“Ora, nel buio, e
senza luci in vista e senza chiarori, e soltanto col vento e la spinta regolare
della vela, gli parve di essere già morto, forse. Congiunse le mani e si tastò
le palme. Non erano morte e gli bastava aprirle e chiuderle per risuscitare il dolore
della vita ….. La lenza si alzo lentamente e regolarmente e poi la superficie
dell’oceano si sollevò davanti alla barca e il pesce usci. Uscì senza fine e
l’acqua gli ricadde dai fianchi. Era lucente nel sole e la testa e la schiena
erano di un rosso scuro e nel sole le strisce sui fianchi apparivano larghe, di
un lavanda leggero. La spada era lunga come una mazza da baseball e appuntita
come un’alabarda e il pesce si alzò in tutta la sua lunghezza dall’acqua e poi
vi rientrò, dolcemente, come in un tuffo, e il vecchio vide la grande lama
falcata della coda andare sott’acqua e la lenza incominciò a filare. E’ mezzo
metro più lungo della barca!!!”
Ernest Heminguay – Il
vecchio e il mare – 1952
“C’è non si sa quale
dolce mistero intorno a questo mare, le cui increspature leggere e paurose
sembrano parlare di uno spirito nascosto, come i favoleggianti ondeggiamenti
della zolla d’Efeso sopra il sepolto evangelista San Giovanni. Ed è giusto che
su questi pascoli marini, su queste larghe praterie d’acqua, si questi
camposanti dei quattro continenti, le onde si alzino e ricadano, fluiscano e
rifluiscano senza posa; poiché qui milioni si spiriti e di ombre mescolati, di
sogni annegati, di sonnambulismi, di fantasticherie, tutto ciò che chiamano
anime ed esistenze, giacciono sognando, sognando sempre, agitandosi come
dormienti in un letto; le onde incessanti rese tali soltanto dall’irrequietezza
di costoro.”
Herman Melville – Moby Dick – 1851
“… per quanto si
navighi e si conosca … il mare, il senso di stupore che si prova affrontandolo
e trovandosi a contatto col suo mistero si rinnova ogniqualvolta si salpa. Per
Mac Duff il mare non era solo uno stile di vita, era il fondamento stesso del
suo rapporto con la realtà. Era imparare a vivere in continuo movimento, a non
dare mai niente per scontato, a cercare sempre una maggiore umiltà e rispetto
per ciò che l’uomo non domina e a vivere pienamente ogni istante. In mare si
coglie la vera dimensione e il vero valore dell’essere umano. Si cerca di
lasciare le proprie tracce, sia nella coscienza degli altri esseri che nei
confronti dell’eternità. Per Mac Duff … il mare non era solo una forma di
educazione che indica il modo migliore per affrontare la propria esistenza. Era
molto di più. Quello che insegnava il mare era ne più ne meno un’etica che
dovrebbe regolare le relazioni con gli altri esseri umani.”
Bjorn Larsson – Il Cerchio Celtico –
1992
“Il cuore mi batteva
forte e nell’aria frizzante camminavo in coperta con passo leggero. Sentivo che
ormai non era più possibile tornare indietro e che m’impegnavo di un’avventura
di cui intendevo bene il significato. Non mi ero consigliato con nessuno, poiché
in faccende che riguardano il mare avevo diritto alle mie opinioni … Alla fine
avevo raggiunto la meta in sicurezza, e all’una del mattino del 27 giugno 1898
gettò l’ancora dopo una crociera di più di quarantaseimila miglia attorno al
mondo e dopo un’assenza di tre anni, due mesi e due giorni.”
Joshua Slocum – Solo intorno al Mondo
– 1900
“Ogni volta che lascio
Oslo e vado al Nord ho la sensazione di liberarmi: dall’entroterra, da
formicai, da abeti, da fiumi, dalle acque dolci delle paludi. Via, verso il
mare libero e infinito, ritmico e cullante, come i vecchi canti dell’epoca dei
velieri, che risuonavano attraverso gli oceani, fino a raggiungere i grandi
porti del mondo. Marsiglia, Liverpool, Singapore o Montevideo, mentre tutti in
coperta afferravano le cime per issare, bracciare o ammainare le vele … Si non
lo si più negare – una vista impressionante: la purezza più pura, la freddezza
più fredda, la virtù più virtuosa, ciò che di più elevato si possa concepire,
altari al dio della solitudine e alla divina inviolatezza della castità.
Difficile – difficile dipingerlo! Rendere l’eccellenza, la grandezza, la pace
inesorabile e spietata, e l’indifferenza della natura.”
Morten A. Stroksnes – Il Libro del Mare –
2015
“….. cominciò ad
apprezzare e a godere l’aspro coro delle onde, quando le loro creste
s’infrangono l’una dietro l’altra, in un incessante scroscio: la fretta del
vento che liberava gli immensi spazi, ammassando le ombre azzurrine e purpuree
delle nubi; la splendente aurora, quando il sole si leva in un aureola di
fiamma; le spirali delle nebbie mattutine e il loro lento dissolversi come
muraglie che crollino a una a una, sulla candida distesa; lo splendido e
salmastro riverbero del meriggio; il bacio della pioggia su miglia e miglia di
acqua morta e liscia; il frettoloso oscurarsi del mondo al calar della sera;
L’infinito scintillare del mare sotto il chiaro di luna, quando il bompresso
aguzzava, solenne, la cima verso lontane stelle …..”
Rudyard Kipling – Capitani Coraggiosi – 1897
“….. attraverso due aperture
oblunghe , di colpo, la sala fu illuminata. La massa fluida del mare si
distinse molto chiaramente; solo due spessi cristalli ci separavano
dall’oceano. Mi vennero i sudori freddi al pensiero che quel fragile riparo
potesse rompersi, ma era trattenuto da robuste armature di rame, che gli davano
resistenza enorme. Il mare era perfettamente visibile nel raggio di un miglio.
Che spettacolo! Nessuna penna sarebbe in grado di descriverlo, nessuno potrebbe
rendere gli effetti della luminosità attraverso la trasparenza di quei vetri e
la dolcezza delle sue sfumature progressive verso gli strati inferiori e
superiori dell’oceano ….. lo splendore elettrico sembrava nascere in mezzo alle
onde; non era più acqua luminosa ma luce limpida,. Guardavamo estasiati, ed era
come se quei cristalli fossero vetrine di un immenso acquario. Pieni di
meraviglia ci eravamo appoggiati a un vetro e nessuno di noi interrompeva quel
silenzio carico di stupore …..”
Jules Vrene – Ventimila leghe sotto i
mari - 1870