Si, viaggiare.
Evitando le buche più dure…… Non importa dove. Non importa quando. Non importa
per quanto tempo. Mesi, settimane, qualche giorno o solo per poche ore,
L’importante è farlo. Maometto (quello che andava in montagna) diceva :”Non mi
dire quanto sei educato e colto. Dimmi quanto hai viaggiato”. Viaggiare da
sempre arricchisce, genera emozioni e ricordi. In questo post vi parlerò di un
breve ma intenso sconfinamento in terra Corsa. Dopo un brevissimo viaggio (solo
50 minuti) ecco Bonifacio. Una meravigliosa cittadella dai vicoli ripidi e
stretti costruita a 70 metri di altezza sulle falesie di pietra bianchissima
modellate dal vento e dal mare. Domina con la sua bellezza le acque impetuose
delle Bocche di Bonifacio e dei faraglioni sottostanti. E’ divisa in due
quartieri, la parte bassa, quella marina, in fondo al fiordo e la parte alta,
quella storica, arroccata sulla falesia e sviluppata intorno al castello
genovese. Dieci minuti, non di più, forse qualcuno di meno, e si parte con la
prima birretta, obbligatoriamente “Pietra”. Girare e perdersi nel labirinto di
vicoli della parte alta è coinvolgente, chioschetti, ristorantini, negozi si
alternano vorticosamente a spettacolari scorci a picco sul mare. Dopo qualche
giro è ora di fermarsi per gustare una birretta fresca, nonostante Bunifaziu
sia piena di accoglienti baretti, il nostro sesto senso da disgraziati ci
porta, nel peggiore dei zilleri corsi. Il “Nicois” è bruttissimo, frequentato
da vecchi avventori cicciosissimi con canottiere improponibili, ci guardano un
po’ storto visto che li dentro i turisti non entrano. Pareti ricoperte da un
perlinato inguardabile su cui spiccano vecchie foto di qualche compagnia di
caccia, tavoli e sedie sgangherate e un pseudo-cameriere senza denti, sudato e
sicuramente con qualche problema di dipendenze, ci fanno sentire a casa. Cazzo!!!
Siamo nel centro storico di Sassari!!! Non ci frega niente. “Qui si sta troppo
bene”. La “Pietra” costa poco, la birretta iniziale diventa più di una, e alla
fine facciamo pure amicizia con signora Emiliana, la padrona. Che ci da qualche
consiglio utile su dove andare a pranzo… “U Castille” è il ristorante prescelto
per rifocillarci un po’. Carinissimo locale incastonato nei vicoli della città
alta, è particolare in quanto sia le sale che le terrazze sono suddivise in
tre/quattro palazzi adiacenti. Ogna fame!!! Io opto per un “entreè de
bouillabaisse” (zuppa di pesce) molto saporita e gustosa, un secondo di cinghiale
in umido altrettanto saporito e concluso le libagioni con un “souflè de
framboise” (semifreddo di lamponi con ciuffo di panna) il tutto innaffiato come
sempre dalla “Pietra”. “Qui si sta troppo bene”. Simpatica atmosfera, ottima
accoglienza, servizio impeccabile, cibo buono per tutte le tasche. Ve lo
consiglio. Dopo il pranzo e l’acquisto di una “Vendetta” defatichiamo
pigramente in un locale gustando cautamente alcune “Pietra” e “Serena”
(un'altra birra corsa), Cazzo, ora che ci penso, non ho bevuto neanche un
goccio d’acqua, per tutto il tempo che sono stato in francia!!! Bella gente,
bei colori, bello tutto… Il viaggio di ritorno può iniziare…. Au revoir et à
bientòt Bonifacio!!!
- Sassari, la Torres, svegliarsi all’IsolaRrossa, fare colazione al bar, il tramonto di Marinedda, la festa della birra trinitaiese, il "Che", il Genoa, la partitella di basket, l’alcool, gli amici, le tette enormi, la libertà, la birra, la fotografia, la musica, dipingere, correre, la gnocca, viaggiare, le sbornie, la pornografia, Diego Armando Maradona, i Led Zeppelin, lo stomaco attorcigliato e il cuore che batte per qualcuna (stronza), fottersene, George Best, vivere una crisi, i CCCP, mandare tutti a fare in culo, giocare a subbuteo, leggere, odiare, i p*mpini, il cibo, Dublino, il mare, le amiche del mare, lE d****e, il calcio, le donne, Fabrizio De Andrè, fare un giro con la vespa, l’amore, il venerdì sera, il cecio del giorno dopo, i libri, i Pink Floyd, gli assilli, le occhiaie sul viso, il comunismo, essere di sinistra, le scimmie, gli Afterhours, alcuni films, la lista delle persone che mi stanno sul cazzo, la pasta al forno di nonna, Janis Joplin, le scritte sui muri, il culo di una ragazza che ho visto l’altro giorno per strada, i campari soda, la musica sassarese, ascoltare un vinile, mincionare, la figa, una bella scopata, gli spaghetti n°5 Barilla aglio olio e peperoncino, le cazzate dette al bancone dei bar, il panino gorgonzola e mortadella a metà mattina, la colazione dei campioni, raccontare storie, i panini di Renato, la sculacciata a pecorina, il poker, festeggiare almeno un mondiale, impennare, andare in libreria, i tatuaggi, pisciare in mezzo alla natura, i vecchi oggetti, stare da solo, i polizieschi italiani anni '70, cucinare per gli amici, farsi un giro in bicicletta, la liquirizia, il signor G. Mina, giocare a carte, Andy Capp, i calamari fritti, la mattonella di melanzane della L, Capitan Harlock, Enrico Berlinguer, qualche serie tv, essere un Impiccababbu, l'nduja. il Duca Bianco, Charles Baudelaire, coltivare qualcosa, Snoopy, bestemmiare, i Joy Division, il gin tonic, Heminguay, il Picoolo Bar, i films con gli squali, Tina Modotti, i pistacchi, le botte al Fight Club, Charles Bukowski, la poesia, la pennicchella ………. To be continued
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Per tutto il tempo in cui sono stato in Francia...... da Nicois ti avrebbero dovuto tagliare la gola. La Corsica è Corsica cazzo
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