• Sassari, la Torres, svegliarsi all’IsolaRrossa, fare colazione al bar, il tramonto di Marinedda, la festa della birra trinitaiese, il "Che", il Genoa, la partitella di basket, l’alcool, gli amici, le tette enormi, la libertà, la birra, la fotografia, la musica, dipingere, correre, la gnocca, viaggiare, le sbornie, la pornografia, Diego Armando Maradona, i Led Zeppelin, lo stomaco attorcigliato e il cuore che batte per qualcuna (stronza), fottersene, George Best, vivere una crisi, i CCCP, mandare tutti a fare in culo, giocare a subbuteo, leggere, odiare, i p*mpini, il cibo, Dublino, il mare, le amiche del mare, lE d****e, il calcio, le donne, Fabrizio De Andrè, fare un giro con la vespa, l’amore, il venerdì sera, il cecio del giorno dopo, i libri, i Pink Floyd, gli assilli, le occhiaie sul viso, il comunismo, essere di sinistra, le scimmie, gli Afterhours, alcuni films, la lista delle persone che mi stanno sul cazzo, la pasta al forno di nonna, Janis Joplin, le scritte sui muri, il culo di una ragazza che ho visto l’altro giorno per strada, i campari soda, la musica sassarese, ascoltare un vinile, mincionare, la figa, una bella scopata, gli spaghetti n°5 Barilla aglio olio e peperoncino, le cazzate dette al bancone dei bar, il panino gorgonzola e mortadella a metà mattina, la colazione dei campioni, raccontare storie, i panini di Renato, la sculacciata a pecorina, il poker, festeggiare almeno un mondiale, impennare, andare in libreria, i tatuaggi, pisciare in mezzo alla natura, i vecchi oggetti, stare da solo, i polizieschi italiani anni '70, cucinare per gli amici, farsi un giro in bicicletta, la liquirizia, il signor G. Mina, giocare a carte, Andy Capp, i calamari fritti, la mattonella di melanzane della L, Capitan Harlock, Enrico Berlinguer, qualche serie tv, essere un Impiccababbu, l'nduja. il Duca Bianco, Charles Baudelaire, coltivare qualcosa, Snoopy, bestemmiare, i Joy Division, il gin tonic, Heminguay, il Picoolo Bar, i films con gli squali, Tina Modotti, i pistacchi, le botte al Fight Club, Charles Bukowski, la poesia, la pennicchella ………. To be continued

venerdì 27 dicembre 2024

e anche questo natale ... se lo semo levato dalle palle

“… e anche questo natale , se lo semo levato dalle palle …. Cosi l’avvocato Gianni Covelli (al secolo Riccardo Garrone) liquidava parenti e amici nel primo mitico film “Vacanze di Natale” del 1983. Oggi è venerdì 27 gennaio e questa mattina in perfetto orario, come sempre, sono andato in palestra, per espiare le mie colpe. Sudare e sofferenza. Un’ora di meritata punizione, non avendo un cilicio a disposizione. Perché, nonostante dica da anni che il natale è una merdosissima festa, ne sono complice. Sono colluso con tutto ciò, ogni anno puntualmente, la mia voglia di diventare come il Grinch, viene sopraffatta da questa giostra infernale. Proprio così, avete capito bene, non si parla di nascita di un cazzo di bambinello, di un ciccione alcolizzato vestito di rosso (perché l’ha deciso la coca-cola), di buoni propositi, auguri e felicità, ma bensì di stringere annualmente un patto col Diavolo. Un patto regolato da consumismo, spreco e falsità. Allora niente auguri, ma solo dei …. Vaffanculo al natale. Vaffanculo a quel mitomane che si professa il figlio di Dio. Vaffanculo al nostro ”salvatore” che dovrebbe far finire le guerre, sdradicare la povertà, cessare le persecuzioni ecc… ecc… pezzo di merda sei 2000 anni in ritardo. Vaffanculo a chi crede nelle religioni. Vaffanculo ai vostri buoni propositi, tanto non mi riguardano. Vaffanculo ai presepi; che rappresentano la nascita del mitomane su prati verdi, con pecorelle e ruscelli, quando sappiamo bene che in Palestina lo scenario e ben diverso. Vaffanculo a quella merda di babbo natale (che oltretutto non esiste). Vaffanculo a chi professa pace e poi vota per l’impiego di armi. Vaffanculo ai panettoni da 50 euro e alle tavole imbandite. Vaffanculo agli sprechi alimentari quando nella maggior parte del mondo si muore ancora di fame. Vaffanculo ai regali di merda. Vaffanculo ai “ti ho preso un pensierino” quando durante l’anno non mi saluti neanche. Vaffanculo agli aperetivi lunghi e inutili. Vaffanculo a chi torna per le feste. Vaffanculo alle lucette, al sentirsi tutti più buoni e all’aiutare il prossimo solo a parole. Vaffanculo a chi si aumenta gli stipendi e regala lettere di licenziamento agli operai. Vaffanculo a israele, all’ucraina, alla russia e agli stati uniti. Vaffanculo a chi spende per centri di accoglienza in albania e affonda il sistema sanitario. Vaffanculo a questo governo, a quelli passati e per par condicio anche a quelli futuri. Vaffanculo a quel qualcosa di “speciale” che c’è nell’aria, che in molti venerano in questi giorni. Vaffanculo a tutto. Vaffanculo a tutti. Mmmhhh forse sto degenerando …. e allora sai che vi dico? Vaffanculo pure a me.


venerdì 20 dicembre 2024

Riposa dolcemente, sorella.

di Pablo Neruda (1946)

Tina Modotti, sorella, tu non dormi, no, non dormi:
forse, il tuo cuore sente crescere la rosa
di ieri, l'ultima rosa di ieri, la nuova rosa.
Riposa dolcemente, sorella.

La nuova rosa è tua, la nuova terra è tua:
ti sei messa una nuova vesta di serpente profonda
e il tuo soave silenzio si colma di radici..
Non dormirai invano, sorella.

Puro è il tuo dolce nome, pura la tua fragile vita:
di ape, ombra, fuoco, neve, silenzio, spuma,
d'acciaio, linea, polline, si è fatta la tua ferrea,
la tua delicata struttura.

Lo sciacallo sul gioiello del tuo corpo addormentata
ancora prende la penna e l'anima insanguinata
come se tu potessi, sorella, risollevarti
e sorridere sopra il fango.

Nella mia patria ti porto perchè non ti tocchino,
nella mia patria di neve perchè alla tua purezza
non arrivi l'assassinio, ne lo sciacallo, ne il venduto,
laggiù starai tranquilla.

Non odi un passo, un passo pieno di passi, qualcosa
di grande delle steppa, di Don, delle terre del freddo?
Non odi un passo freddo di soldato nella neve?
Sorella, sono i tuoi passi.

Verranno un giorno sulla tua piccola tomba
prima che le rose di ieri si disperdano,
verranno a vedere quelli d'una volta, domani.
là dove sta bruciando il tuo silenzio.

Un mondo marcia verso il luogo dove tu andavi, sorella.
Avanzano ogni giorno i canti della tua bocca
nella bocca del popolo glorioso che tu amavi.
Valoroso era il tuo cuore.

Nelle vecchie cucine della tua Patria, nelle strade
polverose, qualcosa si mormora e passa.
qualcosa torna alla fiamma del tuo amato popolo,
qualcosa si desta e canta.

martedì 17 dicembre 2024

Tinissima

Tina: emigrante, operaia, attrice, fotografa, antifascista, militante, comunista, perseguitata, esule. Questi sono solo una parte degli aggettivi che userei per descrivere Tina Modotti. Ce ne sarebbero molti altri come: artista, coraggiosa, impegnata, avanguardista ecc… ec.. Come sono arrivato a lei? Come sono arrivato alla sua arte? Come sono arrivato a inserirla nella lista delle cose “per cui vale la pena vivere”? Leggendo ovviamente. Andiamo per gradi. Il primo incontro con Tina, lo ebbi quando ero molto giovane. Vidi una sua mostra fotografica, proprio qui a Sassari, ne rimasi colpito. Quelle sue foto in bianco e nero scattate in Messico, avevano qualcosa di strano, per alcuni versi ne ero colpito e mi intrigavano, ma allo stesso tempo pensavo, potrei farle anche io. Un giudizio molto superficiale. Comunque uno “strano” che mi attraeva. Solo in tempi più maturi, appassionandomi alla fotografia, ho capito che le avrei dovute valutare in maniera diversa. Esaminando meglio l’poca storica, il mezzo fotografico e l’ambiente in cui venivano realizzate. Insomma un approfondimento più specifico e preciso di quei primi piani e quelle prospettive al limite. Anni dopo parlando con un’amica (R.C.), molto più capace di me con la macchina fotografica, abbiamo iniziato a parlare di “Tinissima”. Mi ha consigliato il libro di Pino Cacucci, per poter capire meglio la straordinaria vita di questa donna; piena di forza e indipendenza ma anche fragile, fuggevole e sognatrice. Ok lo leggerò!!! Detto, fatto. E cosi ecco che la strada di Tina si incrocia nuovamente con la mia. Ho letteralmente amato quelle pagine. Ho scoperto cose nuove e affascinanti, cose che ignoravo di una vita così piena, avvincente e complicata. Una biografia eccezionale. Fin dalla nascita avvenuta a Udine nel 1896, in una famiglia modesta e numerosa. Le difficoltà da emigrante negli Stati Uniti, fino al successo come attrice nei primissimi film muti di Hollywood, grazie al suo straordinario fascino e una bellezza fuori di canoni dell’epoca. I suoi amori e l’incontro fondamentale con Edward Weston. Il trasferimento in Messico, l’adesione al partito Comunista Messicano. La dedizione alla fotografia e all’avanguardia artistica. La ingiusta persecuzione Fascista. L’attivismo rivoluzionario. Continuando con la sua vita da esule tra Mosca, Parigi e Berlino. Le amicizie con Neruda, Riviera, Frida Kalo, Robert Capra, Hemminguay e Majakovskij. Fino alla partecipazione alla guerra rivoluzionaria spagnola. Per concludere con la sua “strana” morte, nel 1946, avvenuta su un taxi a città del Messico. Wow che donna!!! Sempre diversa, ma sempre lei. L’emigrante, l’operaia, l’attrice, la fotografa, l’antifascista, la militante, la comunista, la  perseguitata, l’esule. Tinissima …..

martedì 10 dicembre 2024

Lazy saturday morning

“Non importa cosa trovi alla fine di una corsa, l’importante è quello che provi mentre stai correndo. Il miracolo non è essere giunto al traguardo, ma aver avuto il coraggio di partire”.
Jesse Owen

Sabato mattina. Apro gli occhi e chiedo ad Alexa che ore sono? “8 e 17“ risponde lei. Mi alzo dal letto. Vado in cucina mezzo addormentato e avvio la macchinetta del caffè; lo prenderò al ritorno. Vado al cesso. Mi guardo allo specchio. Non male. Piscio. Misuro la glicemia (112, perfetta). Ripasso per la cucina. Prendo il caffè. Mi avvio nuovamente in camera. Poggio il bicchiere sul comodino. Sollevo la serranda. Mi rimetto sotto le coperte, e chiedo ad Alexa di avviare Spotify. “Metti i CCCP”. “Aaaaahhhhhh fantastico”. Ora non mi resta che oziare. Non farò niente fino a sentirmi felice. Mentre Giovanni Lindo Ferretti intona “Per me lo so” e il sole entra caldo dalla porta finestra, avverto una strana sensazione. Sto bene, anzi “io sto bene” (cit.). Non ho dolori. Solitamente mi sveglio sempre con qualche acciacco, un ginocchio scricchiolante, una spalla intorpidita, le anche che meglio se lasciamo perdere e così via. Oggi no. Non so il perché. I miei piani per un ozio solenne vanno a farsi fottere in pochi minuti. Finisco il caffè, metto i calzini, le scarpe, un paio di pantaloncini, una maglietta, una felpa e sono in strada. Un tempo avrei preso anche il cronometro e il GPS, ma quei tempi sono finiti. Inizio a correre. C’è un bel sole, non caldissimo ma potrebbe essere un buon compagno di sgambata. Ippodromo. Il sentiero sterrato che passa intorno alla pista è ancora bagnato dall’umidità della notte. L’aria fresca di questa mattinata domina incontrastata insieme al silenzio. Non si sente il traffico, non si sentono persone parlare, solo qualche cane in lontananza e le cornacchie che presiedono il territorio. Ho sempre amato questa sensazione, correre in questo modo. Solo, senza avere idea di quanti chilometri percorrerò, nè quanto ci metterò a farlo. Non importa quanto vada veloce o piano, conta solo questa fuga nel vuoto. Una sospensione spazio-temporale dove contano i miei pensieri e l’acido lattico delle mie gambe. Un magnifico momento Zen, una personalissima opera d’arte, l’appagamento di una necessità. Soprattutto nei giorni difficili. I pensieri si avvicendano nella mia mente, da insistenti diventano sempre più leggeri, fino a scomparire del tutto. In questo momento il sangue serve ai muscoli non al cervello. E’ un attimo unico quello di non pensare più. Non architettare più niente. Libero. Arrivare a quella sensazione d’indipendenza da tutto e tutti è sorprendente ogni volta. Una lunga distanza, la sofferenza del corpo, il respiro affannato e la maglia sudata (sempre) sono la conclusione di una felice mattinata passata a oziare..


domenica 8 dicembre 2024

Eyes Project

Qualche tempo fa, credo fosse Marzo, in piazza Tola da Fabio in Vineria, ho esposto una parte di quello che era un nuovo progetto artistico; chiamato appunto “Eyes Project”. Ma come sono arrivato a fare una serie di quadri raffiguranti degli occhi stilizzati? Era da un po’ che mi balenava in testa l’idea di creare dei quadri diversi dal solito, il processo creativo che mi ha portato è stato, senza dubbio, un po’ più lungo del solito. Tutto nasce dal mio sguardo e dal mio stato d’animo che in particolari e determinate situazioni riusciva ad associare il momento a dei colori specifici. Momenti brevi e insignificanti, per alcuni, ma di puro “Spleen” creativo per me. Il modo per rendere queste sensazioni arte, è stato più semplice. Visto che spesso si trattava di sensazioni visive altro non ho fatto che creare degli occhi, tutti col mio stile. Iniziando anche a documentarmi sugli occhi. Non in maniera scientifica ma bensì più culturale e artistica. Sono andato a carpire quello che gli occhi rappresentano nelle varie tradizioni popolari. Scoprendo che sono un segno molto potente in moltissime culture. Possono essere associati a molte cose diverse, come la saggezza, la conoscenza, la malvagità, la bellezza e persino la divinità. Gli occhi sono ritenuti le finestre dell'anima e sono spesso utilizzati come simbolo dell'intuizione e della percezione. In alcune culture, gli occhi sono considerati un simbolo di malvagità o d’influenza demoniaca. A esempio, gli occhi rossi o neri vengono spesso utilizzati per rappresentare personaggi malefici, come vampiri o demoni.  In generale, però, gli occhi sono spesso utilizzati come un simbolo di bellezza e fascino. Ritornando alle mie croste, credo che questa serie di tele non sia finita quel giorno, sicuramente potrà avere un seguito, anzi son sicuro che l’avrà. Il mio cervello, anche se a volte funziona male, è sempre in aguato, cosi come il mio sguardo. Spesso penso: “questo momento potrebbe diventare  un occhio”. To be continued …..




Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio.
La cultura indiana attribuisce grande importanza agli occhi e alla loro bellezza. Spesso vengono utilizzati trucchi e gioielli per rendere gli occhi più belli e luminosi. Inoltre, ci sono molte credenze e rituali legati alla protezione degli occhi e alla prevenzione di malattie.Gli egizi credevano che gli occhi fossero la finestra dell'anima. Nella loro cultura, avevano una grande importanza simbolica e spirituale. Erano considerati un simbolo di conoscenza e saggezza divina, poiché erano associati al dio Horus, che trasmetteva la conoscenza divina ai faraoni. Gli occhi erano anche rappresentati sotto forma di amuleti, come il famoso "occhio di Ra", usato per proteggere gli egizi dalle malattie e dai pericoli. Nella cultura egizia, in generale, erano considerati un simbolo di protezione, saggezza e conoscenza divina. Anche nella cultura cristiana, gli occhi sono spesso considerati la "finestra dell'anima". Ciò significa che i nostri occhi sono importanti perché rivelano ciò che stiamo pensando e sentendo. Gli occhi sono anche simbolo di saggezza e di discernimento. Inoltre, la Bibbia parla degli occhi come strumento per vedere la luce e la verità di Dio. Gesù stesso ha detto: "La lampada del corpo è l'occhio. Se dunque il tuo occhio è cieco, tutto il tuo corpo sarà tenebroso; ma se il tuo occhio è sano, tutto il tuo corpo sarà luminoso" (Matteo 6:22). Gli occhi sono anche menzionati in molte preghiere e salmi, come ad esempio il Salmo 121: "Alzerò i miei occhi verso i monti, da dove mi verrà il soccorso?". In sintesi, gli occhi nella cultura cristiana simboleggiano la sincerità, la saggezza, la ricerca della verità e la fede in Dio. Come a esempio, gli occhi di Santa Lucia, una figura venerata in molte comunità, dove sono considerati un segno di buona fortuna e protezione contro le influenze negative. In Giappone gli occhi sono chiamati "me" () e hanno una grande importanza nella cultura e nella tradizione. Per esempio, nell'arte giapponese, gli occhi sono spesso rappresentati molto grandi e luminosi. Esistono anche diversi stili di disegno degli occhi, che variano a seconda dell'epoca storica e del tipo di personaggio rappresentato. Gli occhi sono anche un importante elemento del linguaggio del corpo giapponese, poiché possono esprimere emozioni e stati d'animo. A esempio, un contatto visivo prolungato può essere considerato un segno di rispetto, mentre evitare lo sguardo può essere considerato segno di timidezza o disinteresse. Inoltre, esistono anche alcune espressioni idiomatiche giapponesi che fanno riferimento agli occhi, come "me ga mawaru" (目が回る), che significa "essere confuso" o "stordito", e "me wo akirameru" (目を諦める), che significa "rinunciare a ciò che si desidera". Gli antichi Celti credevano che gli occhi potessero vedere oltre il mondo materiale, riuscendo così a percepire la presenza degli spiriti e a ottenere una comprensione più profonda della realtà. Nella mitologia celtica, ci sono diverse divinità associate agli occhi. A esempio, il dio Lugh, considerato una figura importante nell'antica religione celtica, viene spesso rappresentato con un occhio solo, simboleggiando la sua capacità di vedere tutto. Allo stesso modo, Brigid, la dea celtica della poesia, della guarigione e dell'ispirazione, è spesso associata a occhi magici che hanno il potere di guarire e trasmettere la saggezza. Nella tradizione celtica, gli occhi erano spesso raffigurati come simboli protettivi, come amuleti a forma di occhio che venivano indossati per allontanare il malocchio o per proteggere dalle influenze negative. Questi amuleti erano fatti di pietra, metallo o anche di seta.Gli occhi rivestono un ruolo molto importante anche all'interno delle culture polinesiane, che sono caratterizzate da una forte connessione con la natura e una profonda spiritualità. Nelle diverse tradizioni polinesiane, gli occhi sono spesso considerati uno specchio dell'anima e sono considerati una fonte di poteri e conoscenze. In molte leggende e miti polinesiani, gli occhi sono visti come un canale attraverso il quale le divinità possono comunicare con gli esseri umani. Ci sono alcune divinità degli occhi, come Maui nella cultura maori, che possiedono poteri soprannaturali legati alla vista e all'osservazione. Gli occhi sono anche considerati importanti strumenti per la protezione e la guarigione. Come nelle credenze hawaiane, in cui si dice che un amuleto chiamato "Ikaika," che rappresenta un occhio, possa proteggere l'indossatore da malocchi e influenze maligne. Nelle tradizioni polinesiane, l'arte e l'artigianato sono anche un modo per celebrare e rappresentare gli occhi. Le rappresentazioni artistiche degli occhi spesso si trovano su oggetti come le maschere e le sculture, e possono essere intese come simboli di protezione e potere spirituale. In sintesi, gli occhi nelle culture polinesiane rivestono un ruolo significativo come simboli di conoscenza, comunicazione, protezione e guarigione. La loro importanza è riconosciuta sia nelle credenze spirituali che nell'arte tradizionale.

Ecc… ecc… ecc…


giovedì 5 dicembre 2024

1875 [La conclusione]

Bene. Ricominciamo con “Come diventare come me 2.0”. Cercando, però, di continuare con lo stesso fil rouge di un tempo. Non potevo che ripartire da dove c’eravamo lasciati. Non potevo che ripartire da questo libro. Avevo lasciato in sospeso quella che io chiamo la “Trilogia di Stoccolma”, parlandovi  dei primi due libri di Niklas Natt OchDag. Beh nel frattempo ho letto anche il capitolo finale. Benvenuti nella città tra i ponti. Bentornati nella fredda Stoccolma. Fantastico e avvincente come i primi due tomi. Anche in quest’ultimo capitolo, l’autore, il cui nome sembra un codice fiscale, è riuscito a tenermi legato alle pagine con la solita maestria e con la sapiente cura nell’intrecciare e riunire i fili pendenti di questa trama; portandoci a una conclusione che, ripensandoci, ancora mi lascia sgomento. Proprio così, anche in quest’ultima parte, come nelle precedenti, le emozioni non sono mancate. Tante volte mi sono soffermato nella lettura pensando: “o no, che stai facendo”, “fermati”, “non andare li”, ecc. ecc….  quasi come in un film thriller. “1975” è cosi, un lungo disfacimento morale, pieno di intrighi e giochi di potere, dove in una Stoccolma cruda e oscura, si susseguono ritorsioni, vendette e prese di coscienza. Nessuno può fidarsi del prossimo, ogni personaggio lotta per la propria sopravvivenza giorno per giorno. Proprio una bella Trilogia, tessuta insieme con la stessa materia di cui sono fatti gli incubi. Mi mancherà una lettura simile. Dopo le 1500 pagine dei tre libri (più o meno) ricche di umanità e cinico realismo, non son sicuro se, in futuro, troverò in altri libri con una tale poesia e una tale forza. Questo thriller o noir, chiamatelo come volete e veramente bello, bello, bello. Ma non leggetelo come un libro a se, il suo senso e la sua conclusione trovano un senso solo dopo aver letto gli altri. Ciao. A presto con altri libri. Ne ho da scrivere, ih se ne ho. Ahahahahah!!!


martedì 3 dicembre 2024

Update

In questo blog di resistenza umana dove “La vita è un suicidio l’amore un rogo” meno male esistono cose per cui val la pana vivere. Prima di ripartire con i nuovi post, ecco qua la mia lista aggiornata.

Sassari, la Torres, svegliaris all’Isola Rossa, fare colazione al bar, il tramonto di Marinedda, la festa della birra Trinittaiese, il “Che”, il Genoa, la partitella di basket, l’alcool, gli amici, le tette enormi, la libertà, la birra, la fotografia, la musica, dipingere, correre, la gnocca, viaggiare, le sbornie, la pornografia, Diego Armando Maradona, i Led Zeppelin, lo stomaco attorcigliato e il cuore che batte per qualcuna (stronza), fottersene, George Best, vivere una crisi, i CCCP, mandare tutti a fare in culo, giocare a subbuteo, leggere, odiare, i p*****i, il cibo, Dublino, il mare, le amiche del mare, le d****e, il calcio, le donne, Fabrizio De Andrè, fare un giro con la Vespa, l’amore, il venerdì sera, il cecio del giorno dopo, i libri, i Pink Floyd, gli assilli, le occhiaie sul viso, il comunismo, essere di sinistra, le scimmie, gli Afterhours, alcuni films, la lista delle persone che mi stanno sul cazzo, la pasta al forno di nonna, Janis Joplin, le scritte sui muri, il culo di una ragazza che ho visto l’altro giorno per strada, i campari soda, la musica sassarese, ascoltare un vinile, mincionare, la figa, una bella scopata, gli spaghetti N°5 Barilla aglio olio e peperoncino, le cazzate detta al bancone del bar, il panino gorgonzola e mortadella a metà mattina, la colazione dei campioni, raccontare storie, i panini di Renato, la sculacciata a pecorina, il poker, festeggiare un mondiale, impennare, andare in libreria, i tatuaggi, pisciare in mezzo alla natura, i vecchi oggetti, stare da solo, i polizieschi italiani anni ’70, cucinare per gli amici, fare un giro in bicicletta, la liquirizia, il signor G., Mina, giocare a carte, Andy Capp, i calamari fritti, la mattonella di melanzane della L., Capitan Harlock, Enrico Berlinguer, qualche serie TV, essere un Impiccababbu, l’nduja, il Duca Bianco, Charles Baudelaire, coltivare qualcosa, Snoopy, bestemmiare, i Joy Division, i gin tonic, Hemminguay, il Piccolo Bar, i films con gli squali, Tina Modotti, i pistacchi, le botte al Fight Club, Charles Bukowski, la poesia, la pennicchella ..... to be continued

domenica 1 dicembre 2024

Eccomi

6 Maggio 2022 era un venerdi.  1 Dicembre 2024, domenica. Sono passati 2 anni e mezzo circa, 31 mesi di silenzio assoluto. 930 giorni (giorno più, giorno meno) di pensieri, parole (non scritte) opere e “Omissioni”. Ma questa mattina mi son svegliato e mentre ascoltavo un po’ di musica col mio solito mezzo litro di caffè è arrivato il pensiero. Perché no? Riprendiamo a scrivere sul blog. In questi 2 anni, come si suol dire, è passata tanta acqua sotto i ponti e qualcosa sarà pur rimasto, qualcosa avrà lasciato un segno, di qualcosa varrà la pena scrivere due righe. Iniziamo dal motivo principale, avevo il computer rotto, non è una scusa, anche se potrebbe sembrare. Comunque che cosa è successo in questi anni di silenzio? Innanzitutto ho compiuto 50 anni e ho la barba sempre più bianca. Potrei dire di essere più saggio e riflessivo, di aver la testa salda sulle spalle, di aver maturato. Per alcune cose direi sicuramente di si, per altre decisamente no. Ancora mi incazzo per le ingiustizie, per i sopprusi, per questi politici incapaci, ignorati, populisti e arrivisti. Ancora mi indegno per un sacco di cose. Non c’è niente da fare, ormai mi sono rassegnato, non morirò pompiere; sarò sempre un incendiario!!!  Vabbè!!! Le mie passioni non sono cambiate. Continuo a leggere libri (di alcuni dovrò necessariamente parlarne), divorare alcune serie TV e guardare vecchi film (senza mai tralasciare comunqua quelli con gli Squali) sul mio amato divano (ormai diventato come uno di famiglia). Ho un po’ rallentato con la pittura, un poco non tantissimo, ma questo non mi ha certo bloccato nel creare un nuovo progetto chiamato “Eyes” (parlerò anche di questo). Continuo ostinatamente a fere sport, nonostante le mie ginocchia chiedano quotidianamente di darci un taglio. Vado sempre al “Fight Club” ma prendere colpi non mi basta; e visto il mio addio al basket di questa estate, ho ripreso a correre. Niente di che, non corro più per il cronometro o la distanza, corro semplicemente per farlo. Esco di casa e vado, io i miei pensieri e la maglia sudata. Il mio momento Zen. Ho continuato a viaggiare, conoscere nuove persone e apprezzare sempre di più le serate con gli amici. Ascolto musica ogni dannato giorno, serebbe una vita noiosissima non farlo. Mi piace ancora cucinare e mangiare bene (questa vita è troppo corta, per mangiare di merda). Mi concedo ancora qualche sbornia (non cambierò mai) e sono sempre presente allo stadio; non più in curva, ma ho trovato la mia dimensione di vecchio “Brilli” in gradinata. Credo proprio che l’amore per la Torres non finirà  mai.  Questo è tutto o almeno credo. Spero di riuscire a trovare un buon ritmo e riprendere a scrivere con costanza su questo mio caro blog.

Ahhhh dimenticavo …. Continuo a innamorarmi di tutto!!!