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martedì 10 giugno 2025

Orizzonti

Mi sono imbattuto in lui quando stavo creando la serie di quadri “Weird Fishes”. Stavo semplicemente cercando dei romanzi marinareschi delle atmosfere lontane. Ed eccolo qui. George Simenon. Non ero minimamente a conoscenza, che quello del commissario Maigret (che non avevo mai cagato più di tanto), avesse scritto di mare. Chi l’avrebbe mai detto? E invece, lo scrittore belga, è stato un prodigioso e singolare reporter. Ahahahahah!!! Neanche a dirlo che già avevo tra le mani il primo dei due diari di viaggio sul mare (ne ha scritto anche altri); scoprendo che oltre alla sua amata pipa, gli immancabili liquori e le donne, Simenon amava anche le avventure nautiche, spinto da un grande desiderio di libertà, avventura e scoperta.  Andiamo per ordine di lettura. Il primo “Il Mediterraneo in barca”, è un opera che incarna perfettamente lo spirito avventuroso. Racconta di un viaggio a bordo di una goletta tra giugno e settembre del 1934. Le pagine sono intrise di dettagli sulla navigazione e sulla vita di bordo, ma anche di riflessioni personali sul mare, sul viaggio e sulla curiosità dell’uomo. Cronache, incontri, luoghi affascinanti e un dettagliato capitolo sui bordelli dell’epoca (dovevo scriverlo), mi hanno coinvolto in questa lunga crociera; da Porquerolles alla Tunisia, passando per Malta, la Sicilia, fino al traguardo finale di Arbatax, dove il Mediterraneo diventa un personaggio a se, quasi come un compagno di viaggio. Il secondo diario l’ho beccato per caso sgabuzzando in libreria. L’ho comprato subito. “A margine dei meridiani”, non è un vero diario di viaggio, assomiglia più a un’antologia. Sono articoli scritti tra il 1933 e il 1939, dove il romanziere racconta le storie di uomini e donne che vivono ai margini della società, spesso in contesti marittimi. Tra le cose della povera gente, con una abilità letteraria capace di trasportarti direttamente sulla scena, farti sentire il vento salmastro sulla faccia e il rollio della barca sotto i piedi. Che gran scrittore, un vero maestro nel catturare l’essenza del mare e delle sue storie, vivide e piene di vita. Capace di trasformare qualsiasi esperienza in romanzo. Due libri colmi di storie, atmosfere, personaggi lontani, che mi hanno fatto perdere e allo stesso tempo navigare con la mente, tra le onde, i venti e gli orizzonti perduti del grande blu. Vi lascio con queste parole: “………. quando scende la notte. Una chitarra sgrana qualche nota, timida sulle prime e una voce ancor più timida le risponde. Non riusciamo più a vederci. Non ci conosciamo. Ma ci passiamo vino bianco da una barca all’altra. Si scorgono ombre che scavalcano i parapetti. Altre voci si uniscono alla prima ……....”


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