Marinedda. Sera. Tra
le 18:30 e le 19, quando ormai i turisti iniziano ad abbandonare la spiaggia, ogni
sera un uomo si palesa, con se solo un telo da mare e un libro. Entra in acqua,
nuota fino all’ultima boa, si ferma li per tutto il tempo che ritiene necessario
e poi torma indietro. Stende il telo con cura, compra un becks al baretto della
spiaggia, si sdraia e inizia a leggere nell’attesa del tramonto. Il libro che
legge è “Il Cerchio Celtico” di Bjon Larsoon ………. E’ un romanzo di mare e di
imbarcazioni. Un thriller ambientato sullo sfondo dei grandi fiordi, delle
isole del mar del nord e tra le pericolose acque e scogliere della Scozia.
Raggiunte grazie ad una navigazione epica nel mese di gennaio su una piccola
barca a vela. Il “Rustica”, vero e
unico protagonista della storia, accompagna lo skipper Ulf e il fidato amico
Torben attraverso un indagine ambientata negli anni novanta, su una misteriosa
setta di indipendentisti celtici. Morti sospette, intrighi, cerimonie segrete,
druidi, intrecci e quant’altro il tutto raccontato magistralmente, in modo
piacevole e scorrevole; attraverso belle e dettagliate descrizioni del mare in
tempesta e dei paesaggi. Con l’aggiunta (molto apprezzata) di descrizioni
esemplari sulle specifiche delle barche e i metodi e le procedure di navigazione.
Difficilmente riuscirete a staccare gli occhi da queste pagine ………. Il tramonto
arriva, l’uomo prende un’altra birra e chiude il libro. Sorseggiando si gode il
calar del sole. Raccoglie le sue cose e va via. Ritornerà. Lo fa sempre.
- Sassari, la Torres, svegliarsi all’IsolaRrossa, fare colazione al bar, il tramonto di Marinedda, la festa della birra trinitaiese, il "Che", il Genoa, la partitella di basket, l’alcool, gli amici, le tette enormi, la libertà, la birra, la fotografia, la musica, dipingere, correre, la gnocca, viaggiare, le sbornie, la pornografia, Diego Armando Maradona, i Led Zeppelin, lo stomaco attorcigliato e il cuore che batte per qualcuna (stronza), fottersene, George Best, vivere una crisi, i CCCP, mandare tutti a fare in culo, giocare a subbuteo, leggere, odiare, i p*mpini, il cibo, Dublino, il mare, le amiche del mare, lE d****e, il calcio, le donne, Fabrizio De Andrè, fare un giro con la vespa, l’amore, il venerdì sera, il cecio del giorno dopo, i libri, i Pink Floyd, gli assilli, le occhiaie sul viso, il comunismo, essere di sinistra, le scimmie, gli Afterhours, alcuni films, la lista delle persone che mi stanno sul cazzo, la pasta al forno di nonna, Janis Joplin, le scritte sui muri, il culo di una ragazza che ho visto l’altro giorno per strada, i campari soda, la musica sassarese, ascoltare un vinile, mincionare, la figa, una bella scopata, gli spaghetti n°5 Barilla aglio olio e peperoncino, le cazzate dette al bancone dei bar, il panino gorgonzola e mortadella a metà mattina, la colazione dei campioni, raccontare storie, i panini di Renato, la sculacciata a pecorina, il poker, festeggiare almeno un mondiale, impennare, andare in libreria, i tatuaggi, pisciare in mezzo alla natura, i vecchi oggetti, stare da solo, i polizieschi italiani anni '70, cucinare per gli amici, farsi un giro in bicicletta, la liquirizia, il signor G. Mina, giocare a carte, Andy Capp, i calamari fritti, la mattonella di melanzane della L, Capitan Harlock, Enrico Berlinguer, qualche serie tv, essere un Impiccababbu, l'nduja. il Duca Bianco, Charles Baudelaire, coltivare qualcosa, Snoopy, bestemmiare, i Joy Division, il gin tonic, Heminguay, il Picoolo Bar, i films con gli squali, Tina Modotti, i pistacchi, le botte al Fight Club, Charles Bukowski, la poesia, la pennicchella ………. To be continued
venerdì 31 agosto 2018
mercoledì 29 agosto 2018
Unn'au'nau Experience
Una barca a vela, un
paio di amici e il mare.
Day one – venerdi 6 luglio 2018
Dopo aver provveduto
alle operazioni di stivaggio viveri, aver riempito la cambusa all’inverossimile
e aver atteso l’equipaggio; finalmente, ma solo dopo aver pranzato con
un’ottima insalata fredda di fregola*, alle 1430, in notevole ritardo,
Unn’au’nau molla gli ormeggi. Direzione Asinara. La prima parte di navigazione
è gradevole, una leggera brezza proveniente da NE e l’andatura ridossata sotto
costa ci accompagnano tranquillamente verso Capo Caccia. Appena superato lo
scoglio il mare aperto ci accoglie con 15 nodi di Grecale belli tesi. Dobbiamo
risalire verso Nord, quindi l’unica andatura possibile è la bolina. La barca si
inclina e alcuni schizzi d’acqua iniziano a bagnare la coperta, nessun
problema. Inclinazione o no, iniziamo a stappare le prime birre. Il vento
aumenta leggermente, noi continuiamo imperterriti a risalire il vento con bordi
lunghi che ci portano lontano dalla costa. Nonostante qualche bello schiaffo la
barca fila tra i 6 e gli 8 nodi di velocità. Dopo quasi 6 ore di navigazione e
il fantastico incontro con dei delfini, che giocavano sulla scia della nostra
prua; in prossimità di Capo Falcone ammainiamo il fiocco. Teniamo la randa su e
accendiamo il motore per attraversare il canale tra L’isola Piana e la terra
ferma. Arriviamo alla Pelosa all’ora del tramonto, ma Cala Reale è ancora
lontana e da questo momento in poi la navigazione si fa pesante. 20 nodi da NE
e onda di prua o quasi. Si balla e la notte si avvicina inesorabile. Dopo un
oretta buona di “Oba Oba” arriviamo in cala con gli ultimi spiccioli di luce.
Una mossa da maestro ci consente di prendere la boa al primo colpo, ci
attacchiamo, leghiamo un ulteriore cima di sicurezza a doppino e click!!!
Arriva il buio totale (che culo, appena in tempo). Dopo 8 ore circa di
navigazione finalmente ci apprestiamo a cenare. Prima però arriva il nostro
meritato compenso; una bella caraffa gelida della famosa “Zirriagga del
Capitano”**. Salumi, formaggi e birra a volontà, insieme a mezzo kg di pasta
alla carbonara vengono spazzolati in un amen (bagassa di fame). Andiamo a
dormire stanchi morti con 20 nodi da NE in crescita.
*Insalata di Fregola:
fate bollire la fregola, una volta scolata aggiungete le zucchine cotte
precedentemente in padella con un pomodoro secco tritato, il tonno in scatola,
il finocchio affettato sottilmente, un bel po’ di bottarga e un filo d’olio a
crudo. Voilà facile e veloce, per veri marinai.
**Zirriagga del Capitano:
Miscuglio energetico, tonificante e rigenerante da gustare come aperetivo dopo
le lunghe giornate in mare. Composto da Prosecco, acqua gasata San Martino e
Bitterol (la versione Eurospin dell’Aperol). Le dosi sono a cazzo in base all'umore del Capitano.
Day two – sabato 7 luglio 2018
La notte appena
passata è stata infernale. Un girone dantesco. La barca ha brandeggiato tutta
la notte sotto un vento implaccabile che fischiava minacciosamente. Gli
stralli, le drizze e qualsiasi altra cosa sbattevano ininterrottamente. Il preoccupante concerto notturno non era un
sogno; ci ritroviamo alle 6 del mattino in pozzetto convinti di trovarci in un
fiordo norvegese durante una tempeste del Mar del nord. Ma non eravamo a Cala
Reale, Asinara, Sardegna in piena estate? Nonostante siamo in baia e ridossati
l’anemometro segna 35 nodi. Cazzoooooo!!! Le previsioni, sul golfo
dell’Asinara, non sono confortanti, vento forte da NE e onda di 2 metri;
praticamente la rotta che dovremo fare noi per arrivare a Santa Teresa. Davanti
a un caffè prendiamo la decisione di non affrontare il mare e spostarci in
un’altra boa ancora più a ridosso della costa. Ci ormeggiamo a 30 metri dalla
riva, ma anche li si continua a ballare. Rinchiusi sotto coperta aspettiamo un
miglioramento. Verso metà mattina la situazione meteo gira a nostro favore.
Cala Reale ci appare finalmente nel suo splendore, acqua trasparente, fondale
immacolato e calma piatta. Cavolo potremo partire ora? Noooooo!!! E’ ora di
pranzo!!! Pennoni integrali “La Molisana” (molto graditi dal Capitano) con
pomodoro fresco, mozzarella e tonno con annessa mega pennichella pomeridiana.
Ronf, ronf, ronf!!! Era ora. Nel pomeriggio mettiamo il tender in acqua e
impavidi come Indiana Jones scendiamo per una ricognizione dell’Asinara. Dopo
aver passeggiato tra vecchi ruderi, asinelli bianchi e macchia mediterranea,
strano a dirsi; finiamo al bar (vecchie spugne che non siamo altro). Un paio di
birrette e un inaspettato buon gin tonic soddisfano le nostre fatiche.
Risaliamo a bordo per goderci il tramonto. Avvolti da un silenzio irreale ci
godiamo la pace della cala, splendida nella sua natura primitiva. E’ ora di
cena. Dajè!!! Se magna!!! Zirriagga del Capitano, pennette ai formaggi*
(avanzati), birra, tanto vino e un bel po’ di stronzate sparate in pozzetto.
Ahahahahah!!! Questa notte sarà diversa; le previsioni sono buone. Domani si
salpa presto. Sveglia alle 6.
*Pennette ai formaggi
avanzati: Mettete su l’acqua, appena inizierà a bollire buttate la pasta.
Tagliate i formaggi avanzati (noi avevamo gorgonzola, taleggio e pecorino) a
piccoli tocchi, e metteteli in una piccola casseruola. Mettetela sul fornello e
aggiungendo l’acqua di cottura della pasta, creando una cremina. Scolate la
pasta e fatela mantecare per qualche minuto. Noi abbiamo aggiunto anche del
prosciutto crudo tagliato a listarelle (era avanzato pure quello). Buon
apetito.
Day Three – domenica 8 luglio 2018
La notte è stata serena e tranquilla,
l’equipaggio, riposato, come da accordi si ritrova puntuale alle 6 e 00 in
pozzetto. Caffè e si parte. E’ un vero dispiacere lasciare la baia dormiente
rovinando l’immobilità dell’acqua con la nostra scia. Impostiamo la rotta, 40
miglia da affrontare, tra i 70° e i 75° gradi, direzione Santa Teresa, con
totale assenza o quasi di vento. Porca puttana, Tutta randa e motore!!! La
noiosa andatura ci permette però di dare una bella strigliata alla barca. “Ciurma spazzoliamo questo ponte di coperta per
bene” In pochi minuti la barca splende. E ora? In barba alle regole, molto
prima dell’orario consentito, iniziamo a sbirrettare e raccontare vecchie
storie di mare, di porti, di donne e mostri marini. Ahahahahah!!! Cazzate
insomma!!! Solo in prossimità di Capo Testa
e delle Bocche di Bonifacio il vento inizia a dare qualche segnale, finalmente
apriamo il fiocco e via. Entriamo a Cala Reparata secondo le previsioni in
perfetto orario per l’ora di pranzo. Prima però un bel tuffo refrigerante. Ciaff!!!
Diamo fondo alla cambusa. Mezzo kg di pasta con pomodoro fresco e basilico e
fuori le ultime birre (meno male che sarebbero avanzate). Arriva inesorabile il
momento di entrare in porto. Ormeggiamo e ripuliamo la barca da cima a fondo,
un nuovo equipaggio sta per salire a bordo. Prima però le ultime riflessioni e
una vagonata di birre al bar del porto. Cascata di calamari e ……. purtroppo si
torna a casa.
….. to be
continued
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