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martedì 17 dicembre 2024

Tinissima

Tina: emigrante, operaia, attrice, fotografa, antifascista, militante, comunista, perseguitata, esule. Questi sono solo una parte degli aggettivi che userei per descrivere Tina Modotti. Ce ne sarebbero molti altri come: artista, coraggiosa, impegnata, avanguardista ecc… ec.. Come sono arrivato a lei? Come sono arrivato alla sua arte? Come sono arrivato a inserirla nella lista delle cose “per cui vale la pena vivere”? Leggendo ovviamente. Andiamo per gradi. Il primo incontro con Tina, lo ebbi quando ero molto giovane. Vidi una sua mostra fotografica, proprio qui a Sassari, ne rimasi colpito. Quelle sue foto in bianco e nero scattate in Messico, avevano qualcosa di strano, per alcuni versi ne ero colpito e mi intrigavano, ma allo stesso tempo pensavo, potrei farle anche io. Un giudizio molto superficiale. Comunque uno “strano” che mi attraeva. Solo in tempi più maturi, appassionandomi alla fotografia, ho capito che le avrei dovute valutare in maniera diversa. Esaminando meglio l’poca storica, il mezzo fotografico e l’ambiente in cui venivano realizzate. Insomma un approfondimento più specifico e preciso di quei primi piani e quelle prospettive al limite. Anni dopo parlando con un’amica (R.C.), molto più capace di me con la macchina fotografica, abbiamo iniziato a parlare di “Tinissima”. Mi ha consigliato il libro di Pino Cacucci, per poter capire meglio la straordinaria vita di questa donna; piena di forza e indipendenza ma anche fragile, fuggevole e sognatrice. Ok lo leggerò!!! Detto, fatto. E cosi ecco che la strada di Tina si incrocia nuovamente con la mia. Ho letteralmente amato quelle pagine. Ho scoperto cose nuove e affascinanti, cose che ignoravo di una vita così piena, avvincente e complicata. Una biografia eccezionale. Fin dalla nascita avvenuta a Udine nel 1896, in una famiglia modesta e numerosa. Le difficoltà da emigrante negli Stati Uniti, fino al successo come attrice nei primissimi film muti di Hollywood, grazie al suo straordinario fascino e una bellezza fuori di canoni dell’epoca. I suoi amori e l’incontro fondamentale con Edward Weston. Il trasferimento in Messico, l’adesione al partito Comunista Messicano. La dedizione alla fotografia e all’avanguardia artistica. La ingiusta persecuzione Fascista. L’attivismo rivoluzionario. Continuando con la sua vita da esule tra Mosca, Parigi e Berlino. Le amicizie con Neruda, Riviera, Frida Kalo, Robert Capra, Hemminguay e Majakovskij. Fino alla partecipazione alla guerra rivoluzionaria spagnola. Per concludere con la sua “strana” morte, nel 1946, avvenuta su un taxi a città del Messico. Wow che donna!!! Sempre diversa, ma sempre lei. L’emigrante, l’operaia, l’attrice, la fotografa, l’antifascista, la militante, la comunista, la  perseguitata, l’esule. Tinissima …..

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