• Sassari, la torres, svegliarsi all’isola rossa, fare colazione al bar, il tramonto di marinedda, la festa della birra trinitaiese, il "Che", il genoa, la partitella di basket, l’alcool, gli amici, le tette enormi, la libertà, la birra, la fotografia, la musica, dipingere, correre, la gnocca, viaggiare, le sbornie, la pornografia, diego armando maradona, i led zeppelin, lo stomaco attorcigliato ed il cuore che batte per qualcuna (stronza), fottersene, george best, vivere una crisi, i cccp, mandare tutti a fare in culo, giocare a subbuteo, leggere, odiare, i p*mpini, il cibo, dublino, il mare, le amiche del mare, la d***a, il calcio, le donne, fabrizio de andrè, fare un giro con la vespa, l’amore, il venerdì sera, il cecio del giorno dopo, i libri, i pink floyd, gli assilli, le occhiaie sul viso, il comunismo, essere di sinistra, le scimmie, gli afterhours, alcuni films, la lista delle persone che mi stanno sul cazzo, la pasta al forno di nonna, janis joplin, le scritte sui muri, il culo di una ragazza che ho visto l’altro giorno per strada, i campari soda, la musica sassarese, ascoltare un vinile, mincionare, la figa, una bella bastonata, gli spaghetti n°5 aglio olio e peperoncino, le cazzate dette al bancone dei bar, il panino gorgonzola e mortadella di metà mattina, la colazione dei campioni, raccontare storie, i panini di renato, la sculacciata a pecorina, il poker in cantina di a******* con cassa di birra, la sigaretta cagando, festeggiare almeno un mondiale (io ne ho festeggiato 2), impennare, andare in libreria, i tatuaggi, pisciare in mezzo alla natura, i vecchi oggetti, stare da solo, i polizieschi italiani anni '70, cucinare per gli amici, farsi un giro in bicicletta, la liquirizia, il signor g. mina, giocare a carte, andy capp, i calamari fritti del "cormorano", la mattonella di melanzane della L, Capitan Harlock, Enrico Berlinguer, qualche serie tv, essere un Impiccababbu, l'nduja. il Duca Bianco, Charles Baudelaire, il mio orto, Snoopy, bestemmiare, i Joy Division, il gin tonic, Heminguay ………. To be continued

giovedì 5 dicembre 2013

Ciò che non uccide fortifica ( se non muori prima)

Dolore [do-lò-re] sm
1- Sensazione fisica che da pena, che provoca malessere. Sin. Male, sofferenza. d. diffuso. d. a un piede.
2- Stato d’animo di profonda tristezza, d’angoscia, di disperazione. Sin. Afflizione, pena. Grande d., cose che arrecano sofferenza: la vita è un seguito di dolori.
3- Persona, cosa che è causa di dolore. Sin. Cruccio: il suo d. è di non averlo potuto aiutare.
dim. dolorino, doloretto, doloruccio/peg. doloraccio
4- in sassarese: d’ogna mari, cazz soggu fracassaddu, mi fazzi mari la pancia, d’ogna mari ti possa farà.

Fascite plantare.
Si intende un insieme di sintomi a prevalenza dolorosa che coinvolge la fascia plantare. I sintomi e i segni clinici presentano dolore tipico è l’episodio che occorre alla mattina quando la persona si alza da letto e mettendo i piedi sente forte dolore ai talloni. La manifestazione ritorna anche durante il susseguirsi giorno.

Giugno, luglio, agosto, settembre, ottobre, novembre. Sei mesi di sofferenza, sei mesi di fascite plantare del cazzo, sei mesi di dolore. I classici greci affermavano che “dal dolore si impara” “chi più conosce più soffre”, ma sono sicuro che a un certo punto si sarebbero rotti i coglioni di camminare zoppicando. Finalmente sembrava tutto finito. Il dolore era praticamente scomparso, camminavo relativamente dritto e con estremo piacere avevo ripreso a corricchiare. Finalmente sembrava tutto finito, fino a ieri sera alle 21. Scarpe da jogging, maglietta termica e cronometro. Ripeto mentalmente “dai Fausto anche oggi una piccola corsetta, senza esagerare, piano, per dio, piano. Gira intorno a questo fottuto campo da basket. I tuoi compagni di squadra  sono li dentro che giocano, vorresti essere con loro ma tu non puoi, non ancora. Piano, vai paino. Venti minuti alla volta senza esagerare”. Il piede fa un po’ male, è normale non lo muovo da tempo. Altri pensieri “dai accelera un pochino, si cosi, il dolore è conoscenza, ricordi, un altro po’, togli questa ruggine”. Ok!!! Finito!!! Come Agamennone, raccontato da Eschilo, mi sento un l’eroe tragico, che attraverso la sofferenza riesce a cogliere il senso del suo destino, anche se non credo parlasse del mio piede. E’ andato tutto bene, doccia, cena, divano e tv. Finalmente sembrava tutto finito, fino alle 3 del mattino. Penso ”bene, vado in cucina bevo un bicchiere d’acqua, pisco, spengo tutto e vado a dormire”. Nello stesso momento in cui il piede ha toccato terra, non ho più pensato, ma bestemmiato …”Porco diooooooo”…. Fitte allucinanti, un insieme di lamette, vetro, chiodi e coltelli affilati, tutti intorno a un falò, tutti insieme che fanno festa, tutti dentro il mio tallone ….. “Porco dioooooooo”……. Questo è il dolore. Non si esprime a parole, si esprime in grida animalesche. Grida nefaste e cupe. Grida uniche e private. Grida di sofferenza. AAAAAHHHHHHHHHH!!!

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