• Sassari, la torres, svegliarsi all’isola rossa, fare colazione al bar, il tramonto di marinedda, la festa della birra trinitaiese, il "Che", il genoa, la partitella di basket, l’alcool, gli amici, le tette enormi, la libertà, la birra, la fotografia, la musica, dipingere, correre, la gnocca, viaggiare, le sbornie, la pornografia, diego armando maradona, i led zeppelin, lo stomaco attorcigliato ed il cuore che batte per qualcuna (stronza), fottersene, george best, vivere una crisi, i cccp, mandare tutti a fare in culo, giocare a subbuteo, leggere, odiare, i p*mpini, il cibo, dublino, il mare, le amiche del mare, la d***a, il calcio, le donne, fabrizio de andrè, fare un giro con la vespa, l’amore, il venerdì sera, il cecio del giorno dopo, i libri, i pink floyd, gli assilli, le occhiaie sul viso, il comunismo, essere di sinistra, le scimmie, gli afterhours, alcuni films, la lista delle persone che mi stanno sul cazzo, la pasta al forno di nonna, janis joplin, le scritte sui muri, il culo di una ragazza che ho visto l’altro giorno per strada, i campari soda, la musica sassarese, ascoltare un vinile, mincionare, la figa, una bella bastonata, gli spaghetti n°5 aglio olio e peperoncino, le cazzate dette al bancone dei bar, il panino gorgonzola e mortadella di metà mattina, la colazione dei campioni, raccontare storie, i panini di renato, la sculacciata a pecorina, il poker in cantina di a******* con cassa di birra, la sigaretta cagando, festeggiare almeno un mondiale (io ne ho festeggiato 2), impennare, andare in libreria, i tatuaggi, pisciare in mezzo alla natura, i vecchi oggetti, stare da solo, i polizieschi italiani anni '70, cucinare per gli amici, farsi un giro in bicicletta, la liquirizia, il signor g. mina, giocare a carte, andy capp, i calamari fritti del "cormorano", la mattonella di melanzane della L, Capitan Harlock, Enrico Berlinguer, qualche serie tv, essere un Impiccababbu, l'nduja. il Duca Bianco, Charles Baudelaire, il mio orto, Snoopy, bestemmiare, i Joy Division, il gin tonic, Heminguay ………. To be continued

giovedì 5 settembre 2013

Una petit tour à Bonifacio


Si, viaggiare. Evitando le buche più dure…… Non importa dove. Non importa quando. Non importa per quanto tempo. Mesi, settimane, qualche giorno o solo per poche ore, L’importante è farlo. Maometto (quello che andava in montagna) diceva :”Non mi dire quanto sei educato e colto. Dimmi quanto hai viaggiato”. Viaggiare da sempre arricchisce, genera emozioni e ricordi. In questo post vi parlerò di un breve ma intenso sconfinamento in terra Corsa. Dopo un brevissimo viaggio (solo 50 minuti) ecco Bonifacio. Una meravigliosa cittadella dai vicoli ripidi e stretti costruita a 70 metri di altezza sulle falesie di pietra bianchissima modellate dal vento e dal mare. Domina con la sua bellezza le acque impetuose delle Bocche di Bonifacio e dei faraglioni sottostanti. E’ divisa in due quartieri, la parte bassa, quella marina, in fondo al fiordo e la parte alta, quella storica, arroccata sulla falesia e sviluppata intorno al castello genovese. Dieci minuti, non di più, forse qualcuno di meno, e si parte con la prima birretta, obbligatoriamente “Pietra”. Girare e perdersi nel labirinto di vicoli della parte alta è coinvolgente, chioschetti, ristorantini, negozi si alternano vorticosamente a spettacolari scorci a picco sul mare. Dopo qualche giro è ora di fermarsi per gustare una birretta fresca, nonostante Bunifaziu sia piena di accoglienti baretti, il nostro sesto senso da disgraziati ci porta, nel peggiore dei zilleri corsi. Il “Nicois” è bruttissimo, frequentato da vecchi avventori cicciosissimi con canottiere improponibili, ci guardano un po’ storto visto che li dentro i turisti non entrano. Pareti ricoperte da un perlinato inguardabile su cui spiccano vecchie foto di qualche compagnia di caccia, tavoli e sedie sgangherate e un pseudo-cameriere senza denti, sudato e sicuramente con qualche problema di dipendenze, ci fanno sentire a casa. Cazzo!!! Siamo nel centro storico di Sassari!!! Non ci frega niente. “Qui si sta troppo bene”. La “Pietra” costa poco, la birretta iniziale diventa più di una, e alla fine facciamo pure amicizia con signora Emiliana, la padrona. Che ci da qualche consiglio utile su dove andare a pranzo… “U Castille” è il ristorante prescelto per rifocillarci un po’. Carinissimo locale incastonato nei vicoli della città alta, è particolare in quanto sia le sale che le terrazze sono suddivise in tre/quattro palazzi adiacenti. Ogna fame!!! Io opto per un “entreè de bouillabaisse” (zuppa di pesce) molto saporita e gustosa, un secondo di cinghiale in umido altrettanto saporito e concluso le libagioni con un “souflè de framboise” (semifreddo di lamponi con ciuffo di panna) il tutto innaffiato come sempre dalla “Pietra”. “Qui si sta troppo bene”. Simpatica atmosfera, ottima accoglienza, servizio impeccabile, cibo buono per tutte le tasche. Ve lo consiglio. Dopo il pranzo e l’acquisto di una “Vendetta” defatichiamo pigramente in un locale gustando cautamente alcune “Pietra” e “Serena” (un'altra birra corsa), Cazzo, ora che ci penso, non ho bevuto neanche un goccio d’acqua, per tutto il tempo che sono stato in francia!!! Bella gente, bei colori, bello tutto… Il viaggio di ritorno può iniziare…. Au revoir et à bientòt Bonifacio!!!

1 commento:

  1. Per tutto il tempo in cui sono stato in Francia...... da Nicois ti avrebbero dovuto tagliare la gola. La Corsica è Corsica cazzo

    RispondiElimina