“La malattia non era arrivata di colpo: si era insinuata
dentro di me lentamente. Era come se il mio cervello, una volta infettato, si
fosse bloccato un po’ alla volta. Di fronte ai primi sintomi avevo fatto finta
di niente: mi ero detto che l’ispirazione sarebbe tornata l’indomani, o il
giorno dopo, o forse il successivo. Ma i giorni, le settimane e i mesi erano
passati e l’ispirazione non era mai tornata.”
Ho appena finito di
consumarlo voracemente. Avidamente, in poco tempo, nonostante le quasi 800 pagine.
“La verità sul caso Harry Quebert” mi ha tenuto attaccato allo schermo del
kindle, fin dalle prime pagine, ipnotizzato e ansioso di arrivare alla fine. Un
thriller avvolgente e avvincente, diverso dal solito clichè dei gialli
tradizionali. Scritto dallo svizzero Joel Dicker e pubblicato nel 2012, questo
romanzo è immediatamente diventato l’evento letterario degli ultimi anni. La
geniale vicenda si apre nell’estate del 1975. Nella piccola città del New
Hampshire di nome Aurora, scompare misteriosamente una giovane ragazza di 15
anni. Nonostante le ricerche della polizia Nola Kellergan svanisce nel nulla.
Nella primavera del 2008 un giovane scrittore di successo incappa in uno dei
rischi del proprio mestiere. Una ossessiva crisi da “pagina bianca”. Si trasferisce,
in cerca di nuove ispirazioni, per qualche tempo nella piccola cittadina di
Aurora, dove vive il suo amico e vecchio professore del’università, Harry
Quebert, uno degli scrittori più stimati degli Stati Uniti. Il cadavere di Nola
viene ritrovato nella villa dello scrittore. Marcus Goldman, convinto
dell’innocenza del suo maestro, abbandona tutto per condurre la sua personale
ricerca della verità. Niente paura, solo un piccolo preambolo, non continuerò
col racconto. Non vi negherò assolutamente il piacere di scoprire come andrà a
finire. La vicenda ti tiene incollato, i numerosi intrecci tra i vari
personaggi sono geniali e l’ambientazione è straordinaria. La scrittura è
snella e semplice. Ti porta a continuare a leggerlo per sapere cosa succederà. Mi
è dispiaciuto averlo finito, già mi manca passare qualche tempo sul divano in
sua compagnia. Gli ingredienti per un giallo avvincente ci sono tutti. Voi che
ne dite?
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