Sull’onda e l’entusiasmo
di cinque partite vinte di fila e il primo posto in classifica per gli Impiccababbu
arriva il primo importante scoglio. La prima di tre sfide consecutive che
metteranno a dura prova la solidità di un gruppo in costante working progress.
Si inizia da Sennori, avversari i DYB Creative Mind (o come cazzo si fanno
chiamare). Palla a due. Gli Impiccababbu partono bene. Buon ritmo, buona
circolazione e subito si va in vantaggio. I giovani e più allenati avversari
battono un po’ in testa, ma dopo qualche minuto anche loro entrano in partita.
Nasce cosi un bel primo quarto giocato a ritmi elevati. Nonostante qualche
conclusione di troppo sbagliata andiamo al primo intervallo corto in vantaggio
di sei punti. 19 a 13. Nel secondo quarto le cose non cambiano di molto.
Entrambe le squadre giocano a viso aperto. Si segna, si difende e si lotta su
ogni pallone; tutto o quasi resta invariato. All’intervallo siamo li ancora
punto a punto. 36–32 per noi. Alla ripresa delle ostilità arriva il primo
smottamento alla partita. Giochiamo bene, circoliamo con buona fluidità ma il
ferro bastardo sputa ogni nostra conclusione, a differenza nostra agli
avversari entra tutto. Noi sbagliamo 7/8 conclusioni loro no. Si crea un primo
sostanziale gap. Facciamo solo 8 punti nel quarto, ma siamo ancora a contatto.
49 a 44 per gli avversari. All’inizio dell’ultimo round, Bobby Velluto sferra
un gancio, mancando l’avversario. Mancino Kidd risponde portando a segno un
diretto, Velluto barcolla ma rimane sulle gambe. Indietreggia e poi si riporta
sotto. I pugili si agganciano in un clinch mentre su ring accorrono i
facinorosi secondi, pronti al solito scambio di vedute. Match sospeso dagli
arbitri. Si riparte dopo qualche minuto, con i due boxer spediti prematuramente
a fare la doccia. Proviamo a rientrare in partita, ma gli avversari gestiscono
bene palla e cronometro, piazzando canestri spezza morale. Dopo quaranta
minuti. Dyb Creative Mind (o
come cazzo si fanno chiamare) 66
Impiccababu 55. Arriva cosi
il primo stop della stagione. Deludente e mal digerita come tutte le sconfitte.
Cancelliamo questa pagina e ripartiamo con la certezza di essere un gruppo
unito che non ha paura di sporcarsi le mani. Forza Impiccababbu!!!
- Sassari, la Torres, svegliarsi all’IsolaRrossa, fare colazione al bar, il tramonto di Marinedda, la festa della birra trinitaiese, il "Che", il Genoa, la partitella di basket, l’alcool, gli amici, le tette enormi, la libertà, la birra, la fotografia, la musica, dipingere, correre, la gnocca, viaggiare, le sbornie, la pornografia, Diego Armando Maradona, i Led Zeppelin, lo stomaco attorcigliato e il cuore che batte per qualcuna (stronza), fottersene, George Best, vivere una crisi, i CCCP, mandare tutti a fare in culo, giocare a subbuteo, leggere, odiare, i p*mpini, il cibo, Dublino, il mare, le amiche del mare, lE d****e, il calcio, le donne, Fabrizio De Andrè, fare un giro con la vespa, l’amore, il venerdì sera, il cecio del giorno dopo, i libri, i Pink Floyd, gli assilli, le occhiaie sul viso, il comunismo, essere di sinistra, le scimmie, gli Afterhours, alcuni films, la lista delle persone che mi stanno sul cazzo, la pasta al forno di nonna, Janis Joplin, le scritte sui muri, il culo di una ragazza che ho visto l’altro giorno per strada, i campari soda, la musica sassarese, ascoltare un vinile, mincionare, la figa, una bella scopata, gli spaghetti n°5 Barilla aglio olio e peperoncino, le cazzate dette al bancone dei bar, il panino gorgonzola e mortadella a metà mattina, la colazione dei campioni, raccontare storie, i panini di Renato, la sculacciata a pecorina, il poker, festeggiare almeno un mondiale, impennare, andare in libreria, i tatuaggi, pisciare in mezzo alla natura, i vecchi oggetti, stare da solo, i polizieschi italiani anni '70, cucinare per gli amici, farsi un giro in bicicletta, la liquirizia, il signor G. Mina, giocare a carte, Andy Capp, i calamari fritti, la mattonella di melanzane della L, Capitan Harlock, Enrico Berlinguer, qualche serie tv, essere un Impiccababbu, l'nduja. il Duca Bianco, Charles Baudelaire, coltivare qualcosa, Snoopy, bestemmiare, i Joy Division, il gin tonic, Heminguay, il Picoolo Bar, i films con gli squali, Tina Modotti, i pistacchi, le botte al Fight Club, Charles Bukowski, la poesia, la pennicchella ………. To be continued
martedì 23 gennaio 2018
martedì 16 gennaio 2018
Pokerissimo
CMB Addominals 49 Impiccababbu 69.
+19. Quinta partita su cinque vinta e primo posto in classifica consolidato; ma
che fatica. Proprio cosi. Mettere il quinto sigillo in questo campionato non è
stato proprio semplice. E’ la nostra indole, quando sappiamo e ci rendiamo
conto di avere a che fare con avversari nettamente più deboli, a volte manchiamo
di quel mordente e quella cattiveria necessaria che invece mettiamo negli
scontri più ostici. Ci siamo complicati le cose da subito, entrando in campo
poco concentrati e un pò leziosi. I nostri, attempati, avversari accorti della
nostra iniziale sufficienza approfittano della situazione prendendo un
sostanziale vantaggio. Cambio di difesa e ginocchia basse. Circolazione di
palla ritrovata e primo quarto vinto di un punto. 15 a 14. Nel secondo periodo
le cose vanno leggermente meglio. Bene ma non benissimo. Puntualmente i punti di
distacco che riusciamo a mettere, ci vengono recuperati. Non per merito degli
avversari ma per il nostro ricadere con indolenza in giocate poco lucide e
confuse. Andiamo comunque all’intervallo in vantaggio nel punteggio. 29 a 26. Alla
ripresa delle ostilità le cose cambiano definitivamente. Segniamo con buona
continuità, tenendo alto il ritmo partita. La difesa tiene alla grande, cancellando
con disinvoltura i tentativi un pò confusi degli avversari. Aumentiamo il
vantaggio. Il terzo quarto finisce 23 a 16, per un totale di 52 a 42. Negli
ultimi dieci minuti di partita inevitabilmente i nostri avversari lasciano il
fianco scoperto buttandosi all’arrembaggio. Noi, lavorando bene col cronometro,
gestiamo la palla senza fretta aspettando il momento giusto per colpire. Freddi
e letali uccidiamo le loro velleità Arriva cosi la quinta vittoria. Vamos a
ganar IMPICCABABBU!!!
domenica 14 gennaio 2018
Pork Guinness Stew
Domenica lenta, pigra
e solitaria. Il lungo pomeriggio si preannuncia dispendioso. Ore di faticoso divano
richiedono energie. Prima bisogna mangiare. Ahahahahaha!!! Detto! Fatto!
Stufato di
maiale alla Guinness
Ingredienti per me:
· 450/500 gr. di spezzatino di maiale
· Due carote
· Mezza cipolla
· 33 cl. di birra Guinness
· Farina
· Qualche bacca di ginepro
· Olio, sale, pepe q,b,
Preparazione:
· Pronti? Il procedimento è facile e
veloce. La ricetta originale prevede un altro tipo di carne (agnello) e una
preparazione più complicata; tipo la creazione del roux, ecc ecc, ma sono solo
ed è domenica, non n’aggiu gana. Ahahahahaha ogna mandroni!!!. Fate come me, partite
tagliando le carote a pezzettini non troppo grandi, tritate la cipolla e
insieme ad uno spicchio d’aglio fateli soffriggere per bene. Nel frattempo
tagliate a cubotti (anche questi non troppo grandi) il maiale cercando di
ripulirlo dal grasso in eccesso. Infarinate la carne per bene. Mettetela dentro
la casseruola dove sta andando il soffritto. Fate rosolare per bene (almeno 5
minuti) in modo che la carne si sigilli e trattenga i suoi succihi. Versate all’interno
la Guinness, alzate la fiamma a bomba e fate evaporare l’alcool. Un paio di
minuti dovrebbero bastare. Abbassate la fiamma al minimo, aggiungete qualche
bacca di ginepro, regolate di sale e pepe e lasciate andare coprendo col
coperchio per almeno 30 minuti. Controllate di tanto in tanto e assaggiate per
eventualmente correggere la salinità. Ora non vi resta che impiattare e
mangiare. Io ho accompagnato questo stufatino con un classico purè di patate…..
Divano sto arrivandoooo!!!
mercoledì 10 gennaio 2018
Poker
Panettoni, champagne,
porcetti, aragoste, gamberoni, birra, vino, cioccolato, ecc… ecc… Cibo, tanto
cibo e ancora cibo. Alcool, tanto alcool e ancora alcool. Cazzooooooo!!! Bastaaaaa!!!
Finalmente la pausa del campionato UISP è finita. Finalmente si riprende a
correre e sudare. Si riparte con l’operazione smaltimento indifferenziato dei kg in più,
presi in solo poche settimane di inattività. Come da tradizione gli
Impiccababbu hanno tralasciato il richiamo di preparazione e affrontato la
prima partita dell’anno senza sensi di colpa e allenamenti sulle gambe.
Fantastici!!! Palla a due alzata alle ore 21 tra le mura amiche. Avversari i giovani,
snelli e scattanti CMB Porto Torres. Nel primo quarto la ruggine accumulata
sembra non avere effetto sui ragazzi in verde. Il ritmo non altissimo consente
di controllare la partita. La difesa chiude gli spazi e si va a canestro con
buona continuità. Dopo i primi dieci minuti e nonostante una buona dose di
palle perse, siamo avanti in scioltezza. 17 a 6. Nel secondo quarto le cose
iniziano a complicarsi. Perdiamo fluidità, affrettiamo le conclusioni e
concediamo qualche contropiede di troppo. Quando gli avversari si riportano
sotto con ritrovata energia riusciamo però con un colpo di orgoglio e qualche
bell’azione a ricacciarli indietro. Perdiamo il quarto di due punti. All’intervallo
siamo sempre noi a comandare. 34 a 25. Il terzo quarto è la copia esatta del
secondo. Siamo in crisi e attraversiamo dei brutti momenti. Concedendo il
fianco a un avversario che ormai ha fiutato il sangue. Perdiamo anche questo
quarto di quattro punti, ma tenacemente restiamo ancora avanti nel punteggio.
49 a 44. Il rebus è complicato. All’inizio degli ultimi dieci minuti la
situazione si aggrava, pur senza mai andare sotto nel punteggio gli avversari
sono li pronti a prendere il nostro scalpo. Ma una grinta ritrovata permette di
ripercorrere la via del canestro, di serrare le fila in difesa e di respingere
l’ultimo disperato attacco degli avversari. “The boys are back in town” cantavano i Thin Lizzy nel 1976.
Si rivedono finalmente
gli Impiccababbu. Sedici punti segnati e solo otto concessi nell’ultimo periodo.
Vittoria. Impiccababbu 65 CMB Porto Torres 52. Una partita
difficile e spigolosa, affrontata con un filo di leggerezza. Un match che
nonostante tutto ha dato un riscontro positivo; anche quando le cose non girano
al meglio, non molliamo e siamo pronti a lottare. Quattro di fila, vai col
poker. Forza IMPICCABABBU!!!
martedì 9 gennaio 2018
Sea stories
“Dopo l’istante magico in cui i miei occhi si sono aperti al
mare, non mi è più stato possibile vedere, pensare, vivere come prima” Jacques-Yves Cousteau
Allora come va? Quest’anno vi ho risparmiato l’annuale post
sull’odio natalizio, la fine del solito anno del cazzo e i buoni propositi per
quello nuovo. Vaffanculo!!! Il primo post del 2018 parlerà di viaggi, di mare,
di continenti e di sogni. Un fil rouge, presente in tre libri letti negli
ultimi tempi, che accomuna i tre scrittori e li lega. Partire per mare,
esplorare e conoscere. Come spesso capita con i libri, ne leggi uno, e subito
ti viene voglia di trovarne un altro con lo stesso argomento e con la stessa
ambientazione. In questo momento (tanto per cambiare) è il mare a catturarmi.
Passando in breve tempo dalle onde oceaniche di “Il sogno spezzato” di Vittorio
Fresi, al noioso cambio di vita di Roberto Soldatini nel “La musica del mare” e
concludendo con Joshua Slocum e il suo pionieristico “Solo intorno al mondo”. Le
mie personali recensioni seguiranno la rotta e la direzione esatta con la quale
sono stati letti i libri. Si salpa da Porto Torres, per realizzare un grande
sogno; un giro del mondo attraverso le latitudini dei tre capi più famosi.
Buona Speranza, ultimo lembo d’Africa, Leeuwin in Australia e Capo Horn, la
minacciosa punta estrema dell’America Latina. “Il sogno spezzato” racconta
l’affascinante avventura di un padre e figlio che decidono di abbandonare la
quotidianità e spingersi nel temuto inferno di ogni velista. Il grande sud
Antartico; dove gli oceani non hanno ostacoli, dove le depressioni spazzano
qualsiasi cosa e dove testare la propria resistenza, le proprie capacità e la
propria passione. Il racconto di questa sfida è affascinante e coinvolgente.
Fin dalle prima pagine fai il tifo per i due navigatori, per “Onitron I” (la piccola imbarcazione da
diporto) e per la buona riuscita della loro impresa; seguire la rotta dei
clipper senza scalo. Dopo duecentotredici giorni di navigazione una gigantesca
onda, nel pacifico meridionale, si infrange sulla piccola imbarcazione,
l’albero e il sogno di un’impresa si spezzano improvvisamente. E poco importa
se conoscevo già la storia, ho sperato che le notizie fossero false. Ho sperato
in un lieto fine. Questo è il libro che ha dato il La alla sete di avventura.
Questo è il coinvolgente libro che mi ha spinto solo pochi giorni dopo a
tornare in libreria e cercare qualcosa di simile. Dietro consiglio del libraio
(brutto stronzo) mi sono buttato nella letture di ”La musica del mare”. Questa
seconda tappa del mio viaggio letterario, è stata parecchio deludente. Un
diario di viaggio che, solo apparentemente, dava ottimi indizi per una nuova e
affascinante lettura; un direttore d’orchestra stanco della routine, critico
nei confronti del mondo musicale che compra una barca per farne la sua casa, ci
carica su un pianoforte e un violoncello e decide di partire per Istanbul,
dall’Italia andata e ritorno in solitario. Fin qui tutto bene, tranne per il
fatto che il viaggio è di una noia mostruosa. La barca a vela di dimensioni
enormi è totalmente automatica, le navigazioni giornaliere finiscono ogni sera
in un porto con cena nei ristoranti locali, niente e lasciato al caso o all’avventura,
villeggiare tra le isole greche e l’unico quotidiano e noioso pensiero, i
riferimenti al mare, ai posti, alla storia dei luoghi frequentati sono
turistici e poco interessanti (li trovate in qualsiasi guida). Ho odiato questo
personaggio e ho finito le pagine di questo libro solo perché speravo che lui,
la sua “Denecia” e tutte le sue
fottute carte di credito prendessero uno scoglio e andassero a fondo. Vai a
cagare tu e il consiglio del libraio. Dovevo imbarcarmi al più presto per
dimenticare questa seconda tratta del mio viaggio. “Spray” e Joshua Slocum sono arrivati in mio soccorso, portandomi
con loro su “Solo intorno al mondo”. Cazzo se ne è valsa la pena!!! Boston, 24
aprile 1895. Dopo tre anni passati a rimettere a posto un relitto di barca,
regalatagli da un vecchio amico baleniere; Joshua Slocum decide di andare per
mare. Scopo del suo viaggio: fare il giro del mondo in solitario. Nasce così un
viaggio fatto di scoperte, di amicizie, di avventure e disavventure, di scontri
e idilli. Un duro confronto col mare e le sue insidie. Un pionieristico viaggio
che il capitano dello “Spray”
affronta con, è proprio il caso di dirlo, navigata sicurezza. Ahahahahahah!!!
(rido per la mia battuta). Ogni capitolo è affascinante e suggestivo un
ritratto di un epoca vero e convincente. Ho vissuto insieme a lui sullo “Spray” navigando tra le tempeste di
Capo Horn, sono scappato dai pirati
nord africani, ho combattuto contro quei bastardi della Terra del Fuoco che
volevano farci lo scalpo, ho goduto della compagnia dei generosi abitanti degli
atolli del pacifico, ho mangiato frutta fresca alle isole Keeling, ho riparato
le vele e i piccoli danni allo scafo, ho scambiato cortesie e oggetti in ogni
posto dove si buttava l’ancora, ho letto alla luce di una candela cullato in
mezzo agli oceani, ho girato il mondo. Dopo tre anni, due mesi e due giorni,
esattamente il 27 giugno 1898, anche io sono entrato trionfante a Newport nel
Rhode Island. Avete capito perché fin dai tempi della sua prima pubblicazione,
nel 1900, il racconto del grande navigatore americano Slocum è diventato un
libro cult? Finisce qui l’ultima tappa del mio acquatico viaggio letterario. Haerenga
pai!!!
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