Da sempre uno degli aspetti fondamentali del mio benessere psicofisico è
stato fare attività sportiva. Tuttavia da quando ho ridotto la mia frequenza in
palestra (vertigini e braccio congelato di merda, vaffanculo) e mi limito
solamente a qualche corsetta pomeridiana all’ippodromo, ho notato un aumento
significativo della mia necessità di scrivere. La scrittura è diventata una
valvola di sfogo. Un veicolo sostitutivo al tirare cazzotti al sacco. Insomma
da quando la stanchezza fisica non rilassa del tutto corpo e mente, il mio cervello
è più attivo (lo era anche prima). Comunque scrivere è diventata un’attività
sportiva surrogata per canalizzare energie e sfogarmi un po’. Detto questo, ho
pensato di scrivere un post. Non sulla mancanza di endorfine, ma bensì, sui
romanzi marinareschi. E CHE CAZZO!!! ANCORA!!! Direte voi!!! Io ci provo. Ormai
ho pensato a questa cosa e vediamo come va a finire. Il mare essendo stato da
sempre fonte d’ispirazione per gli scrittori, magari anche nel mio caso, potrà evocare
qualche emozione e riflessione; vista la sua capacità di libertà, avventura e
scoperta. Stilare una classifica della letteratura di mare sarebbe impossibile
e opinabile. Scriverò, quindi, una sorta d’indicazioni e suggerimenti alla
lettura, parlando solo ed esclusivamente dei libri da me letti (qualcuno lo
dimenticherò per forza). Per chi ama il mare, la letteratura, le avventure
mozzafiato, le esplorazioni, le navigazioni e tutto ciò che è acquatico.
“De gustibus non disputandum est”.
“De gustibus non disputandum est”.
Indubbiamente il mio preferito. Hemminguay, famoso per il suo stile asciutto e diretto, con frasi brevi e ritmo serrato nel 1952 pubblica questo fantastico romanzo, in cui racconta l’epica lotta tra un vecchio pescatore cubano (Santiago) contro un enorme pesce Marlin. Perseveranza, coraggio, dignità umana, rispetto per la natura, per la sua bellezza e la sua crudeltà, sono lo scenario di questo meraviglioso romanzo. Lo amo.
“20000 leghe sotto i mari”
Assolutamente senza tempo. Nel 1869 Jules Verne non avrebbe mai pensato che il suo romanzo sarebbe diventato un classico della letteratura marinaresca e fantastica. Così come il professor Pierre Aronnax (protagonista del romanzo) non avrebbe mai pensato che il mostro marino a cui dava la caccia fosse in realtà un avveniristico sommergibile con cui avrà modo di esplorare per 20000 leghe (80000 km) fondali marini misteriosi e unici. Strepitoso.
“Moby Dick”
Quando nel 1851 Herman Melville pubblicò "Moby Dick” fu un incredibile flop. Solo dopo la sua morte dell’autore venne riscoperto e osannato dal pubblico. Ogni lupo di mare deve prima o poi cimentarsi in questa lettura. Un romanzo meraviglioso e intenso, per certi versi simile al moto onduoso, con pagine e pagine di calma piatta e altre concitate e cruente, integrate a lunghe descrizioni e introspezioni psicologiche. Unico.
“Il cerchio celtico” e “La vera storia del pirata Long Jhon Silver”
“Solo intorno al Mondo”
Un uomo solitario, circondato solo dall’immensità del mondo e dal vasto oceano, nel 1895, si prepara a compiere un’impresa epica. Questa è l’affascinante storia di Joshua Slocum, un leggendario velista. Oltre tre lunghi anni trascorsi in mare, sperimentando la solitudine dell’oceano e la compagnia delle numerose culture incontrate. Un libro intramontabile scritto con la forza dei venti salmastri e delle onde oceaniche, grazie a un coraggio senza pari.
“Capitani coraggiosi”
I capitani coraggiosi sono, per Rudyard Kipling, i marinai dei pescherecci impegnati nelle stagioni di pesca tra i ghiacci dell’Islanda e i banchi di Terranova, nel tempestoso Atlantico del Nord. E’ gente abituata a una vita aspra, una fatica durissima e un’esistenza rude. Un fantastico romanzo di formazione (si dice così) che mostra come un giovane possa crescere e maturare attraverso le esperienze e le sfide.
continua .....

Ajo in Grecia. L'Egeo ci aspetta
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