“La malinconia è la felicità di essere tristi"
Victor
Hugo “I lavoratori del mare” 1866
Apro gli occhi. Cazzo. Quattro del mattino. Sento quell’odore.
Un sesto senso, una premonizione o solo esperienza. Non ho bisogno di poggiare
il piede sinistro a terre, lo so fin troppo bene, anche oggi sarà una giornata
di merda. Vorrei rimettermi a dormire, è inutile. Quel fottuto nemico del mio
cervello ormai si è messo in moto e non smetterà di tormentarmi. E’ un'altra
giornata stupida, un'altra giornata schifosa, l’ennesima di fila da un po’ di
tempo. Sono giorni che non dormo bene e quando ci riesco mi risveglio così. Malinconico,
intorpidito, stropicciato, infastidito, nervoso, rotto di coglioni o con
qualche cecio furioso. Neanche l’idea di un caffè mi stuzzica, lo stomaco è
chiuso. Apatia. Voglio spegnere la testa. Qualcuno sa come fare? Mi alzo,
cincischio per casa. Rassegna stampa e ultime notizie: “il mondo non è
finito!!! Vaffanculo!!!”. Accendo il cellulare. Niente. Ok, diamoci una scossa.
23 km e 190 metri in 50 minuti. Centimetro per centimetro sudati, guadagnati e
tormentati su quei cazzo di pedali. Ancora niente. Forse una doccia gelata a
questo punto potrebbe servire allo scopo. Inutile. Questo cazzo di umore di
merda non va via. Il pranzo è solo una necessità, niente gusto, niente sapore.
Poltiglia. Vorrei dipingere. In passato è servito a sconfiggere i demoni. Vorrei
mettermi sulla poltrona e rilassarmi con un libro e della buona musica in
sottofondo. Magari!!! Boom. Boom. Boom. Mazzetta, scalpello e casino.
Dimenticavo di la ci sono i muratori. Rumore. Ahhhh!!! Intanto lui è li. Presente.
Quel cazzo di umore nero, mi segue da questa mattina. Silenzioso, pronto a
uscire all’ora del desio. Col calar della sera diventa più forte, ingombrante,
imbattibile. Vorrei non pensare. E’ dura. Intanto il cellulare? Muto. Assenza.
Ho così tante parole che non riesco a dirle. Alcool. Tanto alcool. Ancora
alcool. Un rifugio sicuro, per evitare di annegare nelle acque nere della
malinconia. Solo per qualche ora. Una piccola pausa dalla mia testa. Un grande
stordimento. Quello che ci vuole. Effimera panacea. La mente riparte mentre la
giornata volge al termine. Conclusioni. Domande. Risposte. La malinconia è la
forma romantica ed elegante della tristezza. E’ un inferno. Non voglio che
passi. Non voglio che smetta. Mi piace crogiolarmi in questo torpore
malinconico. Mi fa sentire vivo. E’ parte di me. Deve crescere. Crescere.
Crescere. Solo chi attraversa grandi tormenti può conoscere la grande felicità.
Ultimo pensiero. Ultimo sguardo al cellulare. Spento!!!
Un'unica soluzione: TOLLERANZA ZERO
RispondiElimina