tratto da “Gli amori
difficili” di Italo Calvino, 1970
Vorrei portarti con
me.
Resisteresti poco, al
freddo, senza l’afa estiva. Ma sarebbe un esperienza diversa, no? Poi ti
riporterei indietro, com’è giusto che sia. Ma per un po’ ti porterei con me. Ti
racconterei le cose che non avrò il tempo di finire di dirti. Solo per quello, per
trovare il modo che duri di più. Ti farei guardare il mare freddo,così
apprezzeresti il tuo. Ti farei una foto e la lascerei nel cassetto, per le
volte che avrò voglia di guardarti con i capelli scompigliati e il sorriso
accennato. Mangeremo e dormiremo poco, perché non ci sarebbe il tempo, tutto
quello che vorresti cercherei di dartelo. Ti farei esprimere un desiderio e lo
esaudirei. Solo uno, perché tre non sarei capace. Ti farei almeno un paio di
domande scomode, perché così ti fideresti di me; perché cosi, se ti telefonassi
almeno una volta, sussulteresti un pochino e quando deciderai di andare via, ci
sarà almeno una volta in cui vorrai tornare. Vorrei che ti fossi innamorata di
me, per chiedermi di restare. Ma forse tu impieghi tanto per innamorarti, e
allora e per questo che vorrei portarti con me. Per farti innamorare.
Verresti?
Sono un pessimo
romantico, lo ammetto. E per questo che non sono riuscito a farti innamorare.
Lo so che è così. Ho immaginato che potessi bastare io, con i miei modi nomadi
e l’aria spavalda. Fintamente sicura. E del tempo, per spiegarti quello che
manca, per farti vedere che ne sarebbe valsa la pena, alla fine. Ho provato,
che dire, a farmi scegliere. Ho sperato. Dovevo. Era una possibilità, capisci?
Come fare a metterla via, a dimenticarla? Forse aspettando, forse non era il
momento. Forse io e te abbiamo un altro tempo. Sono sicuro che con qualche
giorno in più, ora in più, ti avrei portato via con me. E’ l’idea che almeno
una volta succeda, no? Hai presente? Quell’idea invasiva e sotterranea che si
inabissa o si palesa e lo fa una volta sola per tutte e se l’avverti non puoi
fare finta di niente se hai un po’ di senno. Come un sibilo fluttuante e
sinuoso. A me è successo questo: non sono riuscito a fare finta di niente. Non
volevo, in fondo. Non potevo far altro che cercare di portarti con me, dal
profondo. Per egoismo, quasi. Per farmi stare bene. Anche se sapevo di non
potere. Anche se era rischioso. Anche se tu non vuoi. Anche se, infine, la tua
felicità non dipende da me. E non posso fare a meno di chiedertelo di nuovo.
Solo per essere sicuro.
Verresti?