Frequentavo la scuola
media quando nacque la moda di pasticciare gli zainetti, attaccarci adesivi e
soprattutto spillette. A quell’età non ti puoi permettere un solo errore, se
fai qualcosa di sbagliato, o dici qualcosa di sbagliato, o non sei come gli
altri, vieni escluso socialmente. Questa
fu la causa scatenante che quel pomeriggio di scuola media (non ricordo in che
classe ero) mi spinse ad uscire in cerca di ammennicoli da attaccare al mio
zaino ancora vergine. Dopo aver camminato in lungo e largo per le strade di
Sassari, sentendomi più grande di quel che ero, capitai all’emiciclo. Non era
come lo si vede ora, all’epoca, ricorderanno quelli della mia generazione, ci
arrivavano i pullman da tutta la sardegna, ma la cosa più importante di quel giorno
era che, in maniera stanziale, erano sempre presenti delle bancarelle. Bancarelle
piene di chincaglierie, giocattoli per bambini, musicassette di ambigua
provenienza ma soprattutto spillette dei gruppi rock. Perciò intenzionato a
spendere tutta la mia paghetta iniziai una selezione accurata per scegliere le
più fighe da esporre. Una in particolare colpi subito la mia attenzione, aveva
lo sfondo rosso e al centro vi era un personaggio, con un volto scuro e un
basco in testa, la presi subito senza sapere chi fosse, quasi ipnotizzato. Attaccai
quella e altre spillette allo zaino ignaro di quel che rappresentava. Fu una
zia a chiedermi se sapevo chi fosse quel personaggio, io risposi: è un cantante….
Solo dopo aver terminato di ridere mi disse che quello era Che Guevara…. C’è
cosa? Risposi io, da perfetto ignorante…. Lei: è un rivoluzionario, un
guerriero, uno che ha lottato, informati prima di esporre qualcosa…. Che figura
di merda, cazzo avevo un rivoluzionario sullo zaino e non lo sapevo, altro che
gruppi rock, questo fa più figo ancora. Dovevo informarmi, dovevo sapere.
Iniziai a leggere e a raccattare informazioni di ogni genere, più leggevo più mi interessava, alla fine arrivarono
altri libercoli, prestati e poi mai restituiti ai miei zii. Finalmente sapevo. Nacque
la passione per il “Che”, per la sinistra e per il comunismo. Non si può dire
che la mia politica si sia formata in quegli anni, c’è voluto tempo, ma quell’immagine
triste ha dato la scintilla, e da quel momento in poi il “Che” non mi ha più
abbandonato. Non starò qui a tediarvi sulle imprese del “Che”, sul suo pensiero
ribelle, sulla sua unicità o sull’intensità dei suoi scritti. Non sono un
biografo. Il “Che” mi ha trasmesso la passione travolgente che metto nelle cose
a cui tengo, è molto difficile da spiegare, e non credo interesserebbe a molti,
ma credo che abbia condizionato molto le mie scelte, le mie decisioni e i miei
comportamenti, giusti o sbagliati che siano, sono diventato cosi, dopo un percorso a cui ha partecipato anche
Lui. Ma non voglio fare dei discorsi politici o
romantici, volevo solo raccontarvi di quel pomeriggio, quando io e il “Che” ci
siamo conosciuti per la prima volta.
- Sassari, la Torres, svegliarsi all’IsolaRrossa, fare colazione al bar, il tramonto di Marinedda, la festa della birra trinitaiese, il "Che", il Genoa, la partitella di basket, l’alcool, gli amici, le tette enormi, la libertà, la birra, la fotografia, la musica, dipingere, correre, la gnocca, viaggiare, le sbornie, la pornografia, Diego Armando Maradona, i Led Zeppelin, lo stomaco attorcigliato e il cuore che batte per qualcuna (stronza), fottersene, George Best, vivere una crisi, i CCCP, mandare tutti a fare in culo, giocare a subbuteo, leggere, odiare, i p*mpini, il cibo, Dublino, il mare, le amiche del mare, lE d****e, il calcio, le donne, Fabrizio De Andrè, fare un giro con la vespa, l’amore, il venerdì sera, il cecio del giorno dopo, i libri, i Pink Floyd, gli assilli, le occhiaie sul viso, il comunismo, essere di sinistra, le scimmie, gli Afterhours, alcuni films, la lista delle persone che mi stanno sul cazzo, la pasta al forno di nonna, Janis Joplin, le scritte sui muri, il culo di una ragazza che ho visto l’altro giorno per strada, i campari soda, la musica sassarese, ascoltare un vinile, mincionare, la figa, una bella scopata, gli spaghetti n°5 Barilla aglio olio e peperoncino, le cazzate dette al bancone dei bar, il panino gorgonzola e mortadella a metà mattina, la colazione dei campioni, raccontare storie, i panini di Renato, la sculacciata a pecorina, il poker, festeggiare almeno un mondiale, impennare, andare in libreria, i tatuaggi, pisciare in mezzo alla natura, i vecchi oggetti, stare da solo, i polizieschi italiani anni '70, cucinare per gli amici, farsi un giro in bicicletta, la liquirizia, il signor G. Mina, giocare a carte, Andy Capp, i calamari fritti, la mattonella di melanzane della L, Capitan Harlock, Enrico Berlinguer, qualche serie tv, essere un Impiccababbu, l'nduja. il Duca Bianco, Charles Baudelaire, coltivare qualcosa, Snoopy, bestemmiare, i Joy Division, il gin tonic, Heminguay, il Picoolo Bar, i films con gli squali, Tina Modotti, i pistacchi, le botte al Fight Club, Charles Bukowski, la poesia, la pennicchella ………. To be continued
lunedì 21 maggio 2012
Hasta siempre comandante
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