“….. i nostri miti morti ormai, la scoperta di
Heminguay, Il sentirsi nuovi, le cose sognate e ora viste …..”
Incontro
– Francesco Guccini - 1972
Era l’estate dell’1982.
Nonostante avessi solo 8 anni e ne siano passati quasi 37, i ricordi di quei giorni,
sono ancora indelebili nella mia mente. Ho ricordi precedenti a quegli anni, ma
cazzo, quelli di quei giorni non li scorderò mai. Avevamo preso una casa in
affitto a Platamona per tutta l’estate. L’Italia intera fremeva per i Mondiali
di calcio, figuratevi un bambino di 8 ani. Ricordo esattamente l’11 Luglio, la
finale, la gioia e i festeggiamenti. Ricordo il 17 Luglio e il mio compleanno a
bordo piscina. Ricordo che qualche giorno dopo venni punto da una Aragna o
Tracina Drago. Ricordo le mie urla, il piede viola dal veleno. Ricordo il
dolore lancinante, il pronto soccorso e l’incisione per estrarre il veleno (di
cui ho ancora la cicatrice). Ricordo la convalescenza e quel libro che mi
portai dietro, non so neanche il perché, visto che fino a quel momento non l’avevo
mai aperto (poi divenne il mio libro preferito, l’ho ancora in camera). Era un
tomo extra dell’enciclopedia per bambini; “i personaggi famosi della storia”.
Mi aiutò a superare la convalescenza. Lo lessi tutto, voracemente. Fu in quei
caldi giorni che, per la prima volta, mi imbattei in Ernest Heminguay.
Quindici anni dopo o giù di li (questa volta il ricordo è meno lucido) lessi il
mio primo romanzo. “Il vecchio e il mare”, a cui fecero seguito gli altri. In
questo periodo ho ripreso a leggere Heminguay. Indovinate un po’ da cosa sono
ripartito? Beh certamente, proprio da “il vecchio e il mare”. A questo punto
dovrei parlarvi del libro, dirvi che venne pubblicato per la prima volta sulla
rivista Life nel ’52, che gli fece ottenere il Pulitzer nel ’53 e il Nobel nel ’54.
Dovrei farvi una breve recensione del libro; parlarvi del vecchio Santiago,
uomo coraggioso e tenace e della sua grande passione per il mare, che malgrado
una vita di stenti continua a sfidare la corrente del golfo, nonostante
ottantaquattro giorni di sfortuna. Delle solitarie e fredde notti insonni
passate a stringere una lenza imbrattata del suo stesso sangue. O parlare di
come la forza della natura e la tenacia dell’uomo sono messi a confronto. Non
lo farò. Ops forse l’ho fatto. Ahahahahah!!! Basterebbe dirvi che è un
capolavoro. Il mio intento, sempre che, qualcuno stia leggendo questo post, è
farvi venire la curiosità di leggere Heminguay. Non solo perché, grazie al suo
stile asciutto e inconfondibile, è uno dei più grandi scrittori del novecento.
Ma perché in ogni sua opera vi ritroverete tra le righe. Perché nelle sue opere
c’è dietro una vita avventurosa, fatta di viaggi, amori, guerre e momenti
difficili. Perché in ogni suo libro anche voi potrete vivere queste avventure. Perché
ha inventato il Mojto, il Daiquiri, il Montgomery e qualcuno dice pure il
Bloody Mary. Perché nel ’61,
a soli 53 anni si è ucciso. Perchè "non c'è nessun amico più leale di un libro" ......