Dolore [do-lò-re] sm
1-
Sensazione fisica che da pena, che provoca malessere. Sin. Male, sofferenza. d.
diffuso. d. a un piede.
2-
Stato d’animo di profonda tristezza, d’angoscia, di disperazione. Sin. Afflizione, pena. Grande d., cose che arrecano sofferenza: la vita è un seguito di dolori.
3-
Persona, cosa che è causa di dolore. Sin.
Cruccio: il suo d. è di non averlo potuto
aiutare.
dim.
dolorino, doloretto, doloruccio/peg. doloraccio
4- in sassarese: d’ogna mari, cazz soggu fracassaddu, mi
fazzi mari la pancia, d’ogna mari ti possa farà.
Fascite plantare.
Si intende un insieme
di sintomi a prevalenza dolorosa che coinvolge la fascia plantare. I sintomi e
i segni clinici presentano dolore tipico è l’episodio che occorre alla mattina
quando la persona si alza da letto e mettendo i piedi sente forte dolore ai
talloni. La manifestazione ritorna anche durante il susseguirsi giorno.
Giugno, luglio,
agosto, settembre, ottobre, novembre. Sei mesi di sofferenza, sei mesi di
fascite plantare del cazzo, sei mesi di dolore. I classici greci affermavano
che “dal dolore si impara” “chi più conosce più soffre”, ma sono sicuro che a
un certo punto si sarebbero rotti i coglioni di camminare zoppicando.
Finalmente sembrava tutto finito. Il dolore era praticamente scomparso,
camminavo relativamente dritto e con estremo piacere avevo ripreso a
corricchiare. Finalmente sembrava tutto finito, fino a ieri sera alle 21. Scarpe
da jogging, maglietta termica e cronometro. Ripeto mentalmente “dai Fausto
anche oggi una piccola corsetta, senza esagerare, piano, per dio, piano. Gira
intorno a questo fottuto campo da basket. I tuoi compagni di squadra sono li dentro che giocano, vorresti essere
con loro ma tu non puoi, non ancora. Piano, vai paino. Venti minuti alla volta
senza esagerare”. Il piede fa un po’ male, è normale non lo muovo da tempo.
Altri pensieri “dai accelera un pochino, si cosi, il dolore è conoscenza,
ricordi, un altro po’, togli questa ruggine”. Ok!!! Finito!!! Come Agamennone,
raccontato da Eschilo, mi sento un l’eroe tragico, che attraverso la sofferenza
riesce a cogliere il senso del suo destino, anche se non credo parlasse del mio
piede. E’ andato tutto bene, doccia, cena, divano e tv. Finalmente sembrava
tutto finito, fino alle 3 del mattino. Penso ”bene, vado in cucina bevo un
bicchiere d’acqua, pisco, spengo tutto e vado a dormire”. Nello stesso momento
in cui il piede ha toccato terra, non ho più pensato, ma bestemmiato …”Porco
diooooooo”…. Fitte allucinanti, un insieme di lamette, vetro, chiodi e coltelli
affilati, tutti intorno a un falò, tutti insieme che fanno festa, tutti dentro
il mio tallone ….. “Porco dioooooooo”……. Questo è il dolore. Non si esprime a
parole, si esprime in grida animalesche. Grida nefaste e cupe. Grida uniche e
private. Grida di sofferenza. AAAAAHHHHHHHHHH!!!
Nessun commento:
Posta un commento