Discorso di Enrico Berlinguer tenuto dal palco della Festa dell’Unità di Tirrenia (Pisa), il 19 settembre 1982.
Avete sentito nei resoconti di questi giorni delle fucilazioni di massa,
delle famiglie intere sgozzate, di malatti, medici, infermieri, strappati agli
ospedali e uccisi. Dei bulldozer e delle mine che fanno saltare le case per
impedire il calcolo dei morti. Sia ben chiaro che compiendo questa denuncia noi
restiamo risolutamente ostili
all’antisemitismo. Perchè contrari a ogni forma di odio razziale a cominciare
naturalmente da quello da cui sono pervasi gli attuali governanti d’israele. E
anche in questa occasione vogliamo esprimere la nostra solidarietà e
ammirazione sia al partito comunista d’israele e a tutti quegli ebrei che
dentro e fuori lo stato d’israele si sono opposti e hanno condannato la
condotta dei governanti di quel paese. Ma dovrebbe esser ormai evidente a tutte
le persone di buona fede che un governo, come quello di begin e di sharon, che
si comporta in questo modo, che cerca di annientare un intero popolo, che
occupa militarmente un altro paese, non agisce ceerto per garantire la propria
sicurezza. Ma agisce per impedire che un altro popolo, quello Palestinese,
abbia anch’esso un suo territorio e uno stato col quale convivere
pacificamente. E agisce secondo un disegno di espansione e di dominio da
imporre nella zona più ampia possibile del Medio Oriente. Bisogna domandarsi
come si sia potuto arrivare a tante atrocità e tanta tracotanza bellicista. Troppo
lunga sarebbe l’analisi di tutte le responsabilità dirette e indirette. Di
quelle di coloro che hanno sostenuto l’impresa israeliana, di coloro che non
hanno fatto niente per impedirla e fermarla e di coloro che non hanno fatto
abbastanza. Sta di fatto che due cose sostanzialmente emergono: 1) israele si è
valsa dell’appoggio pieno degli stati uniti, senza il quale non avrebbe potuto
agire come ha agito. Ora anche Reagan esprime indignazione e disgusto. Ma il
governo degli stati uniti quante volte ha avuto e non ha utilizzato la
possibilità di agire verso israele in modo tale da impedirgli di giungere al
punto in cui è giunta oggi? Perché ha posto il veto alle proposte di sanzioni
dell’ONU? Perché non ha bloccato l’invio di aiuti economici e di pezzi di
ricambio agli armamenti forniti dagli stati uniti a israele? 2) La comunità
internazionale nelle sue varie espressioni (di organizzazioni, d’istituzioni
mondiali, statali e anche popolari) non ha fatto niente di sostanzialmente
incisivo per fermare l’aggressione e il massacro. (…..) Ma ora è chiaro che le
parole, anche di condanna più dura non bastano più. Ne basta l’invito a israele
votato questa volta all’unanimità dal Consiglio di Sicurezza
dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, perché ritiri le forze armate da
Beirut ovest, ne può bastare l’invito di osservatori dell’ONU. Ci vuole,
abbiamo detto ieri nel comunicato della segreteria del nostro partito, un
ultimatum che costringa israele con il ricorso alle misure più energiche a
cessare il massacro, l’aggressione e l’occupazione. E riaffermiamo anche la
richiesta che il governo italiano interrompa le relazioni diplomatiche con lo
stato d’israele. Noi pensiamo, ce lo ricorda anche il messaggio del compagno
Arafat, che sono in gioco anche l’onore a la parola dell’Italia.


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