Il Bayou (dalla lingua Choctav bayouk, che significa “tortuosità”) è
un ecosistema tipico del delta del Missisipi, in Louisiana.
Bastano poche immagini
e qualche nota. Una cornice fantastica, lunatica ed evocativa, integrata dalla
bellissima canzone “Far from any road”, degli Handsome Family. per capire che “True
Detective” non è una serie tv come tante altre. Bastano poche immagini e
qualche nota per entrare immediatamente nell’atmosfera ovattata della
Louisiana. Bastano poche immagini e qualche nota per incollarti allo schermo e
entrare in simbiosi col proprio divano. Per lo meno a me è bastato e come!!! Ho
consumato le otto puntate di questa prima serie in maniera vorace, gustandomi
ogni centimetro di pellicola, ogni piccolo particolare, ogni insignificante
inquadratura. La costruzione cinematografica, la scrittura intensa e ricca di
sfumature e le superbe interpretazioni dei due personaggi principali (Woody
Harrison e Matthew Mc Conaughey) mi hanno trasportato in una terra grigia,
piovosa e povera. Paludosa e primitiva. Il Bayou della Louisiana (il vero e proprio
terzo protagonista della serie). La storia, si sviluppa nell’arco di 17 anni, è
una caccia ossessiva a un serial killer. La vicenda scorre su due piani temporali,
che si avvinghiano intorno all’unica storia. dove i due detective, Martin Hart
e Rust Cohle che avevano lavorato insieme a un caso nel 1995, vengono
richiamati nel 2012 (dopo che si erano affarrati e non si parlano più da dieci
anni) dalla squadra omicidi per ricostruire un caso che probabilmente non è
ancora chiuso. “True Detective” non è il classico crime story, la vicenda del
serial killer infatti è secondaria, il centro della storia sono le tormentate
vite dei due protagonisti. Non sono portatori di lezioni o messaggi morali, non
sono dei supereroi, sono due uomini che lottano contro i loro demoni,
circondati dalla loro debolezze. Il male è sempre pronto a spuntare fuori in
ogni minuto. I dialoghi sono fenomenali, sono vere e proprie riflessioni
filosofiche che toccano argomenti come la vita, la morte, l’amore, la paura, la
presenza (o l’assenza) di dio e l’inevitabilità della sofferenza. Cazzo è finita!!! Ascoltando
la sigla finale, anche questa bellissima (“Young men dead” dei Black Angels), il
mio unico pensiero era: “noooooooo e ora che cazzo guardo, ne voglio ancora e
ancora”. Sarà impossibile!!! Perche se ci sarà una seconda stagione, sarà con
altri personaggi e in un altro fottuto posto. Che altro aggiungere: “Andate in
Louisiana, è proprio un bel posto dove vivere”.
Sapevo che ti sarebbe piaciuto! :)
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