Bene. Ricominciamo con “Come diventare come me 2.0”. Cercando, però, di
continuare con lo stesso fil rouge di
un tempo. Non potevo che ripartire da dove c’eravamo lasciati. Non potevo che
ripartire da questo libro. Avevo lasciato in sospeso quella che io chiamo la
“Trilogia di Stoccolma”, parlandovi dei
primi due libri di Niklas Natt OchDag. Beh nel frattempo ho letto anche il
capitolo finale. Benvenuti nella città tra i ponti. Bentornati nella fredda Stoccolma.
Fantastico e avvincente come i primi due tomi. Anche in quest’ultimo capitolo,
l’autore, il cui nome sembra un codice fiscale, è riuscito a tenermi legato
alle pagine con la solita maestria e con la sapiente cura nell’intrecciare e
riunire i fili pendenti di questa trama; portandoci a una conclusione che,
ripensandoci, ancora mi lascia sgomento. Proprio così, anche in quest’ultima
parte, come nelle precedenti, le emozioni non sono mancate. Tante volte mi sono
soffermato nella lettura pensando: “o no, che stai facendo”, “fermati”, “non
andare li”, ecc. ecc…. quasi come in un
film thriller. “1975” è cosi, un lungo disfacimento morale, pieno di intrighi e
giochi di potere, dove in una Stoccolma cruda e oscura, si susseguono
ritorsioni, vendette e prese di coscienza. Nessuno può fidarsi del prossimo,
ogni personaggio lotta per la propria sopravvivenza giorno per giorno. Proprio
una bella Trilogia, tessuta insieme con la stessa materia di cui sono fatti gli
incubi. Mi mancherà una lettura simile. Dopo le 1500 pagine dei tre libri (più
o meno) ricche di umanità e cinico realismo, non son sicuro se, in futuro,
troverò in altri libri con una tale poesia e una tale forza. Questo thriller o
noir, chiamatelo come volete e veramente bello, bello, bello. Ma non leggetelo
come un libro a se, il suo senso e la sua conclusione trovano un senso solo
dopo aver letto gli altri. Ciao. A presto con altri libri. Ne ho da scrivere,
ih se ne ho. Ahahahahah!!!
- Sassari, la Torres, svegliarsi all’IsolaRrossa, fare colazione al bar, il tramonto di Marinedda, la festa della birra trinitaiese, il "Che", il Genoa, la partitella di basket, l’alcool, gli amici, le tette enormi, la libertà, la birra, la fotografia, la musica, dipingere, correre, la gnocca, viaggiare, le sbornie, la pornografia, Diego Armando Maradona, i Led Zeppelin, lo stomaco attorcigliato e il cuore che batte per qualcuna (stronza), fottersene, George Best, vivere una crisi, i CCCP, mandare tutti a fare in culo, giocare a subbuteo, leggere, odiare, i p*mpini, il cibo, Dublino, il mare, le amiche del mare, lE d****e, il calcio, le donne, Fabrizio De Andrè, fare un giro con la vespa, l’amore, il venerdì sera, il cecio del giorno dopo, i libri, i Pink Floyd, gli assilli, le occhiaie sul viso, il comunismo, essere di sinistra, le scimmie, gli Afterhours, alcuni films, la lista delle persone che mi stanno sul cazzo, la pasta al forno di nonna, Janis Joplin, le scritte sui muri, il culo di una ragazza che ho visto l’altro giorno per strada, i campari soda, la musica sassarese, ascoltare un vinile, mincionare, la figa, una bella scopata, gli spaghetti n°5 Barilla aglio olio e peperoncino, le cazzate dette al bancone dei bar, il panino gorgonzola e mortadella a metà mattina, la colazione dei campioni, raccontare storie, i panini di Renato, la sculacciata a pecorina, il poker, festeggiare almeno un mondiale, impennare, andare in libreria, i tatuaggi, pisciare in mezzo alla natura, i vecchi oggetti, stare da solo, i polizieschi italiani anni '70, cucinare per gli amici, farsi un giro in bicicletta, la liquirizia, il signor G. Mina, giocare a carte, Andy Capp, i calamari fritti, la mattonella di melanzane della L, Capitan Harlock, Enrico Berlinguer, qualche serie tv, essere un Impiccababbu, l'nduja. il Duca Bianco, Charles Baudelaire, coltivare qualcosa, Snoopy, bestemmiare, i Joy Division, il gin tonic, Heminguay, il Picoolo Bar, i films con gli squali, Tina Modotti, i pistacchi, le botte al Fight Club, Charles Bukowski, la poesia, la pennicchella ………. To be continued
giovedì 5 dicembre 2024
1875 [La conclusione]
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