serie tv, essere un Impiccababbu, l'nduja. il Duca Bianco, Charles Baudelaire, il mio orto, Snoopy, bestemmiare, i Joy Division, il gin tonic, Heminguay ………. To be continued

giovedì 23 luglio 2015

Holiday


L'utopia

di Eduardo Hughes Galeano (1940-2015)

L’utopia è là, all’orizzonte.
Mi avvicino di due passi,
lei si allontana di due passi.
Faccio dieci passi e l’orizzonte
Si sposta di dieci passi.
Per quanto cammini,
mai la raggiungerò.
A cosa serve l’utopia?
Serve a questo: a camminare.

martedì 21 luglio 2015

Risotto alla crema di zucca, aromatizzato al rosmarino con dadolata di pancetta croccante

Sono andato al supermercato. Ho trovato la zucca. Ho deciso di fare il risotto. Me lo sono mangiato….. Non servono altre spiegazioni.

Risotto alla zucca
Dati tecnici:
·       grado di difficoltà: direi facile
·       tempo di preparazione: 20 minuti
·       tempo di cottura: 15 minuti
Ingredienti per me e mamma:
·       Riso due porzioni
·       Una bella fetta di zucca, non ricordo quanto pesasse
·       Un pacco di pancetta affumicata a cubetti
·       un litro di brodo vegetale
·       due rametti di rosmarino
·       parmigiano
·       olio, sale e pepe q.b.
Preparazione:
·       Per prima cosa pulite la zucca, privatela dei semi e della buccia, tagliatela a dadini di un cm circa. Mettete su una pentola con un litro d’acqua e inseritevi circa l’ottanta percento della dadolata di zucca (insomma lasciatene un po’ da parte). Fateli bollire fino a quando saranno morbidi. Una volta cotti toglieteli dall’acqua e metteteli in un recipiente. Frullateli fino a ottenere una crema abbastanza liquida. Conservate l’acqua di cottura e aggiungete un dado vegetale. Quello sarà il vostro brodo. A questo punto in un tegame o dove volete voi fate soffriggere un po’ di cipolla tritata, l’immancabile pomodoro secco tritato e il resto dei cubetti di zucca. Aggiungete il riso, fatelo tostare e iniziate la cottura aggiungendo un po’ do brodo alla volta. Curate con cura il risotto, girandolo e aggiungendo di tanto in tanto il brodo. Quando mancheranno circa 5 minuti alla fine aggiungete i rametti di rosmarino e la crema creata in precedenza. Lasciatelo all’onda. Spegnete, sostare dal fuoco, eliminate il rosmarino e iniziate la mantecatura con un po’ di parmigiano e i cubetti di pancetta precedentemente rosolati e fatti diventare croccanti. Lasciate riposare due minuti e servite impreziosendo il piatto con dei rametti freschi di rosmarino. Semplice, facile, buonissimo!!!

sabato 11 luglio 2015

где все это началось

Viaggiare è come sognare; la differenza è che non tutti, al risveglio, ricordano qualcosa, mentre ognuno conserva calda la memoria dalla meta da cui è tornato. Edgar Allan Poe

Drrriiinnn!!! Sveglia. Dobbiamo andare in aeroporto. NOOOOOOOOOO!!! Non voglio partire!!! Questa volta è stata dura veramente, più di qualsiasi altro viaggio, questa volta la piacevole idea di un rientro a casa non mi ha nemmeno sfiorato, questa volta volevo restare e boh!!! Partire, conoscere, esplorare, questo era il momento giusto. Questo era il momento di dimenticare un giugno di merda, il momento di non avere pensieri, il momento di lasciarsi tutto alle spalle. Perché viaggiare è cambiare opinioni, ristabilire un armonia e innamorarsi. Mosca è stato tutto ciò, non solo una semplice meta. Arrivarci è stato abbastanza semplice, a parte le tortuose difficoltà di un visto che si faceva desiderare, volo diretto da Milano e tac. 3h e 15m sei arrivato. Pratiche doganali rapide e sbrigative e in un amen già sul taxi direzione centro. L’entrata a Mosca è per cuori forti e solo ed esclusivamente per piloti professionisti. Il nostro tassista serpeggia tra le sette corsie di marcia toccando tranquillamente i 120kh, il tutto usando una sola mano, l’atra la usava per bere o cambiare la stazione radio. Arriviamo il hotel sani e salvi, nonostante la quantità imprecisata di collisioni sfiorate. Breve check-in e poi finalmente Mosca. In tutto il suo grandioso splendore la città ci appare enorme. Passo spedito dall’eccitazione ed eccoci. Cazzooooo!!! Siamo in Piazza Rossa!!! Smisurata, gloriosa, eccitante. Bang!!! La prima botta arriva così senza preavviso. La seconda mi colpisce quasi immediatamente, al centro della Piazza, sotto le mura del Cremlino c’è “Lui”. Nonostante riposi dentro una teca di vetro e sia dentro un mausoleo l’energia del Padre della Rivoluzione Russa arriva dirompente. Cazzooooo Il Bolscevico, cazzooooo LENIN!!! Dopo aver visto la Basilica di San Basilio, costruita da Ivan il Terribile, e la statua degli eroi russi Mimin e Pozarskij, ci lasciamo avvolgere dal tramonto sulla Piazza, gustandoci la prima refrigerante, suggellativa e meritata birra russa. Ahhhhh cosi deve iniziare un viaggio!!! E poi? Botte su botte. Emozioni su emozioni. Come la cena al Cafè Pushkin, tra champagne, foie gras, petto d’anatra, beaujolais e camerieri dal gusto un po’ retrò. E poi la visita al Cremlino, una vera e propria città nella città, con le tre cattedrali dell’Assunzione, dell’Annunciazione e dell’Arcangelo dove riposano tutta la dinastia dei Romanov e i grandi conquistatori, i palazzi residenziali, il Senato, l’Arsenale, giardini perfetti e mura impenetrabili intervallate da una ventina di torri maestose. Per non parlare dello stupore nel vedere per la prima volta la metropolitana. Un vero e proprio museo, un gioiello nascosto sotto terra dove statue, affreschi, marmi e colonne danno dimostrazione che l’impero era grande e potente. Come le sette maestose Sorelle di Stalin, che si stagliano imperiose verso il cielo, nient’altro che enormi edifici governativi, ben visibili da tutta la città (su alcuni la falce e il martello sono più grandi del mio palazzo). E poi il Teatro Bolshoi e il museo delle belle Arti Puschkin. A Mosca tutto odora di storia, gloriosa e antica ma anche più recente, come il famoso Gorky Park. Costruito in piena guerra fredda, dove simboli, facce e statue glorificano il passato e inneggiano al regime. Potrei scrivere un enciclopedia e parlarne per ore, questo post sta diventando una giuda turistica, ma questi accenni erano doverosi. Sappiate che oltre a tutto ciò, c’è stato anche altro. Come le colazioni a base di caviale e aringhe. Il bagno turco e la sauna. Risate su risate. L’Aist e il Twin (cazzo che mangiate da Zar). Il rifugio giornaliero, con birroni, al P-Square Pub. Ciarameddi, racconti e confidenze. Una marea di chilometri fatti a piedi senza sentire stanchezza. Il negozietto di souvenir e Putin che suona e non cade mai. Le birre al momento giusto nel posto giusto. Il saluto quotidiano a “Lui”. Un plateau di ostriche. Tanta gente ma soprattutto un numero sbalorditivo di fighe bionde, more, rosse. Cazzo tutte bone!!! Soprattutto un amico unico e speciale, con cui condividere l’ultima birra (anzi la penultima) dove tutto ebbe inizio…..