Cinque giorni scarsi. E’ il tempo che ho impiegato per leggere “Vocazione Rivoluzionaria”,
l’autobiografia (mai autorizzata) di Luca Persico. Luca chi? ‘O Zulù, quello
dei 99 posse. Aaahhhhh!!! Era dai tempi di “Open”
di Andrà Agassi che un’autobiografia non mi coinvolgesse così tanto. Mi è
dispiaciuto tanto finirla, avrei voluto tanto leggere ancora aneddoti e vicende
di un’anima così inquieta e intensa. E si, lo storico frontman dei 99 posse
(band che ho sempre amato) mi ha coinvolto pienamente nella sua complessa vita
di musicista, attivista, militante, artista e uomo. Una vita intera come sbirri di frontiera in un paese neutrale ….. dove
si intrecciano ingiustizia e bellezza, tradizione e ribellione, musica e poesia.
Dai primi movimenti giovanili fino alla scoperta della scrittura, dall’officina
alla musica dei 99 posse, dalla denuncia sociale agli scontri in piazza,
dall’esigenza collettiva di un’identità al rifiuto del mainstream, passando
per la denuncia e l’antagonismo. Una forma di resistenza attuata per combattere
contro le diseguaglianze e i soprusi, per dare voce a chi voce non ne ha.
Palchi, centri sociali, viaggi (tantissimi), incontri (tantissimi pure quelli),
scontri, successo e notorietà, ma anche conflitti, responsabilità, alienazione,
droga e cadute. Che cazzo di vita affascinante. E poi il bisogno di ritrovare
una propria autentica e autonoma identità senza paura di nascondere le fragilià
personali. Diretto e incisivo come la sua voce e la sua personalità. ‘O Zulù,
anzi Luca (anche se non ci conosciamo), Ci regala una gran bella narrazione, di
battaglie dure e realistiche (….. tante
mazzate pigliate, tante mazzate pigliate. Tante mazzate, ma tante mazzate
pigliate. Ma una buona l’aimmo data …..), fino a un meritato rinnovamento
personale. Un avvincente e intimo viaggio che batte, in cassa dritta, al tempo
di emozioni, politica e suoni “vio-lenti”.
Per chi, come me, è cresciuto ascoltando i 99 posse, e ha avuto anche il
piacere di goderseli dal vivo, questa brutale autobiografia crea una intima
connessione che va ben oltre gli ideali condivisi. “Vocazione Rivoluzionaria” è un intenso viaggio all’insegna della
musica e dell’antifascismo. Una strada che per quanto dura, amara e difficile
sia, vale sempre la pena percorrere. Bellissima “ ..… la versione integrale dei tuoi pensieri ….. ” Grazie Zulù,
anzi grazie Luca.
- Sassari, la Torres, svegliarsi all’IsolaRrossa, fare colazione al bar, il tramonto di Marinedda, la festa della birra trinitaiese, il "Che", il Genoa, la partitella di basket, l’alcool, gli amici, le tette enormi, la libertà, la birra, la fotografia, la musica, dipingere, correre, la gnocca, viaggiare, le sbornie, la pornografia, Diego Armando Maradona, i Led Zeppelin, lo stomaco attorcigliato e il cuore che batte per qualcuna (stronza), fottersene, George Best, vivere una crisi, i CCCP, mandare tutti a fare in culo, giocare a subbuteo, leggere, odiare, i p*mpini, il cibo, Dublino, il mare, le amiche del mare, lE d****e, il calcio, le donne, Fabrizio De Andrè, fare un giro con la vespa, l’amore, il venerdì sera, il cecio del giorno dopo, i libri, i Pink Floyd, gli assilli, le occhiaie sul viso, il comunismo, essere di sinistra, le scimmie, gli Afterhours, alcuni films, la lista delle persone che mi stanno sul cazzo, la pasta al forno di nonna, Janis Joplin, le scritte sui muri, il culo di una ragazza che ho visto l’altro giorno per strada, i campari soda, la musica sassarese, ascoltare un vinile, mincionare, la figa, una bella scopata, gli spaghetti n°5 Barilla aglio olio e peperoncino, le cazzate dette al bancone dei bar, il panino gorgonzola e mortadella a metà mattina, la colazione dei campioni, raccontare storie, i panini di Renato, la sculacciata a pecorina, il poker, festeggiare almeno un mondiale, impennare, andare in libreria, i tatuaggi, pisciare in mezzo alla natura, i vecchi oggetti, stare da solo, i polizieschi italiani anni '70, cucinare per gli amici, farsi un giro in bicicletta, la liquirizia, il signor G. Mina, giocare a carte, Andy Capp, i calamari fritti, la mattonella di melanzane della L, Capitan Harlock, Enrico Berlinguer, qualche serie tv, essere un Impiccababbu, l'nduja. il Duca Bianco, Charles Baudelaire, coltivare qualcosa, Snoopy, bestemmiare, i Joy Division, il gin tonic, Heminguay, il Picoolo Bar, i films con gli squali, Tina Modotti, i pistacchi, le botte al Fight Club, Charles Bukowski, la poesia, la pennicchella ………. To be continued
venerdì 14 novembre 2025
..... sienteme mò, sienteme a mme, siente a 'O Zulù .....
martedì 11 novembre 2025
domenica 9 novembre 2025
A bocca chiusa
Daniele Silvestri, 2013
martedì 4 novembre 2025
Canta che ti passa
Venerdì mattina. Dovrebbe piovere e invece oggi c’è proprio un bel sole.
Metto le scarpe, prendo un paio di pantaloncini e via. Vado a correre. Sto
decisamente meglio (esci mi tocco “rhi
cuglioni”), e la corsetta piano piano ritorna a essere una piacevole
routine. Sento, tranquillamente, il mio fiatone tra un passo e l’altro, l’ippodromo
è quasi deserto. Che figata. Sto bene. Benissimo. Inizio a canticchiare una
canzone senza preoccuparmi di niente. Senza badare alle persone che incrocio
durante il percorso. Poi un’altra e un’altra ancora. Fluiscono incontrastate
dalla mia mente, trasformandosi in energia. Corro e canticchio. CAZZO!!! canta che ti passa!!! È
un’espressione che ha una sua verità. Mentre arranco in cerca di un’ambulanza o
di un defibrillatore (ahahahahah!!! Scherzo, ma non troppo), penso alla musica
e soprattutto alle canzoni; alla loro capacità di evocare emozioni, trasmettere
messaggi e creare connessioni. Una storia lunga ed eterogenea che affiora fin
dai miei ricordi più lontani. In effetti, ascolto musica fin da quando sono
piccolo. Ho ancora il mangiadischi con i 45 giri dei cartoni, una marea di
musicassette, vinili e cd a smerdo; e ogni volta che ho 5 minuti al posto della
tv, io, accendo lo stereo. Rock, pop, jazz, reggae, metal, rap, cantautorale,
di protesta, dance, disco, soul, country, folk e anche la classica (tranne
quella merda di trap); ogni volta che sento una canzone ho un ricordo ben
specifico di un momento della mia vita. Gioia, tristezza e nostalgia così come
amici, familiari, ex e i più svariati personaggi, riecheggiano dopo sole poche
note di una determinata canzone. Un archivio ricco e colorato di suoni,
emozioni e pensieri. Canticchiare una canzone o ascoltarla è terapeutico.
Allevia le preoccupazioni e lo stress, ma può anche essere tremendamente triste
e dolorosa quando porta alla mente brutti e spiacevoli ricordi. Quando sei
felice ti godi la musica ma è solo quando sei triste che capisci i testi, e se
hai un ricordo o una persona dimenticata le canzoni li trovano. Cazzo sta
iniziando a piovere!!! E’ passata un’ora e non me ne sono accorto. Volata tra
stonature, pensieri distorti, gambe doloranti e tanta, tanta fatica. Poco
importa. Oggi sto bene. Benissimo (altra vigorosa toccata di coglioni). Ahahahahah!!!
mercoledì 29 ottobre 2025
Mare Mare Mare (parte 2/2)
“De gustibus non disputandum est”.
Partire dalla Sardegna per realizzare il grande sogno. Un giro del mondo alle latitudini dei tre capi più famosi: Buona Speranza, Leeuwin e Horn. Padre e figlio in viaggio dove gli oceani non conoscono ostacoli e le depressioni spaventano chiunque. Un modo per mettere alla prova le proprie capacità, la propria resistenza e la propria passione. E’ il racconto di una sfida durata ben 213 giorni, prima di infrangersi e spezzarsi contro una gigantesca onda nel Pacifico Meridionale.
“Il Mediterraneo in barca” e “Ai margini dei meridiani”
“Le acque del nord”
Essendo l’ultimo letto ve ne ho parlato da pochissimo. Basta tornare indietro di pochi post. Comunque questo è un romanzo d’avventura e sopravvivenza, scatenato, nerissimo e inarrestabile come la vendetta. Grazie alla sapiente narrazione di Ian McGuire non riuscivo a smettere di leggerlo. Inquietante a tratti ma anche affascinante, Non avrei mai immaginato che l’inferno potesse avere i colore bianco del ghiaccio artico.
“Nel Blu”
L’autobiografia di un esperto navigatore che racconta il suo amore per il mare, le sue emozioni e sensazioni. “Nel Blu” di Giovanni Soldini, ormai può essere annoverato tra i classici della letteratura marinaresca. Affrontare fatiche, onde gigantesche, mille disagi ma anche soddisfazioni e gioie della vita in barca. Un autentico diario di bordo di una di vita affascinante e spesso silenziosa, all’insegna della libertà.
“Il libro del mare”
di Morten Stroksnes. Sottotitolo: “o come andare a pesca di uno squalo gigante con un piccolo gommone sul vasto mare”. Questa è la vera storia di due amici che partono alla caccia di un temuto abitante dei fiordi nelle isole Lofoten. Il grande squalo della Groenlandia, un predatore ancestrale, nonché il vertebrato più longevo del pianeta. Non solo pesca estema, in questo strabiliante diario c’è molto di più. Minchia che libro!!!
“La musica del mare”
E’ molto strano però questo è l’unico libro che non mi ha preso per niente. L’autore Roberto Soldatini, non è riuscito a trasmettermi niente. La storia poteva anche essere interessante; un direttore d’orchestra che issa un pianoforte a prua e parte per la Grecia in solitario. Ma, perché c’è sempre un ma. Niente avventura e niente lasciato al caso. Ormeggi sicuri e porto col brutto tempo. Sono arrivato alla fine sperando che affondasse. Peccato non è successo. Noiosissimo.
martedì 28 ottobre 2025
Mare Mare Mare (parte 1/2)
“De gustibus non disputandum est”.
Indubbiamente il mio preferito. Hemminguay, famoso per il suo stile asciutto e diretto, con frasi brevi e ritmo serrato nel 1952 pubblica questo fantastico romanzo, in cui racconta l’epica lotta tra un vecchio pescatore cubano (Santiago) contro un enorme pesce Marlin. Perseveranza, coraggio, dignità umana, rispetto per la natura, per la sua bellezza e la sua crudeltà, sono lo scenario di questo meraviglioso romanzo. Lo amo.
“20000 leghe sotto i mari”
Assolutamente senza tempo. Nel 1869 Jules Verne non avrebbe mai pensato che il suo romanzo sarebbe diventato un classico della letteratura marinaresca e fantastica. Così come il professor Pierre Aronnax (protagonista del romanzo) non avrebbe mai pensato che il mostro marino a cui dava la caccia fosse in realtà un avveniristico sommergibile con cui avrà modo di esplorare per 20000 leghe (80000 km) fondali marini misteriosi e unici. Strepitoso.
“Moby Dick”
Quando nel 1851 Herman Melville pubblicò "Moby Dick” fu un incredibile flop. Solo dopo la sua morte dell’autore venne riscoperto e osannato dal pubblico. Ogni lupo di mare deve prima o poi cimentarsi in questa lettura. Un romanzo meraviglioso e intenso, per certi versi simile al moto onduoso, con pagine e pagine di calma piatta e altre concitate e cruente, integrate a lunghe descrizioni e introspezioni psicologiche. Unico.
“Il cerchio celtico” e “La vera storia del pirata Long Jhon Silver”
“Solo intorno al Mondo”
Un uomo solitario, circondato solo dall’immensità del mondo e dal vasto oceano, nel 1895, si prepara a compiere un’impresa epica. Questa è l’affascinante storia di Joshua Slocum, un leggendario velista. Oltre tre lunghi anni trascorsi in mare, sperimentando la solitudine dell’oceano e la compagnia delle numerose culture incontrate. Un libro intramontabile scritto con la forza dei venti salmastri e delle onde oceaniche, grazie a un coraggio senza pari.
“Capitani coraggiosi”
I capitani coraggiosi sono, per Rudyard Kipling, i marinai dei pescherecci impegnati nelle stagioni di pesca tra i ghiacci dell’Islanda e i banchi di Terranova, nel tempestoso Atlantico del Nord. E’ gente abituata a una vita aspra, una fatica durissima e un’esistenza rude. Un fantastico romanzo di formazione (si dice così) che mostra come un giovane possa crescere e maturare attraverso le esperienze e le sfide.
giovedì 23 ottobre 2025
Autunno
Terza stagione dell’anno compresa, nell’emisfero boreale tra il 23 settembre e il 22 dicembre e in quello australe tra il 21 marzo e il 21 giugno. Ma ha anche un significato figurato, riferendosi al periodo della maturità che precede la vecchiaia o la fine di qualcosa . Deriva dal latino “Autumnus” che significa “ricco di frutti”.

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