di Charles Boudelaire, tratta da “Les Fleurs du Mal”, 1867
La mia giovinezza non fu che un
oscura tempesta,
traversata qua e là da soli
risplendenti;
tuono e pioggia l’hanno talmente
devastata
che non rimane nel mio giardino altro
che qualche fiore vermiglio.
Ecco, ho toccato ormai l’autunno
delle idee,
è ora di ricorrere al badile e al
rastrello
per rimettere a nuovo le terre
inondate
in cui l’acqua ha scavato buchi
larghi come tombe.
E chissà se i fiori nuovi che vado
sognando,
in un terreno lavato come un greto,
il mistico limo cui attingere forza…
O dolore, o dolore, il tempo si
mangia la vita
e l’oscuro Nemico che ci divora il
cuore
cresce e si fortifica nel sangue che
perdiamo.
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