• Sassari, la Torres, svegliarsi all’IsolaRrossa, fare colazione al bar, il tramonto di Marinedda, la festa della birra trinitaiese, il "Che", il Genoa, la partitella di basket, l’alcool, gli amici, le tette enormi, la libertà, la birra, la fotografia, la musica, dipingere, correre, la gnocca, viaggiare, le sbornie, la pornografia, Diego Armando Maradona, i Led Zeppelin, lo stomaco attorcigliato e il cuore che batte per qualcuna (stronza), fottersene, George Best, vivere una crisi, i CCCP, mandare tutti a fare in culo, giocare a subbuteo, leggere, odiare, i p*mpini, il cibo, Dublino, il mare, le amiche del mare, lE d****e, il calcio, le donne, Fabrizio De Andrè, fare un giro con la vespa, l’amore, il venerdì sera, il cecio del giorno dopo, i libri, i Pink Floyd, gli assilli, le occhiaie sul viso, il comunismo, essere di sinistra, le scimmie, gli Afterhours, alcuni films, la lista delle persone che mi stanno sul cazzo, la pasta al forno di nonna, Janis Joplin, le scritte sui muri, il culo di una ragazza che ho visto l’altro giorno per strada, i campari soda, la musica sassarese, ascoltare un vinile, mincionare, la figa, una bella scopata, gli spaghetti n°5 Barilla aglio olio e peperoncino, le cazzate dette al bancone dei bar, il panino gorgonzola e mortadella a metà mattina, la colazione dei campioni, raccontare storie, i panini di Renato, la sculacciata a pecorina, il poker, festeggiare almeno un mondiale, impennare, andare in libreria, i tatuaggi, pisciare in mezzo alla natura, i vecchi oggetti, stare da solo, i polizieschi italiani anni '70, cucinare per gli amici, farsi un giro in bicicletta, la liquirizia, il signor G. Mina, giocare a carte, Andy Capp, i calamari fritti, la mattonella di melanzane della L, Capitan Harlock, Enrico Berlinguer, qualche serie tv, essere un Impiccababbu, l'nduja. il Duca Bianco, Charles Baudelaire, coltivare qualcosa, Snoopy, bestemmiare, i Joy Division, il gin tonic, Heminguay, il Picoolo Bar, i films con gli squali, Tina Modotti, i pistacchi, le botte al Fight Club, Charles Bukowski, la poesia, la pennicchella ………. To be continued

mercoledì 26 marzo 2025

Confort food

… ma che colore ha, una giornata uggiosa …” La pioggia ci ricorda che ancora troppo presto per cantare vittoria, l’inverno appena finito non è morto. E specialmente nei primi giorni di primavera ancora batte qualche colpo. Oggi piove e c’è freddo. Sapendo questa cosa, ieri ho messo dei ceci in ammollo, oggi dopo l’allenamento ho comprato gli ingredienti che non avevo a disposizione.  Ho preparato una zuppa. La regina sovrana per queste giornate bastarde. Un toccasana confortevole per affrontare questo tempo uggioso.  Un classico. Zuppa di ceci e cavolo nero. Iniziate tritando finemente, una costa di sedano, una carota e una cipolla. Fateli rosolare per bene in una pentola con l’olio.  Lavate il cavolo nero, eliminate la parte centrale delle foglie. Tagliatele a pezzi (non troppo piccoli). Quando il soffritto sarà ben rosolato, aggiungete le foglie e ripassatele dai 3 ai 5 minuti. Ok ci siamo, quasi. A questo punto inserite anche i ceci (io li ho sbollentati per 10 minuti). A questo punto bisognerebbe coprire con del brodo vegetale (se lo aveste avuto), io ho coperto con acqua e buttato dentro un dado.  Ho aggiunto un cucchiaio abbondante di concentrato di pomodoro e lasciato bollire per una trentina di minuti. Comunque fate voi, in base a come vi piace la consistenza del cece.  Regolate con il sale, un po’ di pepe o buttateci dentro le spezie che preferite. Bello fumante, non vi resta che darci sotto.


lunedì 24 marzo 2025

Lo Zen e l'arte di allenarsi

Apro gli occhi, è ancora buio. “Alexa che ore sono?” Le 4 e 38 risponde. Butto giù qualche madonna, tutti i santi e visto che ci sono ci passa pure Gesù, perché so già che ritornare tra le braccia di Morfeo sarà impossibile. Bestemmiando, inizia la mia giornata. Bestemmiando, inizia una nuova settimana. E sempre bestemmiando, inizia anche questo lunedì. Come la maggior parte delle persone non provo odio nei confronti del lunedì, e non mi dispiace svegliarmi presto (anche se così è troppo) anzi per certi versi potrei dire che quasi mi piace esibire un bel paio di occhiaie. Con estrema calma: doccia, caffè, qualche telegiornale, un po’ di musica (sempre) e tra qualche ora andrò nuovamente a combattere le mie battaglie. Una liturgia laica che si ripete da 8 anni, 3 volte a settimana, la mattina, all’ora del “Disagio”. Combatto ma non si vede. Combatto contro il dolore, la fatica, i miei pensieri e il caos che ho dentro. Non ho avversari, affronto ogni volta quella cazzo di voce che sussurra; “non alzarti, non andare, fermati, non ce la fai, arrenditi”. Sto grandissimo cazzo, sono qui, stanco e assonato, ma fino a quando ne ho, continuo. Il sorriso è largo per nascondere lo sguardo triste e convincermi che tutto vada bene. Chiedo scusa al mio corpo. Oggi è dura, la spalla destra fa veramente male (altre bestemmie), le ginocchia, tanto per cambiare, chiedono una tregua e lo psoas … che ve lo dico a fare. Sono un unico, insopportabile, dolore. Sono rotto. Il fiato è corto e ansimo, la testa gira, le gambe tremano e i muscoli bruciano, mancano pochi secondi alla fine del round, non ci sono scorciatoie, non si molla. Soffro. Non è solo fatica, è un bisogno viscerale, una necessità impellente, non so spiegarlo bene [ …. un rapimento, un estasi ….. Mi ami? - CCCP 1984]. Mi rifugio qui, non lo faccio per la gloria (come dicevano i Led Zeppelin nel ’71 in “Stairway to heaven”), ne per avere gli addominali scolpiti e un corpo perfetto, qui vengo alla ricerca del dolore, per superare i miei demoni, mettere alla prova le mie debolezze, scoprire chi sono e trovare la pace. Un passo alla volta, giorno dopo giorno. Una soddisfazione che non avrei mai provato stando fermo. Non si sfugge dalle difficoltà e dalle sfide, bisogna andargli incontro. Perché quando il sudore si asciuga e il respiro si calma, anche lo spirito rifiata. Le endorfine calmano animo e cuore. Raggiungo il mio traguardo felice e ritiro finalmente il mio premio ….. “Una maglietta sudata”.

lunedì 17 marzo 2025

Stravagante

Polpo: sostantivo maschile [pol-po]
Nome comune dei molluschi cefalopodi degli Octopodi. Molto diffuso soprattutto nelle scogliere del Mar Mediterraneo l’Octopus vulgaris, ha un corpo globoso con otto robusti tentacoli dotati ciascuno di due serie di ventose. Il mantello muscoloso può variare in relazione al substrato, grazie all’apertura e chiusura dei diversi cromatofori.
Sthravaganti cummenti lu poipu: locuzione sassarese
Significa “Stravagante come il polpo” si usa per indicare una persona che si comporta in modo bizzarro ed estroso, fuori dal comune, che vaga facilmente col pensiero. Facile allo scontro verbale, che potrebbe anche degenerate facilmente in una zuffa.
 
Il polpo mi fa impazziere. Ha 270 milioni anni d’evoluzione alle spalle. Unico tra gli invertebrati. E’ dotato di una straordinaria intelligenza, che ha stupito scienziati e biologi. Risolve facilmente problemi complicati. Ha un’ottima memoria, è in grado di sognare, di provare dolore, e ha coscienza di se e del mondo che lo circonda. E’ un solitario ma può stringere amicizia e cambiare il colore della pelle fino a 177 volte, anche solo per giocare a nascondino. Ecc… ecc… In altre parole è un essere senziente. Aaaahhhh dimenticavo, uno dei tentacoli è “diverso”, viene chiamato braccio ectocotile, grazie al quale depone un sacchetto di liquido seminale nel corpo della femmina. Che rimanga tra noi ma sicuramente più spesso di quanto pensiate, avete mangiato il suo pisello. Ahahahahah golosoni!!! Come faccio a sapere tutte queste cose? Consulto wikipedia quando sono incicciato. Ahahahahah. Comunque organo riproduttivo o meno, il polpo è uno degli alimenti che preferisco. In umido, in agliata o con le patate, ne vado pazzo. Qualche giorno fa ne ho fatto un ragù e ci ho condito degli spaghettoni. Ecco come. Per prima cosa prendete il polpo e sciacquatelo molto bene. Pentola piena d’acqua in ebollizione e vai per almeno 20/25 minuti, poi dipende dalla grandezza del cefalopode e dal vostro gusto, io lo preferisco un pò calloso. Non buttate l’acqua di bollitura. Fatelo raffreddare. In una casseruola o in una padella bella grande, fate soffriggere in abbondante olio due spicchi d’aglio, abbondante peperoncino e come và di moda adesso i gambi del prezzemolo (chi si sarà inventato questa cosa). Aggiungete i pomodorini tagliati in 2 o in 4 (come cazzo volete vvoi) eliminate le gambe di prezzemolo e dopo qualche minuto inserite anche il polpo tagliato a pezzetti. Eliminando il becco centrale (ma che lo scrivo a fare, l’avrete sicuramente fatto). Filtrate l’acqua del polpo e cuocetevi dentro gli spaghettoni. Aggiungete un paio di cucchiai di cottura al ragù e quando la pasta sarà cotta buttatela in padella. Mantecate un paio di minuti e poi aggiungete poco prezzemolo tritato e bottarga come se non ci fosse un domani (io abuso perchè ho una dipendenza). Non vi resta che spazzolarvi tutto, senza soffermarvi a pensare troppo che in qualche boccone potreste beccarvi un pezzo di pisello……

domenica 2 marzo 2025

Vivere insieme, morire da soli

Porco Dio!!! Che cazzo di notte di merda ho appena passato. C’erano tutti gli ingredienti per una dolce nottata tra le braccia di Morfeo. Sono andato a letto bello stanco. Il silenzio era assoluto. Ho chiuso immediatamente gli occhi e … ZZZZ … ZZZZ … ZZZZ … ZZZZ …. E invece No!!! Cazzo!!! Madonna santa!!! Ho aperto gli occhi dopo un paio d’ore ed è iniziato l’incubo. Mi son rigirato mille volte, mi son scoperto, ricoperto, avevo caldo, avevo freddo, boh!!! Sono andato in cucina per bere, sono andato in bagno per cambiare l’acqua al pesce (si dice così). Niente di niente. L’unico pensiero era riprendere a dormire, ma ogni qual volta ci riuscivo dopo mezz’ora ero nuovamente sveglio. Punto e a capo. “Perso” nella notte, i pensieri roteavano veloci nella testa. Ragionamenti sconclusionati si alternavano a pensieri più concreti. Uno in particolare mi è passato per la testa, facendomi compagnia per parecchio, non chiedetemi il perché; nel mio cervello malato c’è di tutto. Domani (forse al risveglio), scriverò un post su “Lost”. Ma ora ho un cazzo di problema. Ho grossissime difficoltà nel concentrarmi, che neanche un paio di litri di caffè hanno aiutato. Digitare questa poche righe è stato un vero miracolo, per cui prima di scriveere un post su me stesso zombie in “The Walking Death”, vado a buttarmi sul divano. To be continued ………..

Eccomi qua, a distanza di un giorno. Dopo una pigra giornata sul divano, un paio di films su Netflix e una dormita di ben 6 ore filate, posso riprendere da dove avevo lasciato (minchia quante stronzate ho scritto ieri). Di cosa dovevo parlare? A si, di “Lost”. Come dicevo ieri, non so il reale motivo che mi ha frullato in testa per realizzare questo post. Forse perché la prima volta che lo vidi questo blog non esisteva (e volevo da sempre parlarne), ma più probabilmente perché da poco sono tornato sull’isola e a distanza di vent’anni dalla prima volta, ancora non ho capito un cazzo del finale. Ahahahahah!!! C’è poco da ridere, 6 stagioni e 121 episodi visti per ben due volte, ancora mi lasciano perplesso. Come la prima volta ero sul volo 815 della Oceanic Airlines, come la prima volta l’impatto è stato devastante e mi sono venuti i brividi. Come la prima volta ho amato alcuni personaggi e odiato altri e come la prima volta mi sono chiesto che cosa avrei fatto io al loro posto. Anche questa seconda visione è riuscita a segnare il mio immaginario in profondità (molte cose non le ricordavo), un fantastico viaggio tra avventura, mistero e filosofia. Lasciandomi anche questo giro mille interrogativi e domande. Tipo: Che cos’è il mostro? Dove si trova l’isola? Perché Locke è guarito dalla paralisi? Perché Richard non invecchia? Perché Walt è speciale? Perché poi sparisce dalla serie? E perché appare a Sharon nell’episodio in cui muore? Che senso hanno i numeri? Perché Libby regala la barca a Desmond per il giro del mondo e poi finisce alla clinica psicologica? I flash di Dasmond sono reali? Chi è Jacob? Perché le donne gravide muoino sull’isola? Perchè il mostro non attacca Mr. Eko? Perché? Perché? Cosa? Come cazzo ha fatto? Ecc… ecc… Che casino. Ma soprattutto sono perseguitato dal finale. Sono tutti morti? L’isola viene spostata, ma dove diavolo finisce? Booohhh!!! Tornare sull’isola è stata una necessità, è stato come rivedere il primo amore (seriale) mai dimenticato. Un universo parallelo da amare indipendentemente da tutto. Perché, nonostante, nel corso degli anni mi sia appassionato a numerose serie tv, devo ammettere che c’è un prima e un dopo “Lost”.

venerdì 21 febbraio 2025

Relax (don't do it)

Relax: sostantivo dal verbo imglese (to relax), dal latino (relaxare)
Stato umano naturale, non alterato da tensioni psicofisiche. Rilassamento fisico e/o mentale. Riposo, distensione, svago.
Canzone del gruppo inglese “Frankie goes to Hollywood” pubblicata come singolo d’esordio nel 1983.
 
Due settimane o giù di li. Non di più. Da qualche anno ho smesso di passare gran parte dell’estate nel mio “buen ritiro” all’Isola Rossa. Va così, il posto è cambiato e sono cambiato io. Non sopporto più la sabbia, il sole, la salsadine ma sopra ogni cosa la gente. I turisti cafoni, maleducati e incivili. Le grida, gli schiamazzi, i bambini, gli scivoli d’acqua, il morboso cementificare, i baretti sulla spiaggia diventati ristoranti, gli spaghetti con le vongole a 20£ (prezzo minimo), ecc… ecc… Ormai l’Isola Rossa è diventata una relazione tossica. Una di quelle cose che sai che ti fa star male ma continui imperterrito a prendere, perchè non ne puoi più fare a meno. Ma porca troia amo quel posto. Sono legatissimo e vorrei, una volta morto, che le mie ceneri vengano sparse proprio li. Amo i tramonti a Marinedda quando la spiaggia si svuota. Adoro andare in paese per far colazione e poi passare in pescheria. Mi piace bere un gin tonic dopo cena al “bar del porto”. Adoro le amicizie e le birrette bevute insieme. Amo non accendere mai la tv e il silenzio la sera (sempre meno). Mi piace fare “schifo” (ahahahah Valaaaaa) e leggere un libro in santa pace. Come sempre, come quest’estate. Dai parliamone. Ho letto il romanzo d’esordio, del 2019, di Alan Parks, autore scozzese, che ha dedicato a Glasgow e all’ispettore Mc Coy una serie di romanzi noir per ogni mese dell’anno (siamo arrivati a giugno). “Gennaio di Sangue” è il primo. Un classico poliziesco che si legge molto volentieri, specialmente nelle piacevoli serate estive, quando il caldo molla la sua presa e un rivolo di brezza fresca regala attimi di sollievo. Non come a Glasgow dove a gennaio c’è un freddo da cagarsi. Bisogna bere (tanto) e drogarsi quanto basta. Lo fanno quasi tutti i personaggi di questo thriller ambientato, appunto, in una città grigia, nebbiosa e fredda. Protagonista silenziosa delle malefatte umane, in cui sangue e depravazioni fanno da sfondo all’indagine investigativa di Harry Mc Coy e del novellino Wattie. La vicenda, che si svolge nell’arco di un mese (gennaio 1973), ha tutti gli ingredienti classici di un buon poliziesco; violenza, percosse, corruzione, taccuini per appunti, disobbedienze agli ordini, congiure, potere e abuso di potere, edifici fatiscenti, decadenza, miseria, ecc… ecc… Vorrei dirvi di più ma toglierei tutto il gusto tipico di questo genere di lettura (non si spoilera), comunque l’assassino è il maggiordomo col candelabro nello studio (ahahahahah). Mi è piaciuto? Beh, direi proprio di si. Questo primo lavoro di Parks mi ha convinto. E’ stato un bel viaggio e un ottimo compagno nelle sere estive a Paduledda. Sono pronto per “Il figlio di Febbraio”, “L’ultima canzone di Bobby March”,I morti di Aprile” e cosi via. Glasgow arrivo!!!

venerdì 14 febbraio 2025

Palestina

Uno dei primi post scritti quando ho deciso di riprendere con questo blog, raccontava di un mio progetto artistico e della creazione di diverse tele a tema, dal titolo “Eyes”. Di queste 12 tele ho parlato molto in generale, soffermandomi poco su l’aspetto singolo di ogni lavoro. Tuttavia ne esiste una, per cui vale la pena, affrontare un discorso più specifico. Sto parlando dell’ultima realizzata, la dodicesima. Titolo: “Palestina” (canzone dei CCCP del 1982). I colori usati sono il rosso, il verde, il bianco e il nero, e ovviamente si tratta di un occhio stilizzato, così come tutti gli altri, ma guardandolo ricorda la sezione di un’anguria. Perché? Quale mistero si cela dietro i colori della bandiera Palestinese e l’anguria. Le cause sono grafiche, storiche e ovviamente politiche. Tutto ebbe inizio dopo la guerra del 1967 (quella dei 6 giorni). Durante quei giorni i nazisti israeliani, oltre che occupare illegalmente molti territori (Gerusalemme est, la cis-Giordania e la striscia di Gaza) proebirono l’esposizione della bandiera dello stato palestinese. Qualsiasi fosse il contesto o la situazione era vietato esporre quella bandiera. L’utilizzo dell’anguria in sua sostituzione è un atto che esiste da decenni come forma di resistenza e rappresentazione. L’anguria è diventata un simbolo di speranza, di sostegno, di protesta e resistenza. Oggi l’anguria è diventato un simbolo per tutti coloro che vogliono diffondere consapevolezza e verità. Una semplice fetta d’anguria può aiutare a mantenere vivo un movimento, un popolo e una resistenza. E anche se i palestinesti non hanno uno stato riconosciuto (qui potrei aprire mille discorsi, ma scadrei nell’antisemitismo), sono una nazione con la loro bandiera che afferma la loro esistenza. SEMPRE PALESTINA LIBERA.

"Palestina" tempera acrilica su tela 50x50 cm

mercoledì 5 febbraio 2025

Fastidio (impaginato bene)

Fastidio: s.m. fa/sti/dio (dal latino fastidium)

Sensazione permanente d'insofferenza. Disturbo fisico in senso generico. Senso di molestia per cosa che dispiace o mal si sopporta. Dare f. Recare f. Avere f. Noia, disturbo, seccature, crucio, assillo, dispiacere, preoccupazione, sofferenza. Tutto ciò che crea questi stati d'animo.

Il vino rosè, la birra doppio malto al whiskey, quando ti accorgi troppo tardi che la carta igienica è finita, quando ti devi lavare le mani e non c’è acqua, la pubblicità prima dei video, i cookies, matteo salvini, la lega, giorgia meloni, fratelli d’italia, le menzogne, i vegani, il festival di sanremo, carlo conti, amadeus, israele, la politica israeliana, i sionisti, il vittimismo, i programmi mediaset, la stampa di destra: italo bocchino (secolo d’italia) alessandro sallusti (il giornale) francesco borgonovo (la veritò) mario sechi (libero) ecc… ecc… (non posso elencarli tutti, ma sono tanti), gli audio di instagram, instagram, gli inviti ai compleanni, gli inviti ai matrimoni, gli inviti ai battesimi, gli inviti, i pranzi di famiglia, le persone iperattive, le spine nel pesce, le spine nel fianco, i tuttologi, gli esperti, il sole negli occhi, i fascisti, il fascismo, gli addio al celibato, i sughi pronti, il vino in cartone, i vini costosi, gli esperti di vino, gli esperti, le telefonate spam, le briciole, la sabbia nel costume, il fango sulle scarpe, i tempi di cottura, i legumi in barattolo, la birra belga, chi dice che la birra belga è buona, chi parla dei ristoranti dove ha mangiato, le notifiche, le monete in tasca, le verdure in terra nei mercati, la frutta marcia, gli insetti, le vespe in assoluto, bruno vespa, gli influencer, chi segue gli influencer, chi mette i like agli influencer, don matteo, le fiction rai, il canone rai che serve per produrre fiction di merda, la neve, i post romantici, l’accento cagliaritano, cagliari, i gatti, i gatti che ti saltano addosso, le feste di capodanno, l’incoerenza, i film troppo lunghi, i tagli nelle mani, le buche nelle strade, la cervicale, i fuochi d’artificio, i petardi, il mal di denti, le cose tra i denti, i denti sensibili, il cuneo fiscale, i rompicoglioni, la gente che mi chiede che faccio, le novità, le salviette dei bar, i bar che si credono ristoranti, la gente che ripete le cose, la gente che ripete le cose, la gente che ripete le cose, la gente che ripete le cose (avete capito), le valige, le gomme che non cancellano, le penne che non scrivono, ignazio la russa e maurizio gasparri, sentire la loro voce, il pavimento appiccicoso, qualsiasi oggetto che appiccica, il gelato che sgocciola sulle mani, le cerniere bloccate, le moto smarmittate, i chopper, i video lunghi, il carnevale, chi adora il carnevale, chi si veste a maschera dopo i 12 anni, la fisioterapia, le premiazioni, non trovare l’inizio dello scotch, il pranzo di pasqua, la pasquetta, lavare le stoviglie a mano, chi lascia il cibo nel piatto, le ghirlande di fiori finti, il fumo, chi fuma, le cose che si rompono, gli estremisti come me, i faziosi, albano, iva zanicchi, maria de filippi, i tronisti, il gioco delle scatole su rai uno, quando suona un allarme, i messaggi vocali lunghi, mettere le cose nel bagagliaio, togliere le cose dal bagagliaio, lo spid, i tutorial, le file, aspettare qualcuno, le visite mediche, gli uffici pubblici, i disservizi, chi scrive usando la K al posto dela C e del Ch (che cazzo si scrive così), la pubblicità che si apre di continuo sul telefono mentre leggo qualcosa, la musica trap, i trapper, il dissing, fedez, toni effe neanche lo prendo in considerazione, i razzisti dell’illinois (cit.), le alghe nel mare, le meduse, le religioni, le chiese, i preti, i credenti, i consigli, le lampadine fulminate, cambiare le lampadine fulminate, i moralisti, i profumi per ambiente, i centri commerciali, l’estate, l’umidità, gli “speciali” di mentana, quando indossi le cose al contrario, i carrelli con una ruota malfunzionante, i bambini protagonisti, i genitori che non ammettono che loro figlio ha scassato la minchia a tutti i presenti, i genitori succubi dei figli, gli studi sociologici e i dati statistici, il cloro, il clero, le principesse disney, i dolori muscolari, le criptovalute, perdere tempo, l’ucraina, quel piagnone di zelens’kyi, la lazio, i laziali, claudio lotito, le casse automatiche, le cassiere che parlano, i palloni sgonfi, la birra calda, la lista delle cose da fare prima di morire, il bidone dell’umido, gli addobbi natalizi, il natale, il ciccione vestito di rosso, il cenone, il prurito, il prurito dove non arrivi per poterti grattare, le zanzare, le punture di zanzara, le ultime parole famose, le citazioni sbagliate, le cuffiette che cadono di continuo dalle orecchie (forse non so metterle io), le incomprensioni, le bugie, i quadri storti, le sedie in mezzo ai coglioni, le cose che cadono e devi raccoglierle, il dentifricio che cade dallo spazzolino, le pubblicità con elio e le storie tese, elio e le storie tese, chi fa il giovane a 70 anni, la gente che si tagga nei propri post, massimo giletti, massimo giletti che parla solo per insinuare qualcosa, i ruffiani, i delatori, la musica che non mi piace, le spiegazioni inutili, aspettare, i potenti, i prepotenti, le sveglie, i baci non dati, le chiavate in sospeso, le serate che era meglio non uscire, le sere che era meglio uscire, le persone che vanno via, l’entusiasmo, il sudore quando non devi sudare, le manifestazioni d’affetto, le pubblicità del formaggio con i topi protagonisti (schifo oltre che fastidio), i fruttolo, le tavolette del cesso che si muovono, la carta igienica messa al contrario, i cessi intasati nei locali, le coperte corte, i plaid, i percorsi sensoriali, le stanze sgabuzzino, le falsità, chi dice: no alle donne oggetto, però si a onlyfans perché è libertà, quando si rompe la lavastoviglie, quando si inceppa la lavatrice, le cose che si rompono, le domande del cazzo, le domande, l’inclusività, le categorie protette, le quote rosa, i colori sofisticati tipo “tortora che fugge”, i colori pastello, i sequel, i prequel, le interviste di fabio fazio, fabio fazio, alfonso signorini, la fatica sprecata, doversi presentare, l’arte moderna nei palazzi antichi, i film in bianco e nero nel 2025, il reggaeton, elettra lamborghini che non fa mai vedere le tette, i commenti, le risposte ai commenti, i maghi, l’ansia, le frasi filosofiche sotto le foto da maiala, il calcio moderno, i soldi che girano nel calcio moderno, la nuova champions league, gli algoritmi, i cuscini alti, la gente che ha fretta, la gente lenta, le fiaccolate, la moto quando non parte, i pranzi organizzati, chi rompe il cazzo, chi vuole sempre insegnarti qualcosa, i trends, rincorrere qualcuno, chi lavora per comprarsi la macchina per andare al lavoro, la pioggia il sabato mattina, quelli che fanno i simpatici senza essere simpatici, gli stupidi, le foto delle vacanze, quando qualcuno vuol farti vedere per forza una foto, la pasta risottata, gli sprechi alimentari, lo spreco di soldi della ricerca aereospaziale, alessandro borghese, tutti i programmi di alessandro borghese, alessandro borghese che gesticola, alessandro borghese che parla, alessandro borghese che gesticola e parla contemporaneamente, le persone che finiscono le storie iniziate da un altro (su suggerimento), mara venier, enzo miccio, quel pedante di roberto vecchioni, la polvere, sbattere il mignolo contro qualcosa, il mal di testa da gelato, tagliarsi le unghie dei piedi, la gente che mastica con la bocca aperta, l’alito pesante, rovesciarsi qualcosa addosso, i vicini di casa, quelli che non mollano mai lo smartphone, chi apre le cose male, i tiktoker napoletani, la gente che piange a masterchef, i bulli, il bullismo, quelli che ben pensano (cit.), quelli che dicono. non sono razzista ma …, quelli che dicono: non ce l’ho contro i gay ma …, quando sei sdraiato sul divano e vorresti cambiare canale ma il telecomando è lontano, gli zeri degli iban, la sabbia nelle vongole, quando non trovi le cose dove le avevi lasciatele (che rincoglionito), chi sta sempre a lamentarsi, le liste lunghe, le liste delle cose che danno fastidio.
Non finisce qui ....