“… quell’oceano sereno srotolava dinanzi a me verso oriente
mille leghe d’azzurro. C’è non si sa quale dolce mistero in questo mare, i cui
movimenti soavi e terribili sembrano parlare di qualche anima nascosta nel suo
profondo …”
Herman Melville – Moby Dick (1851)
Alè-oh-oh alè-oh-oh alè-oh-oh alè-oh-oh. Finalmente ce l’ho fatta. Finalmente sono arrivato all’ultima
riga. Dopo due tentativi andati a male, al terzo, ripartendo dalla primissima
pagina, ci sono riuscito. Finalmente posso dire di aver letto Moby Dick. Cazzoooo!!!
Una vera e propria Odissea, un viaggio lungo e interminabile. A volte
scoraggiante, altre esaltante. Affascinante come un romanzo di avventura,
noioso come un libro di biologia marina, interessante come una rivista di
bricolage e riflessivo come un trattato di filosofia; Moby Dick è tutto questo.
Ancora non ho capito se questo libro è geniale o una cagata pazzesca (cit. Ugo
Fantozzi). Scherzo naturalmente. E’ un continuo alternarsi di capitoli di una bellezza straordinaria.
Momenti di altissima letteratura narrativa, di grande potenza evocativa e
genialità. Frasi, pensieri e dialoghi che non smetteresti mai di leggere, che
purtroppo si contrappongono a centinaia di pagine scoraggianti, noiose e per
niente interessanti. Da un lato la fantastica descrizione dei personaggi, del loro
modo di essere, della propria dissoluta esistenza e delle loro tormentate anime;
dall’altro la scientifica descrizione e catalogazione dei cetacei, dei loro
cervelli, delle loro pinne caudali, di come sono fatte le parti di una
baleniera e i vari tipi di cordame a bordo (no aspè il capitolo sulle corde mi
è piaciuto). Momenti di esaltazione poemica e momenti asettici, in cui se
avessi avuto davanti Melville l’avrei appeso all’albero maestro del “Pequod”. Nelle
mie ridicole recensioni, non lo faccio quasi mai, tanto meno ora. Non vi
racconterò la vicenda del romanzo (credo che tutti la conosciate), ne di
Ismaele, ne vi racconterò della
variegata e complessa orda di personaggi, ne delle differenti sitazioni che la
vita in mare ti pone davanti. Moby Dick si presenta come un opera dall’alto
valore letterario. Questo libro è entrato nell’immaginario collettivo non solo
grazie alla tumultuosa lotta tra il mostro marino e il temerario Achab. Non
fatevi trarre in inganno, non è solo una semplice storia di marinai e pesci.
Moby Dick con i suoi vari e numerosi significati allegorici, tali da
appassionare generazioni di letterati o semplici lettori come me, spinge alla
continua ricerca del significato autentico della vicenda. Questo è il vero
motivo che mi ha spinto, finalmente, ad arrivare fino all’ultima pagina. Capire
o cercare di farlo, cosa si cela dietro tutto ciò e qual è il suo significato. Oh
cazzoooo!!! L’ho capito adesso mentre stavo cercando le parole per continuare
questo post. Porca Troiaaaaaa!!! Melville, mi hai fottuto!!! Sei un
bastardoooo!!!
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