Here comes the sun, here comes the sun, and I say “it’s all right”.
Little darling, it’s been a long cold lonely winter. Little darling, it feels
like years since it’s been here. Here comes the sun, here comes the sun, and I say
“it’s all right”. Little darling, the smiles returning to the faces. Little
darling, it seems like years since it’s been here. Here comes the sun, here
comes the sun, and I say “it’s all right”. Sun, sun, sun, here it comes. Sun,
sun, sun, here it comes. Sun, sun, sun, here it comes. Sun, sun, sun, here it
comes. Sun, sun, sun, here it comes. Little darling, I feel that ice is slowly
melting. Little darling, it seems like years since it’s been clear. Here comes
the sun, here comes the sun, and I say “it’s all right”. Here comes the sun,
here comes the sun, “it’s all right”, “it’s all right”.”.
- Sassari, la Torres, svegliarsi all’IsolaRrossa, fare colazione al bar, il tramonto di Marinedda, la festa della birra trinitaiese, il "Che", il Genoa, la partitella di basket, l’alcool, gli amici, le tette enormi, la libertà, la birra, la fotografia, la musica, dipingere, correre, la gnocca, viaggiare, le sbornie, la pornografia, Diego Armando Maradona, i Led Zeppelin, lo stomaco attorcigliato e il cuore che batte per qualcuna (stronza), fottersene, George Best, vivere una crisi, i CCCP, mandare tutti a fare in culo, giocare a subbuteo, leggere, odiare, i p*mpini, il cibo, Dublino, il mare, le amiche del mare, lE d****e, il calcio, le donne, Fabrizio De Andrè, fare un giro con la vespa, l’amore, il venerdì sera, il cecio del giorno dopo, i libri, i Pink Floyd, gli assilli, le occhiaie sul viso, il comunismo, essere di sinistra, le scimmie, gli Afterhours, alcuni films, la lista delle persone che mi stanno sul cazzo, la pasta al forno di nonna, Janis Joplin, le scritte sui muri, il culo di una ragazza che ho visto l’altro giorno per strada, i campari soda, la musica sassarese, ascoltare un vinile, mincionare, la figa, una bella scopata, gli spaghetti n°5 Barilla aglio olio e peperoncino, le cazzate dette al bancone dei bar, il panino gorgonzola e mortadella a metà mattina, la colazione dei campioni, raccontare storie, i panini di Renato, la sculacciata a pecorina, il poker, festeggiare almeno un mondiale, impennare, andare in libreria, i tatuaggi, pisciare in mezzo alla natura, i vecchi oggetti, stare da solo, i polizieschi italiani anni '70, cucinare per gli amici, farsi un giro in bicicletta, la liquirizia, il signor G. Mina, giocare a carte, Andy Capp, i calamari fritti, la mattonella di melanzane della L, Capitan Harlock, Enrico Berlinguer, qualche serie tv, essere un Impiccababbu, l'nduja. il Duca Bianco, Charles Baudelaire, coltivare qualcosa, Snoopy, bestemmiare, i Joy Division, il gin tonic, Heminguay, il Picoolo Bar, i films con gli squali, Tina Modotti, i pistacchi, le botte al Fight Club, Charles Bukowski, la poesia, la pennicchella ………. To be continued
lunedì 30 giugno 2014
venerdì 20 giugno 2014
Black pearl
Caviale!!! Grazie mille, non me l’aspettavo proprio. Che figata!!! Quando arrivano certe sorprese è come se fosse natale (anche se continuo a odiarlo). Che farne? I soliti crostini no di certo. Apro la scatoletta e col cucchiaino me la faccio fuori sul divano guardando la tv? Che vizioso!!! Che tentazione!!! Ci ho pensato su e ho trovato una ricetta facile, veloce e diversa dal solito. Un modo per utilizzare questa prelibatezza nordica. Ne ho fatto una mia versione, stravolgendo un bel po’ la ricetta che ho trovato sul web. Eccovi la ricetta delle linguine con salmone affumicato, panna e caviale, “alla Pintus”.
Ricetta
Dati tecnici:
· grado di difficoltà: facilissimo
·
tempo
di preparazione: 15 minuti circa
· tempo di cottura: 15 minuti circa
Ingredienti per 2
persone davanti alla tv per una partita dei mondiali
· 350/400 gr, di linguine
· 450 gr. di salmone affumicato
· 100 gr. di salmone nero
· 100 gr. di panna da cucina
· qualche foglia di rucola
· la scorza di un piccolo limone, anche
meno
· un bel po’ di erba cipollina
· Olio, sale, pepe q.b.
Preparazione:
· Questa ricetta è talmente facile e
veloce, che come prima cosa vi consiglio di mettere subito l’acqua a bollire. In
una padella piuttosto larga fate soffriggere l’erba cipollina con dell’olio. Aggiungete
il salmone, tagliato in precedenza (a listarelle o tritato in piccoli pezzi, va
bene uguale), appena cambierà colore, diventando leggermente più chiaro,
aggiungete la panna. Fate restringere a fuoco lento, aggiungendo sale e pepe a
piacimento fino alla giusta densità. Grattugiate la scorza del limone, senza
esagerare, serve per sgrassare il salmone e la panna e dare un buon profumo
(questa è una mia idea). A questo punto prendete la rucola e tritatela
finemente, inserite anche lei nel composto (anche questa è una mia idea).
Scolate la pasta al dente e fate mantecare per un minutino. Ora viene il bello.
Versate tutte quelle deliziose palline nere e mescolate con cura. Servite e
BOOM!!! Cazzo che esplosione di sapori. Bis assicurato!!!
martedì 17 giugno 2014
A Oriente....
Quando sentii parlare
per la prima volta di questo libro ero sdraiato comodamente sul divano.
Guardavo un documentario su Trieste, della sua cultura mitteleuropea e di
personaggi come Joyce e Svevo nei loro cafè preferiti. Un crocevia culturale
inimmaginabile. Cristiani, ortodossi, slavi, turchi, zingari e comunisti tutti
insieme avvolti dal vento dei Balcani. Trieste è una meta, ma anche punto di
partenza. Proprio di questo parla “Tre uomini in bicicletta”. Un bellissimo
libro di viaggio. Un viaggio a tre, il giornalista di “Repubblica” Paolo Rumiz,
Altan il celebre vignettista e Emilio Rigatti meno noto, ma eccelso ciclista. Più
di duemila km trascorsi sui pedali, da Trieste a Istanbul, lungo la grande diagonale.
Diciotto tappe in diciotto giorni raccontate in maniera magistrale, da Rumiz.
Una scrittura essenziale, viva, visiva, evocativa e popolare che stimola la
fantasia e fa venir voglia di viaggiare, il tutto intarsiato dalle geniali vignette
di Altan. Cazzo volevo esserci anch’io!!! Al confine con la Slovenia, tra prati
rasati e strade piene di buchi, tra cascate, faggi, cicale, locande improponibili
e silenzi. Cazzo volevo esserci anch‘io!!! In Serbia e in Ungheria, tra case
rurali, abbazie medievali, foreste di pioppi, rane, vecchie in nero, chioschi
di frutta, cani e cavalli. Cazzo volevo esserci anch’io!!! Sotto la luna
arancione, sotto il sole giallo come il colore della birra liberatoria alla
fine di ogni tappa, tra le ragazze dalle gonne succinte, tra salite e discese.
Cazzo volevo esserci anche io!!! Tra cimiteri turchi, chiese ortodosse, cieli
pieni di rondini. Tra pioggia, fango e incontri impensabili sotto i minareti. Cazzo volevo
esserci anche io a Istanbul!!! Fa venire voglia di viaggiare, di vivere, di
memorizzare, di scrivere e di trasmettere, ma più di ogni altra cosa, fa morire
d’invidia.
giovedì 12 giugno 2014
Auld Reekie
Spesso i romanzi sanno
raccontare la realtà meglio della cronaca. E’ quello che ho pensato leggendo
“Anime morte”, il mio primo romanzo di Ian Rankin. Questo “police procedural” è
riuscito ad aprire squarci inediti e illuminati su una città che ho visitato e
ricordo ancora con piacere, Edimburgo. Quella raccontata in queste affascinanti
cinquecento pagine, non è una città turistica e solare, ma bensì una città
abbandonata a se stessa, degradata, contraddittoria, difficile e pericolosa. Il
Virgilio che ci accompagnata nel lato oscuro della capitale scozzese è Jhon
Rebus (protagonista principale di tutti i romanzi polizieschi di Rankin),
ispettore di polizia che ha sempre a che fare con i casi più turpi e crudi… Che
cosa si nasconde dietro l’inspiegabile, plateale suicidio di Jim Margolies,
giovane promessa del reparto investigativo di Edimburgo, lanciatosi dalla rupe
che domina la città? Rebus non riesce a spiegarsi questa scelta, e per questo a
dispetto degli ordini ricevuti, continua a indagare sull’accaduto. Al primo si
intersecano altri due casi, evolvendo in contemporanea. Le “Anime morte” cui
deve dare la caccia cominciano ad affollare la scena, imbevute di corruzione
morale e malate da una necessità quasi incontrollabile a delinquere. Non vado
oltre col racconto, non svelerò che l’assassino è il maggiordomo, col
candelabro, nello studio. Opsss!!! Questo Ian Rankin è bravo. Il suo Rebus è un
personaggio che non ha niente da invidiare ai più noti colleghi di penna. Il
ritmo del libro è ineccepibile, la lettura è piacevole, si finisce senza
rendersene conto. Questo era il primo che mi è capitato tra le mani. La
curiosità per gli altri mi stuzzica. Per il momento promosso a pieni voti.
giovedì 5 giugno 2014
Che futta!!!
Fastidio: [fa-sti-dio] s.m
1:
disturbo fisico, malessere in senso generico; senso di f. allo stomaco
2:
incomodo, seccatura, noia // avere dei f., subire conseguenze negative per
qualcosa; ha già avuto i suoi f. con la
giustizia
3:
cruccio, assillo: i figli gli hanno
sempre provocato molti f.
4:
avversione; provare f. per qualcuno, o
qualcosa.
5:
in sassarese; Futta; cazz d’ogna futta perdere cosi.
Le partite di fine
campionato di solito non hanno niente da dire, soprattutto se le posizioni in
classifica sono consolidate e si è contenti della propria stagione (noi non lo
siamo di certo). Oltretutto tra noi e gli avversari c’era serenità e amicizia.
Nel basket tutti questi preamboli possono variare in un secondo trasformando
quella che poteva essere una partita quasi amichevole in una piccola battaglia.
Le differenze a questo punto le fanno le motivazioni di chi scende in campo.
Palla a due ore 21 e 30 tra le mura amiche. Entrambe le squadre sono a ranghi
ridotti, la voglia di finire presto il campionato è tanta ma quella di giocare
a basket vince sempre. Per cui sin dai primi minuti si corre e si lotta. Il
primo quarto viene controllato con facilità dai nostri avversari, noi siamo
leggermente intorpiditi, non attacchiamo bene e abbiamo difficoltà nell’arrivare
al ferro. Dopo i primi dieci minuti
siamo già sotto, 20 a 10. La ripresa ci è favorevole, riusciamo finalmente a
trovare fluidità, segnamo e difendiamo abbastanza bene. Loro continuano col
loro gioco organizzato e controllano. la strada è ancora lunga. Comunque
vinciamo il quarto, all’intervallo siamo 23 a 31. Piccoli segnali di ripresa,
che arrivano anche a inizio terzo periodo. Si lotta, si corre e si suda. La
partita è combattuta, gli avversari non mollano. Neanche noi. Vinciamo anche
questo quarto, nel punteggio però siamo sempre dietro. 46 a 52. Gli ultimi
dieci minuti sono partita vera, senza esclusione di colpi. Noi ci crediamo,
stringiamo la difesa e in attacco siamo superlativi. Andiamo avanti di 4 palla
in mano, per svariate volte, ma non riusciamo ad assestare il colpo del K.O.
Come all’andata loro ritornano pari a poco dalla fine. Cazzo ci blocchiamo in
attacco ancora una volta!!! Ancora nel finale!!! Puntiamo tutto sul fallo
sistematico, ripartenza e tiro veloce, ma veniamo condannati dalla lunetta.
Risultato finale Impiccababbu 65
CMB Porto Torres 71. Complimenti
a chi c’era, a chi ha creduto, a chi ha lottato…. Che FUTTA perdere cosi!!! Che
FUTTA vedere la vittoria sfuggire tra le mani!!! Che FUTTA ogni volta giocare
contati!!! Servono motivazioni per le ultime due. Non ho voglia di scuse. Ho
voglia di compagni che la giocano fino alla fine. Gli IMPICCABBABBU NON MOLLANO
MAI!!!
martedì 3 giugno 2014
Il sangue di Giuda
Sai quando tornerai io
sarò già via, senza un idea. Vendendo roba tua, riciclandomi, restando vivo.
Imparare a barare e sembrare più vero. Due miserie in un corpo solo. C’è solo
sangue. Solo sangue dentro me. Solo sangue dentro. C’è solo sangue. Solo
sangue. Quando sai che sei fedele, a quello in cui non credi più. Vivere per
non farsi del male, poter vedere. Com’è non morire e non sentire, cambiare
idea. Con le labbra sul vuoto, la chitarra nel vuoto, il mio cazzo, inutile. C’è solo sangue. Solo sangue. Solo sangue
dentro. Solo sangue dentro. C’è solo sangue. Nelle tue cosce in rovina. Quello
che tu non sei. Guarire un po’, sognare un po’, amare un po’, fallire un po’,
far male un po’, mentirsi e poi. Tornare a sfamarsi un po’. C’è solo sangue.
Solo sangue dentro. Solo sangue dentro me. C’è solo sangue. C’è solo sangue
dentro. Solo sangue e non magia. Solo sangue e non magia. Solo sangue e non va
via.
Afterhours - 2005
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