Alliterazione:
formulazione che consiste ripetizione, spontanea o ricercata (per
finalità stilistiche o come aiuto mnemonico), di un suono o di una serie di
suoni, acusticamente uguali o simili, all’inizio di due o più vocaboli successivi.
Congiuntivo: modo finito del verbo che ha 4 tempi (presente, imperfetto, passato, trapassato). Modo verbale che esprime incertezza, possibilità, soggettività, desideri, dubbi, opinioni o azioni ipotetiche.
Ridondante: aggettivo. Che ridonda,
eccessivamente pieno o ricco, sovrabbondante. Che trabocca di un elemento.
Lilote: figura retorica che si ottiene
mediante la negazione del contrario (ad esempio: risultato non cattivo per dire
buono).
Metafora: figura retorica che consiste nella
sostituzione di un termine proprio con uno figurato, in seguito a una
trasposizione simbolica di immagini (ad esempio: sei un leone).
Domanda retorica: figura retorica che non cerca una
risposta, ma serve a sottolineare un punto o a esprimere un opinione implicita,
con una risposta già ovvia e predeterminata.
Barbarismi: errori che consistono nell’uso
improprio di parole, espressioni o costrutti sintattici, spesso maturati da
lingue straniere o inventati, quando esiste un equivalente in italiano
corretto.
Captazio Benevolentiae: espressione latina che significa
“conquistare la benevolenza”. Topos retorico usato per accattivarsi la simpatia
del pubblico all’inizio di un discorso o di un’opera scritta. E’ un tentativo
di guadagnare il favore del lettore , spesso attraverso parole compiacenti.
Preterizioni: figura retorica che consiste
nell’affermare di voler tacere qualcosa di cui tuttavia si parla o comunque si
fa cenno (ad espempoi: meglio non parlare di …..).
Plurale Majestatis: è l’uso della prima persona plurale
(noi) al posto del singolare (io) per riferirsi a se stessi. Utilizzato
storicamente da sovrani e pontefici per conferire solennità e autorità al
proprio discorso.
Arcaismi: sono parole, forme grammaticali o
costrutti sintattici non più in uso comune, reintrodotti per ragioni di
tradizione, stile o enfasi.
Apax Legomena: (detto una sola volta) sono parole
che compaiono una sola volta in un testo, o, più in generale, nell’intera
letteratura di una lingua. Nella letteratura sono un concetto linguistico e
filologico che può essere utilizzato per identificare lo stile di un autore o
per studiare l’evoluzione del vocabolario o dei testi antichi.
Lessami: E’ la forma plurale di lessico, che
indica l’insieme dei vocaboli e delle parole di una lingua. In linguistica è il
termine tecnico che designa l’unità lessicale di base di un vocabolario.
Structures Rizomatiche: Le strutture rizomatiche nella
scrittura si riferiscono a un modello testuale caratterizzato da connessioni
multiple. Un modello sviluppato da alcuni filosofi francesi. Un insieme,
apparentemente, senza senso di discorsi legati tra loro.
Acribia ecdotica: indica la precisone meticolosa e il
rigore critico necessari nel lavoro di ecdotica, cioè nello studio
filologico finalizzato a ricostruire la
forma più vicina possibile a un testo originale attraverso l’analisi e la
comparazione. Estrema esatezza.
Congiuntivo: modo finito del verbo che ha 4 tempi (presente, imperfetto, passato, trapassato). Modo verbale che esprime incertezza, possibilità, soggettività, desideri, dubbi, opinioni o azioni ipotetiche.
Nessun commento:
Posta un commento