Come fare il famoso
piatto forte di Carlo Cracco? Come solo poter pensare di riuscire a riproporlo
ai propri commensali? Come si fa, sto cazzo di tuorlo d’uovo marinato? Più che
una ricetta è una vera e propria sfida. Nonostante gli ingredienti siano
davvero pochi, la preparazione richiede un po’ di pazienza e manualità. Ora vi
racconto come ho fatto. Innanzitutto sono partito mescolando in parti uguali
sale fino e zucchero. Documentandomi ho letto che si potrebbe fare anche solo
col sale, ma il sapore a fine procedimento sarebbe più aggressivo, per cui mi
sono attenuto espressamente alla ricetta. Non quella originale di Cracco (lui
aggiunge una purea di fagioli) ma a una di un disgraziato come me trovata in
rete. Comunque ho versato un po’ della miscela sul fondo di una scodella, ho
adagiato il tuorlo d’uovo con delicatezza, anche se prima stavo per spaccare
tutto (porca troia che nervoso, ne ho rotto un paio), e poi ho ricoperto con
altro miscuglio. Ho ripetuto l’operazione con più tuorli. Qui entra in ballo la
fisica. Il sale e lo zucchero iniziano lentamente e inesorabilmente a
disidratare il tuorlo, le proteine presenti in mancanza d’acqua si distruggono,
ricompattandosi in altra maniera. Durante questo procedimento il tuorlo si
cuoce. Non chiedetemi altro, per me resta una magia. Ahahahahahah!!! Ora
bisogna aspettare solamente. Quanto dipende da voi. I risultati del mio
esperimento sono i seguenti. Dopo circa 3h e mezzo con cura e delicatezza ho
estratto il primo tuorlo, l’ho messo dentro una tazza piena d’acqua e pulito da
sale e zucchero, l’ho asciugato. Il tuorlo aveva una consistenza solida all’esterno
e morbido-cremosa all’interno. Un morso e ciao. Minchia spettacolare!!! Gioia
di papille gustative esplosione di sapore. Buonissimo!!! Il secondo e il terzo tuorlo,
li ho estratti dopo 15h, in realtà l’avrei dovuto fare dopo 10, ma di alzarmi
nel cuore della notte non ne avevo proprio voglia. Dopo questo tempo si ottiene
un tuorlo completamente solido, gommoso. Sempre saporito e gustoso, ma vista la
sua consistenza particolare, ancora, non saprei come utilizzarlo in cucina. Il
terzo tuorlo l’ho messo in una formina di alluminio, semichiusa in modo che
possa circolare l’aria. Li deve rimanere per 14715 giorni. Si avete capito
bene. Alla fine avrà una consistenza solido-secca, ideale per essere grattugiato,
finemente o a scaglie, su pasta o risotti. Esperimento riuscito!!! Tre versioni
interessanti della marinatura del tuorlo. Comunque se posso darvi un piccolo
consiglio, accompagnandolo come credete opportuno, mangiate quello marinato
dopo solo tre ore e mezza. Anche se si tratta solamente di un tuorlo d’uovo
disidratato, è semplicemente sublime. Paradisiaco!!!
- Sassari, la Torres, svegliarsi all’IsolaRrossa, fare colazione al bar, il tramonto di Marinedda, la festa della birra trinitaiese, il "Che", il Genoa, la partitella di basket, l’alcool, gli amici, le tette enormi, la libertà, la birra, la fotografia, la musica, dipingere, correre, la gnocca, viaggiare, le sbornie, la pornografia, Diego Armando Maradona, i Led Zeppelin, lo stomaco attorcigliato e il cuore che batte per qualcuna (stronza), fottersene, George Best, vivere una crisi, i CCCP, mandare tutti a fare in culo, giocare a subbuteo, leggere, odiare, i p*mpini, il cibo, Dublino, il mare, le amiche del mare, lE d****e, il calcio, le donne, Fabrizio De Andrè, fare un giro con la vespa, l’amore, il venerdì sera, il cecio del giorno dopo, i libri, i Pink Floyd, gli assilli, le occhiaie sul viso, il comunismo, essere di sinistra, le scimmie, gli Afterhours, alcuni films, la lista delle persone che mi stanno sul cazzo, la pasta al forno di nonna, Janis Joplin, le scritte sui muri, il culo di una ragazza che ho visto l’altro giorno per strada, i campari soda, la musica sassarese, ascoltare un vinile, mincionare, la figa, una bella scopata, gli spaghetti n°5 Barilla aglio olio e peperoncino, le cazzate dette al bancone dei bar, il panino gorgonzola e mortadella a metà mattina, la colazione dei campioni, raccontare storie, i panini di Renato, la sculacciata a pecorina, il poker, festeggiare almeno un mondiale, impennare, andare in libreria, i tatuaggi, pisciare in mezzo alla natura, i vecchi oggetti, stare da solo, i polizieschi italiani anni '70, cucinare per gli amici, farsi un giro in bicicletta, la liquirizia, il signor G. Mina, giocare a carte, Andy Capp, i calamari fritti, la mattonella di melanzane della L, Capitan Harlock, Enrico Berlinguer, qualche serie tv, essere un Impiccababbu, l'nduja. il Duca Bianco, Charles Baudelaire, coltivare qualcosa, Snoopy, bestemmiare, i Joy Division, il gin tonic, Heminguay, il Picoolo Bar, i films con gli squali, Tina Modotti, i pistacchi, le botte al Fight Club, Charles Bukowski, la poesia, la pennicchella ………. To be continued
sabato 21 maggio 2016
lunedì 16 maggio 2016
Luna
Dipingimi distorto
come un angelo anormale che cade. Offendimi, se odiare è un crimine il prezzo è
uguale e fa male. E vedo te, io e te, niente conta in fondo. Illumina, annulla
le paure oh Luna, nulla è uguale. Sarò così onesto come se tu fossi il mare, il
mare. E vedo te, io e te, niente conta e Crolla, crolla. E vedo te, io, niente
conta in fondo.
giovedì 12 maggio 2016
Oggi cucino io
“Non c’è posto al mondo che ami più della mia cucina. Non importa dove
si trova, com’è fatta: purché sia una cucina, un posto dove si fa da mangiare,
io sto bene. Se possibile le preferisco funzionali e vissute. Magari con tanti
strofinacci asciutti e puliti e le piastrelle bianche che scintillano. Un luogo
che condivido volentieri con gli amici a me cari ….” Banana Yoshimoto
Budget di spesa 20€.
Una trentina (qualche volta anche di più) di commensali affamati e
intransigenti. Questa è la sfida che ogni settimana “un posto segreto” propone. Questa è la sfida per chi volesse mettersi in gioco. Questa
è la sfida per chi, ha cucinato solo tra le mura domestiche e per una volta
volesse provare le ebbrezza di una cucina professionale. Questo è “Oggi cucino
io”. Figata assoluta!!! Basta avere le conoscenze giuste (conosco della gente, che conosce delle persone, che fanno delle cose ...) e iscriversi, un bel po’ di incoscienza e
ovviamente una dose di passione per il buon cibo, la cucina e il piacere di
stare in compagnia (roba di casino). Nonostante l’ambiente sia familiare e amichevole,
un po’ di ansia da prestazione arriva. Per lo meno a me è successo. Avevo
provato la ricetta a casa, ma solo per due persone, quindi misurami su grosse
quantità era un incognita. Poi c’era la difficoltà dei materiali, cucina
professionale e pentole in acciaio, mica quelle confortanti e antiaderenti di
casa. Distrarsi un secondo poteva significare far attaccare tutto e mandare a
zampe per aria la cena. E in più la cosa più importante, non far sfigurare la famosa e apprezzata cucina del "posto segreto". Salvare la reputazione del “luogo X” era la
cosa più importante. Sarebbe stato uno smacco tremendo combinare qualche
puttanata. Ansie che sono sparite una volta indossata la divisa ufficiale.
Perché l’importante e il fine è sempre stato quello di stare insieme e
divertirsi. La cucina non è solo mangiare, ma molto, molto di più. E’ un luogo
d’incontro celebrale, stimolante e creativo. Perciò, fanculo al cucchiaio di
legno, quel che sarà, sarà. Forza e coraggio!!! Ahahahahah!!! La
serata, come tutte d’altronde, è stata speciale. La ricetta per questo
appuntamento settimanale è semplice, facile e veloce. Un po’ di risate, la
giusta dose di birra fresca e buon vino (ho detto la giusta dose), una buona
manciata di amici e per questa volta (la prossima volta cambierà) la mia
fregola al nero di seppia con cozze, ricotta affumicata e pomodorini arrosto
caramellati. Buon appetito!!! Alè oh oh alè oh oh!!! God save the
secret place!!!
lunedì 2 maggio 2016
Playoffs - Ottavi di finale
GARA 1
Terzo posto in
classifica. Ottenuto con sudore, fatica, difficoltà e tanti sacrifici. Record
di 12 vittorie e solamente 3 sconfitte. Questi sono i numeri della regular
season degli Impiccababbu. Questo è il meritato risultato che anche quest’anno
ci ha portato ai playoffs. La scalata
verso la vetta del campionato UISP, parte dagli ottavi di finale. Si gioca al
meglio delle tre partite, avversari di questo insidioso primo turno la Gabetti
Alghero. Squadra di pari livello, essendosi anche lei classificata terza nel
proprio girone. Avendo il vantaggio campo, gara uno si gioca da noi. Palla a
due. Le fasi iniziali, e non potrebbero che essere tali, sono di studio. Noi
non conosciamo loro, loro non conoscono noi. La fase di attenzione dura per
tutto il primo quarto. Canestro noi, canestro loro e viceversa. Nessuno vuole
scoprire le carte. Dopo i primi dieci minuti siamo ancora li a guardarci in
faccia. 13 a 11 per noi. Il secondo periodo è una fotocopia del primo, nessuno
vuole mostrarsi come realmente è, e anche se c’è qualche piccolo parziale, la
squadra sotto riesce sempre a ricucire il gap. E’ evidente una cosa, noi non
stiamo per niente giocando bene. Anche se siamo ordinati e diligenti in attacco,
manca qualcosa. Manca quella insana cattiveria che ci caratterizza, quella
energia che ci ha portato a sette vittorie di fila; per dirla alla sudamericana
manca la “garra”. Andiamo all’intervallo in parità a quota 28. Nel terzo quarto
continuiamo a dare segni di apatia generale. La partita non è bellissima, si
segna poco da ambo i lati del campo. Le difese hanno la meglio sugli attacchi. E’
l’ennesimo periodo di studio. Ormai si è capito ci giocheremo tutto negli
ultimi dieci minuti; che partono vederci in svantaggio di due lunghezze. 38 a
36. Più determinati gli avversari riescono a piazzare un piccolo break a inizio
quarto. Noi ci siamo ancora, mentalmente siamo pronti a giocarcela, mentalmente
siamo lì. Purtroppo mancano le gambe. Un nostro piccolo calo fisico pregiudica
il potenziale recupero. Gli avversari più atletici e veloci ne approfittano
sapientemente, mettendo un buon cuscinetto di punti tra le squadre. Pur
lottando fino all’ultimo pallone non riusciamo a recuperare. Impiccababbu 45 Gabetti Alghero 55. Perso!!! Ci poteva stare e lo
sapevamo. Non abbiamo giocato male, è mancato un po’ di pepe. Niente è perduto.
Le sconfitte insegnano sempre qualcosa. Ora siamo feriti e incazzati e come ben
sappiamo in questi casi diamo il meglio di noi. A testa alta ad Alghero per
gara due. Forza IMPICCABABBU!!!
#iocicredo.
GARA 2
La seconda partita di
questa serie iniziale di playoffs, si gioca esattamente sei giorni dopo. Giusto
il tempo di ripassare mentalmente l’andata e trovare qualche piccola soluzione
a ciò che non è andato nel primo match. Sappiamo bene che sarà una partita dura
e difficile. Gli avversari sono tosti e non vorranno certo rischiare di portare
la serie alla bella. I primi minuti di gioco confermano le aspettative.
Entrambe le squadre partono in maniera energica. Si combatte punto a punto, ma
nessuno riesce a mettere qualche parziale significativo. Canestro contro
canestro e si va al primo intervallo sotto di due, 15 a 13; con un piccolo
presentimento. Oltre alla Gabetti e i suoi tifosi, oggi, c’è un altro terribile
avversario, l’arbitro. Ma come dicevo è solo un piccolo presentimento. Il
secondo quarto si apre nella stessa maniera del primo. Squadre toniche e decise
nel non concedere nulla all’avversario. La partita è maschia, ma sempre nel limite
della grande sportività. Il quarto lo vinciamo di due punti, si va quindi
all’intervallo 24 pari. Intanto nella testa, quel piccolo presentimento inizia
a diventare qualcosa di più. Anche la terza frazione, così come le precedenti è
battagliera. Questo è il quarto che potrebbe essere decisivo, ma così non è.
Entrambe le squadre ribattono ai canestri degli avversari. Il distacco resta
sempre minimo, nessuno da la spallata necessaria per una piccola fuga. Se prima
dell’ultimo quarto il risultato è ancora incerto 36 a 37 (+1 per noi), arriva
finalmente la certezza che ronzava nell’aria. L’arbitro ci fischia contro!!!
Per cui sei contro cinque ci apprestiamo a giocare gli ultimi dieci minuti più
importanti della stagione. E’ ancora battaglia, è ancora guerra. Dopo i primi
minuti in sostanziale parità, i nostri avversari, complice poca lucidità da
parte nostra, riescono a prendere qualche punto di vantaggio. Noi stringiamo i
denti, mettendo in campo la nostra dote migliore, il cuore. Riusciamo a
riportarci sotto con una bomba. -1 a una manciata di secondi, col vento in
poppa per il generoso recupero. E qui viene il bello. Quello che era stato solo
un presentimento, poi tramutato in sospetto, ora è certezza. Il metodo
sistematico delle piccole decisioni indirizzate tutte da una parte ha la sua
degna conclusione. Infrazioni di passi a catinelle e fallo antisportivo. Gabetti Alghero 53 Impiccababbu 48. Merda!!!
Stagione finita!!! Bravi Impiccababbu!!! Clap clap clap!!!. Due match duri, ma
sempre corretti e leali, giocati con cuore, determinazione e grande spirito di
sacrificio. Resta un po’ di amaro in
bocca e la convinzione che il turno si poteva passare. Rompiamo le righe,
vaffanculo a tutti e un vaffanculo
speciale a l’a…..o!!! Forza IMPICCABABBU!!!
domenica 1 maggio 2016
On the road from pub to pub
“Mi piacerebbe disegnare una mappa alcoolica della Gran
Bretagna con le sue strade ebbre che vacillano lungo i campi e i confini
comunali, le strade che i viaggiatori tracciavano da un pub all’altro e da una
locanda all’altra. I campi d’orzo e i filari di luppolo, i vigneti e i
frutteti. All’orizzonte si stagliano le ciminiere in mattoni rossi delle
birrerie, le distillerie stanno accanto alle torbiere,mentre gli essicatoi per
il luppolo, ora riconvertiti in pensionati per studenti, fanno capolino tra le
siepi di tasso. Nelle città e nei paesi ci si orienta con i pub, alloStar a
sinistra, dopo il sun a destra. Gli zoccoli dei cavalli da tiro calcano la
southCircular, e il Black Country sfrigola nelle Pork Scrachimgs, Islay ha
l’alito che sa di whisky, Plymouth di gin e Burton di ale leggere”
Questa è la quarta di
copertina che mi ha convinto a comprare un libro. Queste sono le parole che mi
hanno spinto a leggere “Isole, incontri, pub, soprattutto pub”. Si avete capito
bene, e anche se può suonare strano questo è proprio il titolo di un libro. Uno
strano e particolare reportage di viaggio. Un tortuosa e alcoolica avventura
attraverso i pub del Regno Unito. Partendo il 2 aprile dalle isole Scilly fino
al traguardo, il 30 dello stesso mese, alle isole Shetland. Scopo della
missione trovare il pub perfetto. Un lungo percorso capriccioso e stravagante.
In cui, Ian Marchant (autore del libro) insieme a un amico fotografo, esplorano
il lato alcoolico e genuino di un popolo; dove il “pub”, più che un luogo, è un
vero modo di stare al mondo. Un spassoso racconto, pieno di aneddoti, luoghi,
parolacce, in cui non mancano riflessioni più o meno serie. Una lettura della
vita attraverso le “ales” inglesi e non solo. E’ il tipico romanzo “on the
road”, scritto bene e capace di farti viaggiare mentalmente, capace di
ispirarti e farti venire voglia di preparare uno zaino e partire. Parlo per me
ovviamente, ma chi non farebbe un’esperienza simile? Chi non prenderebbe un
amico e via, all’avventura? Chi non potrebbe rimanere affascinato da un simile
itinerario di viaggio? Se qualcuno è disponibile io parto al volo!!!
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