- Sassari, la Torres, svegliarsi all’IsolaRrossa, fare colazione al bar, il tramonto di Marinedda, la festa della birra trinitaiese, il "Che", il Genoa, la partitella di basket, l’alcool, gli amici, le tette enormi, la libertà, la birra, la fotografia, la musica, dipingere, correre, la gnocca, viaggiare, le sbornie, la pornografia, Diego Armando Maradona, i Led Zeppelin, lo stomaco attorcigliato e il cuore che batte per qualcuna (stronza), fottersene, George Best, vivere una crisi, i CCCP, mandare tutti a fare in culo, giocare a subbuteo, leggere, odiare, i p*mpini, il cibo, Dublino, il mare, le amiche del mare, lE d****e, il calcio, le donne, Fabrizio De Andrè, fare un giro con la vespa, l’amore, il venerdì sera, il cecio del giorno dopo, i libri, i Pink Floyd, gli assilli, le occhiaie sul viso, il comunismo, essere di sinistra, le scimmie, gli Afterhours, alcuni films, la lista delle persone che mi stanno sul cazzo, la pasta al forno di nonna, Janis Joplin, le scritte sui muri, il culo di una ragazza che ho visto l’altro giorno per strada, i campari soda, la musica sassarese, ascoltare un vinile, mincionare, la figa, una bella scopata, gli spaghetti n°5 Barilla aglio olio e peperoncino, le cazzate dette al bancone dei bar, il panino gorgonzola e mortadella a metà mattina, la colazione dei campioni, raccontare storie, i panini di Renato, la sculacciata a pecorina, il poker, festeggiare almeno un mondiale, impennare, andare in libreria, i tatuaggi, pisciare in mezzo alla natura, i vecchi oggetti, stare da solo, i polizieschi italiani anni '70, cucinare per gli amici, farsi un giro in bicicletta, la liquirizia, il signor G. Mina, giocare a carte, Andy Capp, i calamari fritti, la mattonella di melanzane della L, Capitan Harlock, Enrico Berlinguer, qualche serie tv, essere un Impiccababbu, l'nduja. il Duca Bianco, Charles Baudelaire, coltivare qualcosa, Snoopy, bestemmiare, i Joy Division, il gin tonic, Heminguay, il Picoolo Bar, i films con gli squali, Tina Modotti, i pistacchi, le botte al Fight Club, Charles Bukowski, la poesia, la pennicchella ………. To be continued
domenica 2 marzo 2025
Vivere insieme, morire da soli
venerdì 21 febbraio 2025
Relax (don't do it)
Canzone del gruppo inglese “Frankie goes to Hollywood” pubblicata come singolo d’esordio nel 1983.
Due settimane o giù di li. Non di più. Da qualche anno ho smesso di passare gran parte dell’estate nel mio “buen ritiro” all’Isola Rossa. Va così, il posto è cambiato e sono cambiato io. Non sopporto più la sabbia, il sole, la salsadine ma sopra ogni cosa la gente. I turisti cafoni, maleducati e incivili. Le grida, gli schiamazzi, i bambini, gli scivoli d’acqua, il morboso cementificare, i baretti sulla spiaggia diventati ristoranti, gli spaghetti con le vongole a 20£ (prezzo minimo), ecc… ecc… Ormai l’Isola Rossa è diventata una relazione tossica. Una di quelle cose che sai che ti fa star male ma continui imperterrito a prendere, perchè non ne puoi più fare a meno. Ma porca troia amo quel posto. Sono legatissimo e vorrei, una volta morto, che le mie ceneri vengano sparse proprio li. Amo i tramonti a Marinedda quando la spiaggia si svuota. Adoro andare in paese per far colazione e poi passare in pescheria. Mi piace bere un gin tonic dopo cena al “bar del porto”. Adoro le amicizie e le birrette bevute insieme. Amo non accendere mai la tv e il silenzio la sera (sempre meno). Mi piace fare “schifo” (ahahahah Valaaaaa) e leggere un libro in santa pace. Come sempre, come quest’estate. Dai parliamone. Ho letto il romanzo d’esordio, del 2019, di Alan Parks, autore scozzese, che ha dedicato a Glasgow e all’ispettore Mc Coy una serie di romanzi noir per ogni mese dell’anno (siamo arrivati a giugno). “Gennaio di Sangue” è il primo. Un classico poliziesco che si legge molto volentieri, specialmente nelle piacevoli serate estive, quando il caldo molla la sua presa e un rivolo di brezza fresca regala attimi di sollievo. Non come a Glasgow dove a gennaio c’è un freddo da cagarsi. Bisogna bere (tanto) e drogarsi quanto basta. Lo fanno quasi tutti i personaggi di questo thriller ambientato, appunto, in una città grigia, nebbiosa e fredda. Protagonista silenziosa delle malefatte umane, in cui sangue e depravazioni fanno da sfondo all’indagine investigativa di Harry Mc Coy e del novellino Wattie. La vicenda, che si svolge nell’arco di un mese (gennaio 1973), ha tutti gli ingredienti classici di un buon poliziesco; violenza, percosse, corruzione, taccuini per appunti, disobbedienze agli ordini, congiure, potere e abuso di potere, edifici fatiscenti, decadenza, miseria, ecc… ecc… Vorrei dirvi di più ma toglierei tutto il gusto tipico di questo genere di lettura (non si spoilera), comunque l’assassino è il maggiordomo col candelabro nello studio (ahahahahah). Mi è piaciuto? Beh, direi proprio di si. Questo primo lavoro di Parks mi ha convinto. E’ stato un bel viaggio e un ottimo compagno nelle sere estive a Paduledda. Sono pronto per “Il figlio di Febbraio”, “L’ultima canzone di Bobby March”, “I morti di Aprile” e cosi via. Glasgow arrivo!!!
venerdì 14 febbraio 2025
Palestina
Uno dei primi post scritti quando ho deciso di riprendere con questo
blog, raccontava di un mio progetto artistico e della creazione di diverse tele
a tema, dal titolo “Eyes”. Di queste 12 tele ho parlato molto in generale,
soffermandomi poco su l’aspetto singolo di ogni lavoro. Tuttavia ne esiste una,
per cui vale la pena, affrontare un discorso più specifico. Sto parlando dell’ultima
realizzata, la dodicesima. Titolo: “Palestina” (canzone dei CCCP del 1982). I
colori usati sono il rosso, il verde, il bianco e il nero, e ovviamente si
tratta di un occhio stilizzato, così come tutti gli altri, ma guardandolo
ricorda la sezione di un’anguria. Perché? Quale mistero si cela dietro i colori
della bandiera Palestinese e l’anguria. Le cause sono grafiche, storiche e
ovviamente politiche. Tutto ebbe inizio dopo la guerra del 1967 (quella dei 6
giorni). Durante quei giorni i nazisti israeliani, oltre che occupare
illegalmente molti territori (Gerusalemme est, la cis-Giordania e la striscia
di Gaza) proebirono l’esposizione della bandiera dello stato palestinese.
Qualsiasi fosse il contesto o la situazione era vietato esporre quella
bandiera. L’utilizzo dell’anguria in sua sostituzione è un atto che esiste da
decenni come forma di resistenza e rappresentazione. L’anguria è diventata un
simbolo di speranza, di sostegno, di protesta e resistenza. Oggi l’anguria è
diventato un simbolo per tutti coloro che vogliono diffondere consapevolezza e
verità. Una semplice fetta d’anguria può aiutare a mantenere vivo un movimento,
un popolo e una resistenza. E anche se i palestinesti non hanno uno stato
riconosciuto (qui potrei aprire mille discorsi, ma scadrei nell’antisemitismo),
sono una nazione con la loro bandiera che afferma la loro esistenza. SEMPRE
PALESTINA LIBERA.
![]() |
"Palestina" tempera acrilica su tela 50x50 cm |
mercoledì 5 febbraio 2025
Fastidio (impaginato bene)
Fastidio: s.m. fa/sti/dio (dal latino fastidium)
giovedì 30 gennaio 2025
Fedele alla Linea
lunedì 20 gennaio 2025
Fast & Furious
Ho iniziato questo post con l’idea di parlarivi di Crhistopher Nolan, e
dei suoi film geniali, anche se i Batman mmmhhh!!!, non saprei. Mi stavo ficcando in un ginepraio. Un post
troppo radical chic e celebrativo su film impegnati, sulla bravura del regista,
sulle sceneggiature da oscar, ecc… ecc…. Un lavoro da critico cinematografico
che va ben oltre le mie competenze di cinefilo da divano. Quindi di Nolan
continuerò a parlarne solo con Porquè
ubriachi al bancone del Piccolo. Comunque mentre scrivevo del “genio” di Nolan,
cancellando e riscrivendo, rileggendo e cancellando; a un certo punto c’è
finito in mezzo “Fsst & Furious” e la sua intera saga. Tac!!! Non ho più pensato ad altro. Ecco lo “spleen”,
l’illuminazione. Ho nuovamente cancellato tutto quello che avevo scritto e …..
Che ne dite? Meglio? Direi proprio di si. Auto truccate e belle donne, ora mi
sento a mio agio. Era il 2001. Pensavo che i miei 27 anni fossero già tanti. C’era
ancora il FestivalBar, la Torres giocava in C1 (tanto per cambiare), ascoltavo
come sempre i CCCP, i cellulari della Nokia spopolavano e si andava in videoteca
per noleggiare un blockbuster abbastanza recente. Altri tempi, non so se meglio
o peggio, direi diversi. Comunque proprio in quell’anno nasceva, un pò in
sordina, la saga di “Fast & Furious”. Non andai di certo al cinema per
vedere la prima pellicola, non andai neanche per la seconda e cosi via. Ho
guardato tutti i film sdraiato comodamente sul divano. La prima volta è stata,
una di quelle visioni che affronti svogliato un sabato sera, con l’hangover del
venerdi, per arrivare all’ora della nanna senza usare troppo il cervello. Devo
dire che fu veramente una sorpresa, un brusco risveglio, perché detto tra noi i
tamarri, le auto truccate, le risse, gli inseguimenti con esplosioni piacciono
a tutti i maschietti. Da allora sono passati più di vent’anni, dieci film che
con lo spinoff arrivano a undici. Una storia, una famiglia e la celebrazione del
mondo cool delle corse clandestine.
Chi almeno una volta nella vita non ha sognato un’avventura a bordo di una Dogde Charger del
1970? I film nel corso di queste due decadi si sono evoluti, un ventennio in
cui la famiglia disfunzionale e allargata di Dominic Toretto è passata da
sparatorie e inseguimenti ad avere una coscienza sociale, anti capitalistica e
green (ma forse l’avevano già nei primi episodi). Dei moderni Robin Hood, poco
interessati al proprio tornaconto e determinati nell’ostacolare malvagie
organizzazioni governative e/o criminali: ovviamente senza mai smettere di truccare
esageratamente motori al ritmo di musica Rap, “un quarto di miglia alla volta”, tra fratellanza, rispetto e
libertà. Non esistono vie di mezzo, questi films piacciono tantissimo o no. Io
sono tra quelli che li adorano, quelli a cui non piacciono o non li hanno
ancora visti o si vergognano nel dirlo; perché fa più figo spaccarsi i coglioni
per 3 ore con un film di Truffaut che guardare botte da orbi stile trash!!!
martedì 14 gennaio 2025
Qualcuno è Impiccababbu perchè .....
Qualcuno è Impiccababbu perché l’ha portato un amico.
Qualcuno è Impiccababbu perché no? Ci sto!!!
Qualcuno è Impiccababbu perché sa giocare a basket.
Qualcuno è Impiccababbu perché non sa giocare a basket.
Qualcuno è Impiccababbu perché prima partita e poi birretta, o viceversa.
Qualcuno è Impiccababbu perché ama il basket.
Qualcuno è Impiccababbu perché sa che il basket è un altro sport.
Qualcuno è Impiccababbu perché è una brava persona.
Qualcuno è Impiccababbu perché non è una brava persona.
Qualcuno è Impiccababbu perché in campo è sempre nervoso.
Qualcuno è Impiccababbu perché è antipatico.
Qualcuno è Impiccababbu perché gli piace essere un “Under Dog”.
Qualcuno è Impiccababbu perché gode nell’essere sempre in emergenza.
Qualcuno è Impiccababbu perché ci si deve sempre arrangiare.
Qualcuno è Impiccababbu perché vuole andare a giocare a Ozieri solo per mangiare la pizza ai frutti di mare da Suppio.
Qualcuno è Impiccababbu perché i terzi tempi degli avversari? anche no.
Qualcuno è Impiccababbu perché gli piace “scuzzulare” gli algheresi.
Qualcuno è Impiccababbu perché Gabetti merda.
Qualcuno è Impiccababbu perché allenamento? Oooohhhh!!!
Qualcuno è Impiccababbu perché pomeriggissimo? Ssssiii!!!
Qualcuno è Impiccababbu perché gli piace “Ul Temutissimo”.
Qualcuno è Impiccababbu perché la Uisp non gli è mai piaciuta.
Qualcuno è Impiccababbu perché Jordan merda alè, Jordan merda alè, Jordan merda alè.
Qualcuno è Impiccababbu perché “The Last Dance”.
Qualcuno è Impiccababbu perché la divisa verde sul campo da gioco è troppo bella.
To be continued…