Distopia: sostantivo
femminile [di.sto.pi.a]
Utopia al contrario; situazione, condizione futura in una società immaginaria, presentata e descritta come negativa, sgradevole e non auspicabile in alcun modo. Spaventosa, ingiusta e totalitaria, dove i diritti umani sono soppressi mediante un controllo onnipresente.
Devo essere sincero. Ancora non ho capito se “1984” di George Orwell,
scritto nel 1949, mi sia piaciuto o meno. Una cosa però è sicura. Nonostante
abbia finito di leggerlo già da qualche giorno, non l’ho ancora digerito.
Dev’essere l’effetto distopico ma questa notte ho sognato di essere torturato,
così come accadeva a Winston Smith a un certo punto del romanzo. Da qualche
giorno mi trascino con una sensazione di pesantezza. Un mattone bloccato nello
stomaco. Spesso ho anche pensato; “devo prendere il kindle per continuare a
leggere”, aaaahhhh ma che cazzo dico: “l’ho finito”. Non capisco cosa? ne il
perché? ma questo romanzo mi sta ancora attirando a se. Non poco. Che libro
strano: distopico, surreale, fantasioso eppure capace di tenerti incollato alle
pagine per scoprire come va a finire. Male, anzi malissimo. Non è un romanzo
facile. Di quelli che si leggono per prender sonno o nei giorni liberi mentre
si fa colazione, questa è roba da viscere attorcigliate e pensieri contorti. Perché
il futuro descritto nel libro fa paura, angoscia e spinge a numerose
riflessioni. Il mondo è ambientato in un futuro oscuro e inquietante. Dove
esistono tre superpotenze: Oceania, Eurasia ed Estasia, in costante guerra tra
loro. L’Oceania, dove si svolge la vicenda, ha per capitale Londra, ed è
governata dal “Grande Fratello”, che tutto vede e tutto sa. In ogni casa c’è
un teleschermo spia, le vie sono disseminate di microfoni e telecamere e
nonostante non esistano leggi scritte e niente è apparentemente proibito, la
psicopolizia interviene al minimo sospetto di pensiero indipendente. In questo
contesto, il controllo fatto dal “partito” è assoluto, libri, film, giornali,
arte e soprattutto la storia sono totalmente rielaborati in modo da aderire
perfettamente al pensiero del partito e del Grande Fratello. Anzi “bis-pensiero”
(non vi svelo altro). Resistenza contro il totalitarismo, speranza nel futuro e
libertà di pensiero sono i presupposti che spingono il protagonista nell’affrontare
questo mondo distorto. Non dico altro. Come ho scritto all’inizio di questo
post, devo ancora riflettere se mi sia piaciuto o meno, perché “1984” non è un
libro per tutti, ma è assolutamente da leggere. Invita a innumerevoli
riflessioni, sul potere, sul controllo, sulla manipolazione dei media e sulla
lotta per le libertà personali, ma soprattutto sul perchė 2+2 fa 5 (lo scopriretete solo leggendo). Ahahahahah-ahahahahah (ristata malefica).
Utopia al contrario; situazione, condizione futura in una società immaginaria, presentata e descritta come negativa, sgradevole e non auspicabile in alcun modo. Spaventosa, ingiusta e totalitaria, dove i diritti umani sono soppressi mediante un controllo onnipresente.