di
William Hemest Hanley, tratta da “Book of Verses” 1888
Dal profondo della notte che mi
avvolge,
buia come l’abisso che va da un polo
all’altro,
ringrazio qualunque Dio esista
per la mia indomabile anima.
Nella feroce morsa delle circostanze
Non mi sono tirato indietro ne ho
gridato.
Sotto i colpi dell’ascia della sorte
il mio capo è sanguinante ma
indomito.
Oltre questo luogo di collera e di
lacrime
Incombe solo l’orrore delle ombre,
eppur la minaccia degli anni
mi trova, e mi troverà, senza paura.
Non importa quanto stretto sia il
passaggio,
quanto piena di castighi la vita,
io sono il padrone del mio destino:
io sono il capitano della mia anima.