“Di me stesso so solo quel tanto
che riesco a capire nelle mie attuali condizioni mentali. E le mie attuali
condizioni mentali non sono buone”
Guida
galattica per autostoppisti – 1979
Una fottutissima estate di merda. Proprio cosi. Un piccolo disastro, a
tratti insopportabile. Specialmente nelle giornate, in cui camminare instabile,
era la norma. Ma leggere qualche buon libro, guardare molti film, camminare
tanto (anzi tantissimo), rigenerarsi nell’acqua di Marinedda, andare a cena
fuori e altre piccole, piccolissime, cose; mi hanno aiutato a superare questa
cavolo d’estate all’insegna di una artrite cervicale (questa è la diagnosi) che
non mi ha mai mollato. Poco male, evitare il sole, il caldo, la sudorazione
eccessiva, le urla, il casino e la gente felice mi ha fatto solo bene. Ho messo
a punto un sistema, abbastanza personale e forse anche poco interessante per
affrontare questo disagio estivo. Partiamo dicendo che è sicuramente necessaria
una gran pazienza, una buona dose di piacere nello stare da soli e una certa capacità organizzativa per
evitare di annoiarsi. Tutto facile a dirsi, per cui aggiungerei anche un tot di
buona volontà. Quando si cerca di avere meno rotture di coglioni possibili
perché si sta poco bene, una soluzione è spegnere il cellulare, sistemarsi sul
divano e guardare un film. Un modo perfetto per concludere la giornata e
rilassarsi. Spalancare le finestre, creare una piacevole arietta, accucciarsi
sul divano con una Peroni ghiacciata ed evadere dalla realtà, sono indubbiamente
una combinazione vincente. Ho visto veramente tanti films, specialmente a luglio,
perfino due di fila. Di tutti i generi: thriller, western, commedie,
biografici, storici, d’autore, horror, splatter e slasher (vi consiglio le
saghe: ”Fear Street” e “La babysitter”). Tutti, dalle boiate pazzesche a quelli
più impegnati e angoscianti sono comunque riusciti nel loro intento, distrarmi
dal malessere per qualche ora. Come avrete sicuramente capito, una regola
fondamentale è evadere dalla realtà. Cosa che un libro aiuta sicuramente a
fare. Nei giorni dell’Isola Rossa ho evitato la Tv come sempre faccio li, e mi
son dedicato alla lettura. Prima di partire ho caricato il Kindle e via. Nuove
prospettive, nuove visioni e nuove idee. Perché leggere in fin dei conti e come
viaggiare. I libri ti portano in mondi nuovi ti fanno incontrare persone
interessanti e vecchi amici (come nel mio caso). Mi son buttato sulla scrittura
fluida ed efficace di Joe R. Lansdale; la saga di Hap e Leonard anche dopo anni
continua sempre a coinvolgermi. Ho navigato col pirata Long John Silver grazie
alla sua fantastica (è proprio il caso di dirlo) autobiografia scritta dai
Bjorn Larsson (ve ne parlerò sicuramente) e riflettuto sul mondo grazie al
trattato “La morale Anarchica” di Alekseevic Kropotkin. Non sempre, però, sono
stato a casa nel favoloso mondo dei cazzi miei, a leggere o guardare films. Non
potendo fare sport, o meglio non volendo (ho ancora una fottuta paura di avere
le vertigini) ho camminato tantissimo. Un modo per schiarire la mente, calmarsi,
riflettere e trovare soluzioni ai problemi. Ogni giorno mi prendevo cura di me,
soprattutto lungo il “sentireo Pakistano” (cosi ho battezzato una stradina). Ho
macinato parecchi km, eliminando i pensieri negativi, tra Paduledda e
Marinedda. Dove mi aspettava sempre un bagno rigenerante tra le acque della
baia. Perché arrivare in spiaggia alla sera, quando i turisti idioti rientrano
a casa, è unico. Il tuffo a Marinedda mentre il sole svanisce è pura magia. E’
come se la baia ti abbracciasse e ti trasmettesse tutta la sua energia. Una
forza silenziosa ma efficace, capace di rasserenare l’animo tormentato.
Un’esperienza unica, fresca e avvolgente. E poi ci sono state le cene fuori.
Questa estate proprio tante, tra luglio e agosto ho imperversato lungo tutto il
nord Sardegna. Sassari ovviamente, Porto Torres, Nuchis, Isola Rossa,
Muntiggioni, Trinità d’Agultu e oltre. Un gran bel tour gastronomico (cercate
fausto.p per le recensioni su Tripadvisor). Perché passare qualche ora davanti
a buon cibo (quasi sempre), alcool e la compagnia di amici sinceri, è uno dei
piaceri della vita. Bei ricordi, bella gente, bei colori. E ovviamente “la
festa della birra trinittaiese”. Ci sono state altre piccole cose. Per occupare la mente ho spadellato tanto. Nuove ricette, nuovi ingredienti e vecchi
classici. Tirare fuori un buon piatto è un piccolo processo creativo,
rilassante e gratificante. Un ottimo modo per distrarre la mente. Non ho
dipinto, niente di niente (mi è un po’ mancato); ma ho progettato una nuova
serie di quadri da realizzare (non posso parlarvene, altrimenti poi dovrei
uccidervi). Sono tanti e dovrei iniziare a crearli, ma sto procrastinando, come
sempre, in attesa dello “Spleen”. Grazie a tutto questo sono riuscito a
superare questa lunga e complicata estate di merda. Da queste poche righe
potrebbe anche sembrate piacevole, ma
purtroppo non è stato così. Sono state tante le giornate in cui sbandavo, la
testa era pesante nonostante me la sentissi totalmente vuota. Le emicranie (di
cui non ho mai sofferto) erano sempre lì, latenti pronte a esplodere; e quando
arrivavano erano veramente spossanti. Occupare il cervello, distraendolo, è
stato solo un metodo per incularlo qualche ora. Che vita di merda.Odio l’estae!!!
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