“….. cominciò ad apprezzare e a godere l’aspro coro delle
onde, quando le loro creste s’infrangono l’una dietro l’altra, in un incessante
scroscio: la fretta del vento che liberava gli immensi spazi, ammassando le
ombre azzurrine e purpuree delle nubi; la splendente aurora, quando il sole si
leva in un aureola di fiamma; le spirali delle nebbie mattutine e il loro lento
dissolversi come muraglie che crollino a una a una, sulla candida distesa; lo
splendido e salmastro riverbero del meriggio; il bacio della pioggia su miglia
e miglia di acqua morta e liscia; il frettoloso oscurarsi del mondo al calar
della sera; L’infinito scintillare del mare sotto il chiaro di luna¸ quando il
bompresso aguzzava, solenne, la cima verso lontane stelle …..”
Tratto da “Capitani Coraggiosi”
Si. Proprio cosi. Il
mio autismo sta degenerando. Ancora una volta vi racconterò di un libro che
parla di mare, di una barca, di un equipaggio e di un’avventura. Non posso
farci niente, dopo i diari di viaggio di alcuni navigatori, “Moby Dick”, “Il
Vecchio e il mare” e “Il Cerchio Celtico” questo giro vi racconterò della mia ultima
avventura letteraria. “Capitani Coraggiosi”. Scritto nel 1897 da Rudyard
Kipling. Premessa: non l’avevo mai letto perché pensavo fosse un classico libro
per ragazzi, uno di quelli che si leggono a quattordici anni o mai più. Invece
frugando nel web alla ricerca di romanzi che parlassero di mare ho notato che
questo libro veniva quasi sempre inserito nelle varie classifiche dei libri più
acquatici. Presto fatto, Amazon, acquista con un click. Cinque, quattro, tre,
due, uno, pronto sul Kindle. Ti prende fin da subito, regole della navigazione,
tecnica di pesca al merluzzo e leggi del mare; ogni cosa si impara leggendo,
inciampando pian piano, impacciati come Harvey, il protagonista del romanzo. Le
pagine del libro si affrontano come Harvey affronta le giornate a bordo delle “We’re Here”. Ti viene da assecondare il
movimento della barca scossa dalle onde oceaniche, senti l’odore salmastro del
mare, del pesce nella stiva o del legno umidiccio e bagnato della goletta.
Senti anche tu il freddo che prova l’equipaggio nelle fredde giornate e anche
tu non vedi l’ora di andare a dormire, in cuccetta, dopo le interminabili
battute di pesca sui grandi banchi. E’ un romanzo di formazione, di viaggio o
da viaggio se volete. Onestà, coraggio, solidarietà, comprensione e
accettazione sono elementi che trasudano in ogni pagina in questo grande classico
della letteratura. Driiinnn!!! Driiinnn!!! Driiinnn!!! Un momento .....……… Pronto.
Domani? Si, ho da fare ma mi libero. Salpiamo prima delle 7. Ok. Ore 06:53. Dal
piccolo porticciolo di Fertila il Delphia37 “Bebek” molla gli ormeggi per una
traversata in barca a vela fino a Porto Torres. Tempo stimato navigando a una
velocità di 5 nodi, tra le 8 e le 9 ore. E’ presto, l’equipaggio è sveglio
dalle 5 ma i visi, oltre che delle trascurabili occhiaie, trasmetto quella
piacevole sensazione di chi sta andando per mare. La giornata, nonostante una
quasi totale assenza di vento, non è delle migliori, il sole stenta e la
temperatura è ancora bassa. Non ci frega niente, puntiamo in direzione ovest
verso Capo Caccia. Verso le 8 e 20 doppiamo il capo e grazie a una leggera
brezza da sud-ovest alziamo la randa per stabilizzarci, sempre comunque col
motore che va. A un’andatura ben oltre i 6 nodi risaliamo la costa nord
occidentale della Sardegna. Porto Ferro, Argentiera, isola di porco, Capo
Falcone. Bellissimo come sempre. Siamo l’unica barca in questo tratto di mare.
C’è freddo. Il sole stenta a venir fuori, coperto da nubi minacciose. Non ci
frega niente, anche in queste situazioni stare in mare ti appacifica, ti
rigenera. Stiamo bene. Spiluccando spianate con mortadella e birrette belle
fresche, andiamo avanti per la nostra rotta. Arriviamo alla Pelosa in netto anticipo
sulla tabella di marcia. Ci accoglie finalmente il sole. Decidiamo di fermarci
per pranzo. Buttiamo l’ancora. Pennoni al pesto con granella di nocciole e
ricotta affumicata, mega plateau di sushi, bottiglia di Cagnulari altre
birrette. Ripartiamo dopo un ora. Tra Stintino e Porto Torres in barca non ci
si annoia, il tempo di buttare giù le vele, sistemare, dare una pulita e
arriviamo a destinazione. Fantastica giornata. Dopo un lungo inverno sassarese
esordire così in mare. Non ha prezzo ....…..….. Ah dicevo!!! Capitani Coraggiosi,
leggetelo!!!
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