“Il cinghiale è una preghiera.
Coi cani è un rosario. Senza cani un
Te Deum. Senza cani, di notte e di
frodo, è l’Osanna”
E’ l’estate del 1969,
luglio. Un mese che per sempre verrà ricordato nella storia come qualcosa di
straordinario. Solo un piccolo passo per un uomo ma uno grandissimo per l’umanità.
Si arriva per la prima volta sulla Luna. Contemporaneamente a Tèlevras, un
piccolo paese della Sardegna, accadono alcuni eventi misteriosi, che in egual
maniera dello sbarco, segneranno per sempre le vite della piccola comunità dell’entro
terra sardo. Questa è l’ambientazione di “La Teologia del cinghiale”, romanzo d’esordio
di Gesuino Nèmus. Bastano poche pagine per essere immediatamente immersi in
mezzo ai sapori, agli odori, all’unicità e bellezza della nostra terra. Grazie
alle sue peculiare capacità narrativa, l’autore, riesce a trasportarti sul
sagrato del piccolo paese, dove ad attenderti ci sono un prete gesuita e due ragazzini
molto particolari. Uno dei due ha il compito di prenderti per mano, e condurti
in modo semplice e allo stesso tempo originale, alla soluzione di un’indagine
poliziesca, attraverso la scoperta di una Sardegna antica, selvaggia e arcaica.
Misteri, colpe antiche, segreti e rivelazioni si alternano a ritmo battente.
Citazioni colte, sarcastico humor, descrizione dei cibi e gradevoli piccole “lungaggini”
arricchiscono il romanzo. Una serie di piccole perle che scivolano via
velocemente tra le pagine di questo straordinario libro. C’è tutto quello che
si può chiedere a un romanzo; titolo blasfemo in odore di eresia, morti e una
caserma dei carabinieri, favolosa ambientazione, grande amicizia, umanità e
quel tocco di sana cattiveria umana che contraddistingue i personaggi. Una
bellissima scoperta. Leggetelo …….
AmDg
(La teologia del cinghiale di Cossu don Egisto)
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