• Sassari, la torres, svegliarsi all’isola rossa, fare colazione al bar, il tramonto di marinedda, la festa della birra trinitaiese, il "Che", il genoa, la partitella di basket, l’alcool, gli amici, le tette enormi, la libertà, la birra, la fotografia, la musica, dipingere, correre, la gnocca, viaggiare, le sbornie, la pornografia, diego armando maradona, i led zeppelin, lo stomaco attorcigliato ed il cuore che batte per qualcuna (stronza), fottersene, george best, vivere una crisi, i cccp, mandare tutti a fare in culo, giocare a subbuteo, leggere, odiare, i p*mpini, il cibo, dublino, il mare, le amiche del mare, la d***a, il calcio, le donne, fabrizio de andrè, fare un giro con la vespa, l’amore, il venerdì sera, il cecio del giorno dopo, i libri, i pink floyd, gli assilli, le occhiaie sul viso, il comunismo, essere di sinistra, le scimmie, gli afterhours, alcuni films, la lista delle persone che mi stanno sul cazzo, la pasta al forno di nonna, janis joplin, le scritte sui muri, il culo di una ragazza che ho visto l’altro giorno per strada, i campari soda, la musica sassarese, ascoltare un vinile, mincionare, la figa, una bella bastonata, gli spaghetti n°5 aglio olio e peperoncino, le cazzate dette al bancone dei bar, il panino gorgonzola e mortadella di metà mattina, la colazione dei campioni, raccontare storie, i panini di renato, la sculacciata a pecorina, il poker in cantina di a******* con cassa di birra, la sigaretta cagando, festeggiare almeno un mondiale (io ne ho festeggiato 2), impennare, andare in libreria, i tatuaggi, pisciare in mezzo alla natura, i vecchi oggetti, stare da solo, i polizieschi italiani anni '70, cucinare per gli amici, farsi un giro in bicicletta, la liquirizia, il signor g. mina, giocare a carte, andy capp, i calamari fritti del "cormorano", la mattonella di melanzane della L, Capitan Harlock, Enrico Berlinguer, qualche serie tv, essere un Impiccababbu, l'nduja. il Duca Bianco, Charles Baudelaire, il mio orto, Snoopy, bestemmiare, i Joy Division, il gin tonic, Heminguay ………. To be continued

venerdì 29 giugno 2012

Flying Dog “Gonzo” Imperial Porter

Per il finale col botto sono ritornato in maniera virtuale in Maryland, alla Flying Dog, per una birra veramente particolare, a parte la gradazione 9,1%, la “Gonzo” è fantastica nello stile, ha un etichetta veramente figa. Questa imperial porter, appare molto scura, quasi nera, con una schiuma color cappuccino abbastanza soffice, sprigiona aromi molto pronunciati di caramello, caffè e cioccolato, per lo meno cosi mi è sembrato. E visto che ormai il palato stava partendo anche di questa ne ho dovuto stappare due, ma solo per riuscire a capire che cosa si sentisse bene in bocca. E’ una birra molto corposa si sentono in maniera persistente il caffè, il cioccolato e la frutta secca. Nonostante tutta questa complessità e il suo grado alcoolico c’è scesa senza problemi, ma credo bisognerebbe starci attenti, se ti distrai potrebbe partirci la sbornia in un attimo. Non a caso i produttori di questa birra ricordano: "will bite you in the ass if you don't show it the proper respect", “ti morderà nel culo, se non gli mostrerai il dovuto rispetto”. Credo comunque sia una birra veramente buona e speciale , come la serata appena conclusa. Degno finale per festeggiare la vittoria contro i crucchi!!! Spagnetta ci vediamo in finale!!!

Anchor “Liberty” Ale

Altra birra altro giro, dopo le “doggie”, per rimanere costante nel corso della serata mi sono buttato sulla “Liberty Ale” del birrificio Anchor di San Francisco. Sempre una pale ale, ma di gradazione leggermente superiore (5.9%). Il nome è legato a tutta una storia dell’indipendenza americana, ma non ce ne frega niente, noi dobbiamo berla e boh. Nella fedele pinta (ormai uso sempre e solo quella) appare di colore giallo oro leggermente opaco con una schiuma bianchissima. A l’olfatto è molto piacevole, si avvertono fiori e credo un non so che di caramella tipo le toffee, che si riscontrano anche bevendola. Lascia un retrogusto finale dove il luppolo la fa da padrone, particolarmente gradevole, è molto dissetante, rinfrescante e soddisfacente. Sarà che stavamo vincendo 2 a 0, ma anche di questa me ne sono crepato un paio. Preparandomi per il gran finale.

Flying Dog "Doggie Style" Classic Pale Ale

Italia-Germania semi finale euro 2012, ottima cena e rutto libero. Che volete di più dalla vita? Ah  dimenticavo, la birra!!. Per questo evento mi sono proprio viziato, ho comprato un bel tris di birrette americane. Le recensirò nello stesso ordine in cui le ho bevute, dalla meno alcoolica a quella più forte. La prima è la “Doggie style”(5,5%) dell’azienda Flying Dog di Frederick (Maryland), che al di là del divertente gioco di parole del nome (“doggie style” può significare sia “alla maniera della “Flying Dog” ma anche alludere ad una nota posizione sessuale, per chi non sapesse l’inglese “a pecorina”), è una pale ale di color ambra chiaro, con la schiuma ocra molto cremosa. Per capire bene il gusto ne ho dovuto bere due, visto che la prima data la calda giornata e la tensione pre-partita l’ho bevuta praticamente ad usque. Il secondo tentativo è andato meglio. Stappandola si avverte un leggero odore di agrumi ma soprattutto pino e malto tostato. E’ cosi anche in bocca, il luppolo di pino e il malto tostato prevalgono lasciando un retrogusto amaro e deciso molto gradevole al palato. Decisamente buona, anzi di più. Credo anche che abbia portato bene, non per essere volgare ma la germania è finita 2 volte “a pecorina”. Ciao ciao crucchi.

martedì 26 giugno 2012

Hit parade

Ricordo ancora quando ricevetti per regalo il mio primo walkman. La tecnologia faceva passi da gigante e ascoltare la mia musica preferita in qualsiasi luogo era una cosa speciale. Il primo periodo lo portavo dappertutto, giravo sempre con almeno due musicassette e le pile di scorta. Iniziai a comprare cassette originali e sempre meno dischi (che coglionata!!). Ma portare tutto con se era estremamente scomodo, quindi creavo compilation, estrapolando le canzoni preferite da ogni album, mi sentivo un piccolo D.J. in erba, era figo. Il walkman pian piano venne superato dai lettori cd, diventando inesorabilmente un oggetto sempre più triste ed obsoleto. Negli anni non ho mai smesso di portare con me la mia musica preferita, e visto che la continua ascesa tecnologica lo permette, ormai giro quasi sempre col mio I-pod. Senza che il mio sia un obbligo o un dovere assoluto, ma soltanto un consiglio di un appassionato, vorrei elencarvi gli album da portarsi sempre dietro. In vacanza, al lavoro, ad una cena come sottofondo o da ascoltare se la conversazione latita, insomma dove lo ritenete opportuno. Non sono i migliori album della storia della musica, ma semplicemente quelli che a me piacciono, che mi hanno regalato emozioni, che ogni volta mi riportano a una situazione e a un momento particolare. Credo che la musica debba essere parte integrante della nostra vita, è umorale. Quando ci serve forza ascoltiamo le canzoni che ci caricano, quando siamo tristi ci abbandoniamo a malinconiche sinfonie, quando siamo allegri ascoltiamo ballate rockeggianti, quando vogliamo rilassarci un pò di jazz ci da SEMPRE una mano. E cosi via. Se ci fate caso c’è sempre una canzone che ci accompagna in ogni situazione. Vabbè beccatevi questo elenco sconclusionato. Di molti artisti avrei voluto inserire tutta la discografia, ma mica devo scrivere una enciclopedia musicale. Buon ascolto.


·       Are you experienced - 1967- Jimi Hendrix
·       Appetite for destruction -1987- Guns n’ Roses
·       The dark side of the moon -1973- Pink Floyd
·       Nevermind -1991- Nirvana
·       Ten -1991- Pearl Jam
·       Janis Joplin’s greatest hits -1973- Janis Joplin
·       Led Zeppelin II -1969- Led Zeppelin
·       Velvet underground & Nico -1967- Velvet Underground
·       Under a blood red sky -1983- U2
·       Abbey Road -1970- Beattles
·       Storia di un impiegato -1973- Fabrizio De Andrè
·       Va bene, va bene cosi -1984- Vasco Rossi
·       Hai paura del buio -1997- Afterhours
·       Invisible touch  -1986- Genesis
·       Some girls -1978- Rolling Stones
·       Kind of blue  -1959- Miles Davis
·       Rage against the machine -1992- Rage against the machine
·       Genius + Soul = Jazz Live -1961- Ray Charles
·       Enjoy CCCP -1994- CCCP
·       London calling -1979- Clash
·       Never mind the bollocks, here’s the sex pistols -1977- Sex Pistols
·       OK computer -1997- Radiohead
·       Banana Republic -1979- Dalla & De Gregori
·       Buena Vista Social Club -1996- Afro-cuban all star
·       The soft parade -1969- The Doors
·       Grace -1994- Jeff Buckley
·       The best of …-1996- Paolo Conte

domenica 24 giugno 2012

Mare nostrum

“Chiamatemi Ismaele. Qualche anno fa – non importa quanto di preciso – denaro in tasca poco o niente, nulla di speciale a trattenermi a terra, pensai di viaggiare un pò per mare e di vedere la parte acquatica del mondo” Herman Melville, Moby Dick

La piccola storia di questo post ha inizio venerdi sera, quando dopo una vera giornata alcoolica, ormai dilaniato dalla birra e dallo zimino, verso le 5 e 30 del mattino in compagnia di un amico e del fedele “motorzoomer” sono rientrato a casa, traballante e incerto sui passi. Inutile dire con che facilità sono crollato sul letto, è inutile raccontare le dimensioni del cecio il sabato mattina.  Ma ecco verso le 10 la telefonata della svolta, “andiamo in barca?”. Minchia con questo cecio la barca può essere veramente pericolosa. Sono pronto in 5 minuti. La giornata è soleggiata, durante il breve viaggio verso il porticciolo, è straoridinario ammirare la campagna e notare che ormai il giallo e l’arancio stanno prendendo il sopravvento sul verde dei campi, e si, mi sa che è arrivata l’estate. Dopo aver riempito la cambusa e aver armato il genoa, siamo pronti. “Bebek” prende il largo. Il cecio ancora incalza, ma la piacevole brezza proveniente da ponente e il dolce rullio acquatico iniziano ad affievolire quel malore. Eccoci finalmente in rada, lo skipper da l’ordine di buttare l’ancora, due minuti per controllare che non stia arando, e siamo pronti. L’avevo sublimato, aspettandolo con pazienza, il momento del primo bagno è finalmente arrivato... CIAFF!!! in acqua, orgasmo puro... In un micro secondo cecio passato, pensieri out, solo io e il mare, in silenzio a godermi quel momento irripetibile. Ce ne saranno altri durante l’estete ma questo è il fottuto primo bagno. Fin da piccolo il mare mi ha sempre attirato è un richiamo particolare molto forte e speciale. Ogni volta che la mia mente è ferma a un novembre umido e piovigginoso, un modo per combattere quella malinconia è pensare al mare e al piacere che provo nello stargli immerso. Una bella spiaggia con acqua verde smeraldo, i Led Zeppelin che suonano per me, tutte le birrette che voglio, ben gelate, servitemi da Kim Basinger in bikini. E’ cosi che mi immagino il paradiso. Che ne dite?. La giornata è stata di quelle speciali, è stato rilassante, pranzare sotto il tendalino, prendere un caffè e ciaramiddare “delle donne, del tempo e del governo” con lo skipper, tutto ciò mentre il mare ci cullava dolcemente. La giornata è finita troppo presto, sarebbe stato bello durasse di più, ma in fondo è un giorno in meno che mi separa dal mio prossimo primo bagno….

mercoledì 20 giugno 2012

De Ranke Saison "De Dottignies"

Le saison, oggi prodotte tutto l’anno, una volta erano birre prodotte alla fine dei mesi freddi, per essere poi consumate d’estate al tempo della mietitura. Lo scopo era quello di creare una birra dissetante e rinfrescante per le lunghe giornate in campagna. La “De Dottignies”, dell’azienda belga De Ranke, è appunto questo, ha un colore bello dorato e una schiuma bianchissima, stappandola si avvertono odori di frutta gialla, miele e una leggera pepatura. Il gusto è molto simile all’aroma, si sente il dolce del miele per lasciare spazio al limone e al luppolo leggermente tostato. Me la sono gustata in terrazzo, durante una giornata abbastanza calda, con un ottima bruschetta al pomodoro, è andata giù che era una meraviglia, se ne avessi avuta qualcuna in più ci avrei fatto tutto il pranzo. Perché il bello di questa birra è che ci sta bene con tutto, i suoi pochi gradi (5,5%) ti consentono di approfittarne e darci dentro. E’ la classica “birretta sociale” da sbornia con gli amici. Provare per credere.  

sabato 16 giugno 2012

Brewdog "Chaos Theory" IPA

Questa volta siamo in Scozia, presso la Brewdog, azienda che in pochi anni è diventata una realtà mondiale del brewing. La “Chaos Theory” è una IPA (anche se i due produttori la definiscono una Pacific Pale Ale), nata casualmente dall’utilizzo di un luppolo “folle” neozelandese e alcuni esperimenti. Quindi non poteva che avere questo nome “teoria del caos”. Me la sono gustata tra una partita e l’altra di questi europei di calcio, approfittando della bella giornata, seduto tranquillamente nel mio terrazzo, accompagnandola con due olivette ascolane. Nella tazza appare abbastanza ambrata con una schiuma molto consistente, ma è il primo assaggio che è qualcosa di speciale, da subito il palato viene avvolto da un sapore di frutta tropicale (tipo ananas e mango) poi si avvertite l’amaro deciso del luppolo, per finire con un retrogusto di pompelmo, un pò meno amarognolo e molto piacevole. Ho capito perché l’hanno chiamata cosi, non si capisce nulla di quello che stai bevendo. Ma per quanto ne possa capire io appassionato alle prime armi, con un palato più industriale che fine, mi è sembrata bilanciata. Tutto ciò con una gradazione di 7,1%. Ne ho bevuta qualcuna e non m’impotra se la chiamano Pacific o India, Pale Ale, l’unica certezza e che  la “Chaos Theory” è buona.

giovedì 14 giugno 2012

Great Divide "Titan" IPA

La “Titan” è una birra americana, creata secondo lo stile IPA (india pale ale) dall’azienda Great Divide  di Denver (Colorado). Il luppolo si avverte già da quando viene stappata. Nel bicchiere ha un bel colore ambrato, appena velato, la schiuma è ocra, compatta e consistente. Gustandola ho sentito subito il luppolo piuttosto pronunciato, e sentori di agrumi ed erbe. Risulta molto amara e mi è parso di sentire tipo del caramello, ma non ne sono molto sicuro. Comunque il retrogusto predominante è sempre quello del luppolo, e si sente su tutta la lingua. E’ una birra decisamente buona, i suoi 7,1% si sentono, e la rendono molto piacevole, l’ho bevuta andando contro il consiglio di servirla tra gli 8/12 °C, ma, aimè, non ci posso fare niente se io preferisco le birre servite belle fresche. L’ho gustata accompagnandola con una bruschetta fatta con formaggio molle, pomodori secchi e peperoncino, cotta al forno. Vi dirò che le 2 bottigliette ci sono scese senza problemi e se avessi avuto la terza, povera lei. Mi sa che è una birretta pericolosa, ma d’altronde lo sono quasi tutte. Ve la consiglio.

mercoledì 13 giugno 2012

Meditate gente, meditate

Una mattina di parecchi anni fa durante una “feria” con alcuni compagni di classe decidemmo di comprare delle birre, ormai eravamo alle superiori, il mondo era ai nostri piedi, ci sentivamo grandi, quindi si doveva assolutamente procedere con l’iniziazione ai vari piaceri della vita. Quella mattina ci toccò la birra. Credo comprammo 2 bottiglie a testa di dreher, oltretutto bollenti da far schifo. Il risultato di quel mattinè non fu incoraggiante, ma segnò indelebilmente un cammino. Il primo sorso fu quasi deprimente un cavolo di sapore e un live bruciore alla gola, poi il secondo già un pò meglio, poi il terzo e cosi via. Fu la prima di una lunga serie di sbornie. Da quel giorno birra sotto i ponti ne è passata tanta, ne ho bevuto di tutti i tipi, bionde, rosse scure, calde, fredde, gelate, scadute, crude, pastorizzate e non, sgasate, gasatissime, ecc. ecc.. Le ho bevute per socializzare, per festeggiare, perché ero triste, per dimenticare, per sconfiggere la timidezza e rimorchiare, per fermare un momento, ma anche solo ed esclusivamente per prendermi una sbornia. Mi è sempre piaciuta quella sensazione che ti da la birra dopo averne bevuto alcuni bicchieri, quello stato mentale di leggerezza e propensione alla spensieratezza e alla convivialità, è un vero piacere per il corpo e la mente. E’ figo affrontare i discorsi da bancone con quello strano effetto in testa, il problema è, che a volte non riesci proprio a parlare e alla fine non te li ricordi. Ma questo è un altro problema. Comunque a parte elogiare questa antichissima bevanda e la sua straordinaria miscela di acqua, malto e luppoli, negli anni ho imparato ad apprezzare le buone birre. Lontano dal voler fare il saputello o il saccente, mi è venuta in mente l’idea di proporre attraverso questo blog alcune birre. Cercherò, nella speranza di essere credibile, di fare una recensione, non necessariamente delle migliori, ma quelle che ogni tanto compro e bevo in pace e tranquillità. Quelle come direbbe qualcuno “birre da riflessione”, e non da sbornia (costerebbe troppo). D’altronde è uno sporco lavoro e qualcuno dovrà pur farlo. Già da domani mi muoverò per affrontare la prima degustazione. A presto….

lunedì 11 giugno 2012

Vecchie amiche

E’ una cosa innata. Ricordo che fin da bambino mi sono sempre soffermato a osservare i mazzi di carte, ho sempre amato la bellezza di quelle figure e i segni che le caratterizzano. Da piccolo stavo ore a guardare i grandi farlo, in particolar modo mio nonno, mi sedevo li, al suo fianco e controllavo ogni mossa, ogni giocata, ogni situazione. E’ stato lui a insegnarmi a giocare a scopa e trasmettermi questa passione per le carte. Ci giocherei ovunque, non importa dove mi trovo o con chi sono, se qualcuno mi propone una partitella a carte non riesco a dire di no. Scatta una molla nel cervello, a quel punto devo giocare, non importa il gioco. Io gioco, sempre. Le carte hanno un fascino particolare, un non so che di magico, o come sostengono in molti qualcosa di esoterico. Basterebbe fermarsi a osservarle un po per trovarci simbologie strane e poteri universali. Ma non voglio entrare in questo genere di discorsi. Deprecate da parecchi, ma adorate alla follia da molti. Secondo i puritani sarebbero il simbolo del diavolo e strumento di perdizione, ma per i disgraziati come me sono splendide amiche ammaliatrici. Tutti se ne innamorano, tutti hanno la loro carta preferita o portafortuna. Tutti ci giocano, comunque, e tutti vincono, ma chissà perché le partite che ricordi di più sono quelle che perdi. A volte proprio non girano e tu sei li nervoso ad aspettare che l’avversario faccia un errore, ma quando hai quelle giuste, sono cazzi, non ce ne proprio per nessuno. Diventi strafottente, inizi a prendere per il culo l’avversario,  anche se fondamentalmente tu non hai fatto molto, ma è stata la sorte ha farti avere quelle giuste. Le carte sono socievoli, in ogni situazione ci stanno bene. A quanti di voi sarà capitato di trascorrere qualche serata in famiglia o tra amici giocando a carte? Ecco proprio in una di queste serate, durante una mano di mariglia, con amici e un boccione di vino, mi è venuto in mente di scrivere questo post. Non so perché abbia iniziato a scriverlo, e quale sia stato veramente il motivo per spingermi a farlo? Probabilmente è bastato semplicemente il fatto che stessi bene e mi stavo divertendo.