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venerdì 14 febbraio 2025

Palestina

Uno dei primi post scritti quando ho deciso di riprendere con questo blog, raccontava di un mio progetto artistico e della creazione di diverse tele a tema, dal titolo “Eyes”. Di queste 12 tele ho parlato molto in generale, soffermandomi poco su l’aspetto singolo di ogni lavoro. Tuttavia ne esiste una, per cui vale la pena, affrontare un discorso più specifico. Sto parlando dell’ultima realizzata, la dodicesima. Titolo: “Palestina” (canzone dei CCCP del 1982). I colori usati sono il rosso, il verde, il bianco e il nero, e ovviamente si tratta di un occhio stilizzato, così come tutti gli altri, ma guardandolo ricorda la sezione di un’anguria. Perché? Quale mistero si cela dietro i colori della bandiera Palestinese e l’anguria. Le cause sono grafiche, storiche e ovviamente politiche. Tutto ebbe inizio dopo la guerra del 1967 (quella dei 6 giorni). Durante quei giorni i nazisti israeliani, oltre che occupare illegalmente molti territori (Gerusalemme est, la cis-Giordania e la striscia di Gaza) proebirono l’esposizione della bandiera dello stato palestinese. Qualsiasi fosse il contesto o la situazione era vietato esporre quella bandiera. L’utilizzo dell’anguria in sua sostituzione è un atto che esiste da decenni come forma di resistenza e rappresentazione. L’anguria è diventata un simbolo di speranza, di sostegno, di protesta e resistenza. Oggi l’anguria è diventato un simbolo per tutti coloro che vogliono diffondere consapevolezza e verità. Una semplice fetta d’anguria può aiutare a mantenere vivo un movimento, un popolo e una resistenza. E anche se i palestinesti non hanno uno stato riconosciuto (qui potrei aprire mille discorsi, ma scadrei nell’antisemitismo), sono una nazione con la loro bandiera che afferma la loro esistenza. SEMPRE PALESTINA LIBERA.

"Palestina" tempera acrilica su tela 50x50 cm

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