• Sassari, la Torres, svegliarsi all’IsolaRrossa, fare colazione al bar, il tramonto di Marinedda, la festa della birra trinitaiese, il "Che", il Genoa, la partitella di basket, l’alcool, gli amici, le tette enormi, la libertà, la birra, la fotografia, la musica, dipingere, correre, la gnocca, viaggiare, le sbornie, la pornografia, Diego Armando Maradona, i Led Zeppelin, lo stomaco attorcigliato e il cuore che batte per qualcuna (stronza), fottersene, George Best, vivere una crisi, i CCCP, mandare tutti a fare in culo, giocare a subbuteo, leggere, odiare, i p*mpini, il cibo, Dublino, il mare, le amiche del mare, lE d****e, il calcio, le donne, Fabrizio De Andrè, fare un giro con la vespa, l’amore, il venerdì sera, il cecio del giorno dopo, i libri, i Pink Floyd, gli assilli, le occhiaie sul viso, il comunismo, essere di sinistra, le scimmie, gli Afterhours, alcuni films, la lista delle persone che mi stanno sul cazzo, la pasta al forno di nonna, Janis Joplin, le scritte sui muri, il culo di una ragazza che ho visto l’altro giorno per strada, i campari soda, la musica sassarese, ascoltare un vinile, mincionare, la figa, una bella scopata, gli spaghetti n°5 Barilla aglio olio e peperoncino, le cazzate dette al bancone dei bar, il panino gorgonzola e mortadella a metà mattina, la colazione dei campioni, raccontare storie, i panini di Renato, la sculacciata a pecorina, il poker, festeggiare almeno un mondiale, impennare, andare in libreria, i tatuaggi, pisciare in mezzo alla natura, i vecchi oggetti, stare da solo, i polizieschi italiani anni '70, cucinare per gli amici, farsi un giro in bicicletta, la liquirizia, il signor G. Mina, giocare a carte, Andy Capp, i calamari fritti, la mattonella di melanzane della L, Capitan Harlock, Enrico Berlinguer, qualche serie tv, essere un Impiccababbu, l'nduja. il Duca Bianco, Charles Baudelaire, coltivare qualcosa, Snoopy, bestemmiare, i Joy Division, il gin tonic, Heminguay, il Picoolo Bar, i films con gli squali, Tina Modotti, i pistacchi, le botte al Fight Club, Charles Bukowski, la poesia, la pennicchella ………. To be continued

domenica 2 marzo 2025

Vivere insieme, morire da soli

Porco Dio!!! Che cazzo di notte di merda ho appena passato. C’erano tutti gli ingredienti per una dolce nottata tra le braccia di Morfeo. Sono andato a letto bello stanco. Il silenzio era assoluto. Ho chiuso immediatamente gli occhi e … ZZZZ … ZZZZ … ZZZZ … ZZZZ …. E invece No!!! Cazzo!!! Madonna santa!!! Ho aperto gli occhi dopo un paio d’ore ed è iniziato l’incubo. Mi son rigirato mille volte, mi son scoperto, ricoperto, avevo caldo, avevo freddo, boh!!! Sono andato in cucina per bere, sono andato in bagno per cambiare l’acqua al pesce (si dice così). Niente di niente. L’unico pensiero era riprendere a dormire, ma ogni qual volta ci riuscivo dopo mezz’ora ero nuovamente sveglio. Punto e a capo. “Perso” nella notte, i pensieri roteavano veloci nella testa. Ragionamenti sconclusionati si alternavano a pensieri più concreti. Uno in particolare mi è passato per la testa, facendomi compagnia per parecchio, non chiedetemi il perché; nel mio cervello malato c’è di tutto. Domani (forse al risveglio), scriverò un post su “Lost”. Ma ora ho un cazzo di problema. Ho grossissime difficoltà nel concentrarmi, che neanche un paio di litri di caffè hanno aiutato. Digitare questa poche righe è stato un vero miracolo, per cui prima di scriveer un post su me stesso zombie in “The Walking Death”, vado a buttarmi sul divano. To be continued ………..

Eccomi qua, a distanza di un giorno. Dopo una pigra giornata sul divano, un paio di films su Netflix e una dormita di ben 6 ore filate, posso riprendere da dove avevo lasciato (minchia quante stronzate ho scritto ieri). Di cosa dovevo parlare? A si, di “Lost”. Come dicevo ieri, non so il reale motivo che mi ha frullato in testa per realizzare questo post. Forse perché la prima volta che lo vidi questo blog non esisteva (e volevo da sempre parlarne), ma più probabilmente perché da poco sono tornato sull’isola e a distanza di vent’anni dalla prima volta, ancora non ho capito un cazzo del finale. Ahahahahah!!! C’è poco da ridere, 6 stagioni e 121 episodi visti per ben due volte, ancora mi lasciano perplesso. Come la prima volta ero sul volo 815 della Oceanic Airlines, come la prima volta l’impatto è stato devastante e mi sono venuti i brividi. Come la prima volta ho amato alcuni personaggi e odiato altri e come la prima volta mi sono chiesto che cosa avrei fatto io al loro posto. Anche questa seconda visione è riuscita a segnare il mio immaginario in profondità (molte cose non le ricordavo), un fantastico viaggio tra avventura, mistero e filosofia. Lasciandomi anche questo giro mille interrogativi e domande. Tipo: Che cos’è il mostro? Dove si trova l’isola? Perché Locke è guarito dalla paralisi? Perché Richard non invecchia? Perché Walt è speciale? Perché poi sparisce dalla serie? E perché appare a Sharon nell’episodio in cui muore? Che senso hanno i numeri? Perché Libby regala la barca a Desmond per il giro del mondo e poi finisce alla clinica psicologica? I flash di Dasmond sono reali? Chi è Jacob? Perché le donne gravide muoino sull’isola? Perchè il mostro non attacca Mr. Eko? Perché? Perché? Cosa? Come cazzo ha fatto? Ecc… ecc… Che casino. Ma soprattutto sono perseguitato dal finale. Sono tutti morti? L’isola viene spostata, ma dove diavolo finisce? Booohhh!!! Tornare sull’isola è stata una necessità, è stato come rivedere il primo amore (seriale) mai dimenticato. Un universo parallelo da amare indipendentemente da tutto. Perché, nonostante, nel corso degli anni mi sia appassionato a numerose serie tv, devo ammettere che c’è un prima e un dopo “Lost”.

venerdì 21 febbraio 2025

Relax (don't do it)

Relax: sostantivo dal verbo imglese (to relax), dal latino (relaxare)
Stato umano naturale, non alterato da tensioni psicofisiche. Rilassamento fisico e/o mentale. Riposo, distensione, svago.
Canzone del gruppo inglese “Frankie goes to Hollywood” pubblicata come singolo d’esordio nel 1983.
 
Due settimane o giù di li. Non di più. Da qualche anno ho smesso di passare gran parte dell’estate nel mio “buen ritiro” all’Isola Rossa. Va così, il posto è cambiato e sono cambiato io. Non sopporto più la sabbia, il sole, la salsadine ma sopra ogni cosa la gente. I turisti cafoni, maleducati e incivili. Le grida, gli schiamazzi, i bambini, gli scivoli d’acqua, il morboso cementificare, i baretti sulla spiaggia diventati ristoranti, gli spaghetti con le vongole a 20£ (prezzo minimo), ecc… ecc… Ormai l’Isola Rossa è diventata una relazione tossica. Una di quelle cose che sai che ti fa star male ma continui imperterrito a prendere, perchè non ne puoi più fare a meno. Ma porca troia amo quel posto. Sono legatissimo e vorrei, una volta morto, che le mie ceneri vengano sparse proprio li. Amo i tramonti a Marinedda quando la spiaggia si svuota. Adoro andare in paese per far colazione e poi passare in pescheria. Mi piace bere un gin tonic dopo cena al “bar del porto”. Adoro le amicizie e le birrette bevute insieme. Amo non accendere mai la tv e il silenzio la sera (sempre meno). Mi piace fare “schifo” (ahahahah Valaaaaa) e leggere un libro in santa pace. Come sempre, come quest’estate. Dai parliamone. Ho letto il romanzo d’esordio, del 2019, di Alan Parks, autore scozzese, che ha dedicato a Glasgow e all’ispettore Mc Coy una serie di romanzi noir per ogni mese dell’anno (siamo arrivati a giugno). “Gennaio di Sangue” è il primo. Un classico poliziesco che si legge molto volentieri, specialmente nelle piacevoli serate estive, quando il caldo molla la sua presa e un rivolo di brezza fresca regala attimi di sollievo. Non come a Glasgow dove a gennaio c’è un freddo da cagarsi. Bisogna bere (tanto) e drogarsi quanto basta. Lo fanno quasi tutti i personaggi di questo thriller ambientato, appunto, in una città grigia, nebbiosa e fredda. Protagonista silenziosa delle malefatte umane, in cui sangue e depravazioni fanno da sfondo all’indagine investigativa di Harry Mc Coy e del novellino Wattie. La vicenda, che si svolge nell’arco di un mese (gennaio 1973), ha tutti gli ingredienti classici di un buon poliziesco; violenza, percosse, corruzione, taccuini per appunti, disobbedienze agli ordini, congiure, potere e abuso di potere, edifici fatiscenti, decadenza, miseria, ecc… ecc… Vorrei dirvi di più ma toglierei tutto il gusto tipico di questo genere di lettura (non si spoilera), comunque l’assassino è il maggiordomo col candelabro nello studio (ahahahahah). Mi è piaciuto? Beh, direi proprio di si. Questo primo lavoro di Parks mi ha convinto. E’ stato un bel viaggio e un ottimo compagno nelle sere estive a Paduledda. Sono pronto per “Il figlio di Febbraio”, “L’ultima canzone di Bobby March”,I morti di Aprile” e cosi via. Glasgow arrivo!!!

venerdì 14 febbraio 2025

Palestina

Uno dei primi post scritti quando ho deciso di riprendere con questo blog, raccontava di un mio progetto artistico e della creazione di diverse tele a tema, dal titolo “Eyes”. Di queste 12 tele ho parlato molto in generale, soffermandomi poco su l’aspetto singolo di ogni lavoro. Tuttavia ne esiste una, per cui vale la pena, affrontare un discorso più specifico. Sto parlando dell’ultima realizzata, la dodicesima. Titolo: “Palestina” (canzone dei CCCP del 1982). I colori usati sono il rosso, il verde, il bianco e il nero, e ovviamente si tratta di un occhio stilizzato, così come tutti gli altri, ma guardandolo ricorda la sezione di un’anguria. Perché? Quale mistero si cela dietro i colori della bandiera Palestinese e l’anguria. Le cause sono grafiche, storiche e ovviamente politiche. Tutto ebbe inizio dopo la guerra del 1967 (quella dei 6 giorni). Durante quei giorni i nazisti israeliani, oltre che occupare illegalmente molti territori (Gerusalemme est, la cis-Giordania e la striscia di Gaza) proebirono l’esposizione della bandiera dello stato palestinese. Qualsiasi fosse il contesto o la situazione era vietato esporre quella bandiera. L’utilizzo dell’anguria in sua sostituzione è un atto che esiste da decenni come forma di resistenza e rappresentazione. L’anguria è diventata un simbolo di speranza, di sostegno, di protesta e resistenza. Oggi l’anguria è diventato un simbolo per tutti coloro che vogliono diffondere consapevolezza e verità. Una semplice fetta d’anguria può aiutare a mantenere vivo un movimento, un popolo e una resistenza. E anche se i palestinesti non hanno uno stato riconosciuto (qui potrei aprire mille discorsi, ma scadrei nell’antisemitismo), sono una nazione con la loro bandiera che afferma la loro esistenza. SEMPRE PALESTINA LIBERA.

"Palestina" tempera acrilica su tela 50x50 cm

mercoledì 5 febbraio 2025

Fastidio (impaginato bene)

Fastidio: s.m. fa/sti/dio (dal latino fastidium)

Sensazione permanente d'insofferenza. Disturbo fisico in senso generico. Senso di molestia per cosa che dispiace o mal si sopporta. Dare f. Recare f. Avere f. Noia, disturbo, seccature, crucio, assillo, dispiacere, preoccupazione, sofferenza. Tutto ciò che crea questi stati d'animo.

Il vino rosè, la birra doppio malto al whiskey, quando ti accorgi troppo tardi che la carta igienica è finita, quando ti devi lavare le mani e non c’è acqua, la pubblicità prima dei video, i cookies, matteo salvini, la lega, giorgia meloni, fratelli d’italia, le menzogne, i vegani, il festival di sanremo, carlo conti, amadeus, israele, la politica israeliana, i sionisti, il vittimismo, i programmi mediaset, la stampa di destra: italo bocchino (secolo d’italia) alessandro sallusti (il giornale) francesco borgonovo (la veritò) mario sechi (libero) ecc… ecc… (non posso elencarli tutti, ma sono tanti), gli audio di instagram, instagram, gli inviti ai compleanni, gli inviti ai matrimoni, gli inviti ai battesimi, gli inviti, i pranzi di famiglia, le persone iperattive, le spine nel pesce, le spine nel fianco, i tuttologi, gli esperti, il sole negli occhi, i fascisti, il fascismo, gli addio al celibato, i sughi pronti, il vino in cartone, i vini costosi, gli esperti di vino, gli esperti, le telefonate spam, le briciole, la sabbia nel costume, il fango sulle scarpe, i tempi di cottura, i legumi in barattolo, la birra belga, chi dice che la birra belga è buona, chi parla dei ristoranti dove ha mangiato, le notifiche, le monete in tasca, le verdure in terra nei mercati, la frutta marcia, gli insetti, le vespe in assoluto, bruno vespa, gli influencer, chi segue gli influencer, chi mette i like agli influencer, don matteo, le fiction rai, il canone rai che serve per produrre fiction di merda, la neve, i post romantici, l’accento cagliaritano, cagliari, i gatti, i gatti che ti saltano addosso, le feste di capodanno, l’incoerenza, i film troppo lunghi, i tagli nelle mani, le buche nelle strade, la cervicale, i fuochi d’artificio, i petardi, il mal di denti, le cose tra i denti, i denti sensibili, il cuneo fiscale, i rompicoglioni, la gente che mi chiede che faccio, le novità, le salviette dei bar, i bar che si credono ristoranti, la gente che ripete le cose, la gente che ripete le cose, la gente che ripete le cose, la gente che ripete le cose (avete capito), le valige, le gomme che non cancellano, le penne che non scrivono, ignazio la russa e maurizio gasparri, sentire la loro voce, il pavimento appiccicoso, qualsiasi oggetto che appiccica, il gelato che sgocciola sulle mani, le cerniere bloccate, le moto smarmittate, i chopper, i video lunghi, il carnevale, chi adora il carnevale, chi si veste a maschera dopo i 12 anni, la fisioterapia, le premiazioni, non trovare l’inizio dello scotch, il pranzo di pasqua, la pasquetta, lavare le stoviglie a mano, chi lascia il cibo nel piatto, le ghirlande di fiori finti, il fumo, chi fuma, le cose che si rompono, gli estremisti come me, i faziosi, albano, iva zanicchi, maria de filippi, i tronisti, il gioco delle scatole su rai uno, quando suona un allarme, i messaggi vocali lunghi, mettere le cose nel bagagliaio, togliere le cose dal bagagliaio, lo spid, i tutorial, le file, aspettare qualcuno, le visite mediche, gli uffici pubblici, i disservizi, chi scrive usando al K al posto dela C e del Ch (che cazzo si scrive così), la pubblicità che si apre di continuo sul telefono mentre leggo qualcosa, la musica trap, i trapper, il dissing, fedez, toni effe neanche lo prendo in considerazione, i razzisti dell’illinois (cit.), le alghe nel mare, le meduse, le religioni, le chiese, i preti, i credenti, i consigli, le lampadine fulminate, cambiare le lampadine fulminate, i moralisti, i profumi per ambiente, i centri commerciali, l’estate, l’umidità, gli “speciali” di mentana, quando indossi le cose al contrario, i carrelli con una ruota malfunzionante, i bambini protagonisti, i genitori che non ammettono che loro figlio ha scassato la minchia a tutti i presenti, i genitori succubi dei figli, gli studi sociologici e i dati statistici, il cloro, il clero, le principesse disney, i dolori muscolari, le criptovalute, perdere tempo, l’ucraina, quel piagnone di zelens’kyi, la lazio, i laziali, claudio lotito, le casse automatiche, le cassiere che parlano, i palloni sgonfi, la birra calda, la lista delle cose da fare prima di morire, il bidone dell’umido, gli addobbi natalizi, il natale, il ciccione vestito di rosso, il cenone, il prurito, il prurito dove non arrivi per poterti grattare, le zanzare, le punture di zanzara, le ultime parole famose, le citazioni sbagliate, le cuffiette che cadono di continuo dalle orecchie (forse non so metterle io), le incomprensioni, le bugie, i quadri storti, le sedie in mezzo ai coglioni, le cose che cadono e devi raccoglierle, il dentifricio che cade dallo spazzolino, le pubblicità con elio e le storie tese, elio e le storie tese, chi fa il giovane a 70 anni, la gente che si tagga nei propri post, massimo giletti, massimo giletti che parla solo per insinuare qualcosa, i ruffiani, i delatori, la musica che non mi piace, le spiegazioni inutili, aspettare, i potenti, i prepotenti, le sveglie, i baci non dati, le chiavate in sospeso, le serate che era meglio non uscire, le sere che era meglio uscire, le persone che vanno via, l’entusiasmo, il sudore quando non devi sudare, le manifestazioni d’affetto, le pubblicità del formaggio con i topi protagonisti (schifo oltre che fastidio), i fruttolo, le tavolette del cesso che si muovono, la carta igienica messa al contrario, i cessi intasati nei locali, le coperte corte, i plaid, i percorsi sensoriali, le stanze sgabuzzino, le falsità, chi dice: no alle donne oggetto, però si a onlyfans perché è libertà, quando si rompe la lavastoviglie, quando si inceppa la lavatrice, le cose che si rompono, le domande del cazzo, le domande, l’inclusività, le categorie protette, le quote rosa, i colori sofisticati tipo “tortora che fugge”, i colori pastello, i sequel, i prequel, le interviste di fabio fazio, fabio fazio, alfonso signorini, la fatica sprecata, doversi presentare, l’arte moderna nei palazzi antichi, i film in bianco e nero nel 2025, il reggaeton, elettra lamborghini che non fa mai vedere le tette, i commenti, le risposte ai commenti, i maghi, l’ansia, le frasi filosofiche sotto le foto da maiala, il calcio moderno, i soldi che girano nel calcio moderno, la nuova champions league, gli algoritmi, i cuscini alti, la gente che ha fretta, la gente lenta, le fiaccolate, la moto quando non parte, i pranzi organizzati, chi rompe il cazzo, chi vuole sempre insegnarti qualcosa, i trends, rincorrere qualcuno, chi lavora per comprarsi la macchina per andare al lavoro, la pioggia il sabato mattina, quelli che fanno i simpatici senza essere simpatici, gli stupidi, le foto delle vacanze, quando qualcuno vuol farti vedere per forza una foto, la pasta risottata, gli sprechi alimentari, lo spreco di soldi della ricerca aereospaziale, alessandro borghese, tutti i programmi di alessandro borghese, alessandro borghese che gesticola, alessandro borghese che parla, alessandro borghese che gesticola e parla contemporaneamente, le persone che finiscono le storie iniziate da un altro (su suggerimento), mara venier, enzo miccio, quel pedante di roberto vecchioni, la polvere, sbattere il mignolo contro qualcosa, il mal di testa da gelato, tagliarsi le unghie dei piedi, la gente che mastica con la bocca aperta, l’alito pesante, rovesciarsi qualcosa addosso, i vicini di casa, quelli che non mollano mai lo smartphone, chi apre le cose male, i tiktoker napoletani, la gente che piange a masterchef, i bulli, il bullismo, quelli che ben pensano (cit.), quelli che dicono. non sono razzista ma …, quelli che dicono: non ce l’ho contro i gay ma …, quando sei sdraiato sul divano e vorresti cambiare canale ma il telecomando è lontano, gli zeri degli iban, la sabbia nelle vongole, quando non trovi le cose dove le avevi lasciatele (che rincoglionito), chi sta sempre a lamentarsi, le liste lunghe, le liste delle cose che danno fastidio.
Non finisce qui ....

giovedì 30 gennaio 2025

Fedele alla Linea

Non mi importa proprio un bel cazzo di come verrà ricordato questo 2024 appena finito. Non conta che abbia compiuto 50 anni. Non conta o conta veramente poco quello che è accaduto nel mondo. Continuo a vivere ugualmente e nonostante, tutto o quasi ormai mi disgusti, ma state tranquilli non affronterò l’argomento, nè tantomeno parlerò del mio caustico negativismo. Ci sarà sempre tempo per le mie sentenze o i miei giudizi. Qualcosa già mi frulla in testa. Perché ricorderò questo 2024? Esistono svariati motivi: i mostriciattoli che crescono, le belle serate con gli amici, buoni libri, i tramonti, il mare, la pittura, i gin tonic, ripartire con la corsa, ecc… ecc… ma tutto quest’anno, da poco finito, è tenuto insieme da un filo particolare. Una colonna sonora unica e familiare, una musica dirompente e radicata. Un “Punk Rock filo Sovietico Emiliano”. Se il mio 2024 avesse un titolo, sarebbe sicuramente: “CCCP – Fedeli alla Linea”.
Sabato 9 febbraio, Reggio Emilia.  Non c’è freddo e manca il sole. La pianura padana è sonnolenta, silenziosa e ovattata. La “noia normale” si interrompe improvvisamente quando passiamo in macchina davanti ai Chiostri San Pietro a Reggio Emilia. Baaamm!!! Arriva la botta di adrenalina. Da mesi si parlava di questa tappa e finalmente ci siamo. Sono qui, proprio dove volevo essere. “Felicitazioni”. Veniamo accolti, al Checkpoint Charlie, dai colpi di mitragliatrice di “Juri”. Si inizia. Man mano che mi addentro, rimango affascinato. Non è la solita mostra per inguaribili nostalgici di una gioventù ormai passata, è arte contemporanea. Una creazione che avvolge, coinvolge e stimola. Non la semplice celebrazione per i 40 anni (1984-2024) della band, è qualcosa di più. E’ un esperienza trasversale e invasiva. Un epico percorso creativo, stimolato da luci, filmati, manifesti, dischi e musica. Ci sono come ovvio anche i memorabila del caso, ma riescono a integrarsi nel discorso generale come semplici testimoni della storia della band. Com’è ovvio e come è sempre stato, l’obiettivo è aspettarsi “un emozione sempre più indefinibile”. Abbandoniamo l’Emilia verso l’ora del tramonto, emozionati e stupefatti, con quell’aria malinconica che gli addii lasciano. Senza sapere quello che ancora ci aspetta, ci sono ancora tanti km da fare e abbiamo un aereo da prendere.
Gioved’ 18 luglio, Sassari. Ieri ho compiuto 50 anni. Non ho festeggiato. Semplicemente non ne avevo voglia e non sentivo questo traguardo cosi importante da rompere i coglioni alle persone, (soprattutto col caldo estivo). Quando invitano me a un compleanno di solito bestemmio, “Porco dioooooo noooo, ma che cazzoooo, che rompicoglioni”. Per cui niente festa, niente auguri, ma il regalo, quello si. Qualcosa di personale e unico, solo per me. Da tempo mi ronza in testa. E’ arrivato il momento giusto. E’ arrivato il momento di sanguinare un po’. Un tatuaggio è quello che ci vuole. “Ortodossia”. Una parola che rappresenta ormai il mio modo di essere e di confrontarmi col mondo. Una parola spesso fraintesa e legata unicamente alla religiosità. Ma per gli atei convinti come me, etimologicamente significa correttezza, rettitudine e opinione. Sono ortodosso perché negli anni ho costruito un mio codice di comportamento, una  sorta di dottrina filosofica-morale che cerco di rispettare sempre (anche se,una volta ho sgarrato di brutto) per non arrecare danni agli altri e vivere sereno con me stesso. E poi “compagni, cittadini, fratelli, partigiani” che leggete queste righe, sapete benissimo che Ortodossia è il primo singolo pubblicato dai CCCP nel 1984. La prima pietra lanciata. Il primo atto di resistenza e protesta, la linea di demarcazione di un universo culturale diverso e unico, che ha cambiato per sempre la mia visione e il mio approccio alle cose della vita.“… non sono come tu mi vuoi …” Marchiato per sempre.
Sabato 3 agosto, Alghero“ …. ciò che deve accedere accade …” E venne il giorno (direi io). Difficile da spiegare quello che ho provato quando c’è stato l’annuncio degli annunci. Ferretti, Zamboni, Fatur e la bellissima Annarella, tornano su un palco. Finalmenteeeee!!! La cellula si risveglia. E poi l’attesa. L’inizio del concerto, le prime note di Depressione Caspica e gli “occhi infossati, lucidi. Noie col respiro. Mi si accellera il fiato. Eppure sono vivo …” L’atmosfera è quella che colpisce, un unico rito collettivo Punk per chi ricorda e ancora sogna in maniera differente. Giovanni Lindo canta la sua liturgia postmoderna, scandita dal suono disturbato della chitarra di Zamboni, dalle performance dell’artista del popolo italiano Danilo Fatur, e dalla benemerita soubrette Annarella  Giudici. Sono loro i protagonisti di un’epoca dove si suonava per dire qualcosa, per necessità e per risvegliare le coscienze. Il concerto è un viaggio nel tempo, le canzoni sono un viaggio nel tempo, sono il richiamo a un’identità culturale assonata ma attuale.  Chi l’avrebbe mai detto, dopo tanti anni, e quel primo difficile ascolto, che avrei cantato ancora le loro canzoni. Quel lampo di luce oltre il muro nato un’estate di 40 anni fa a Berlino è ancora vivo. Ogni parola, ogni suono. vibrano nell’aria carichi di sofferenza. Io, la folla, tutti lo cantiano come un canto d’amore. Ho gli occhi lucidi, la pelle d’oca e tremo. “In fedeltà la linea c’è …….”

lunedì 20 gennaio 2025

Fast & Furious

 “Vivo la mia vita a un quarto di miglia alla volta, non m’importa di nient’altro …… per quei 10 secondi sono libero.” Dominic Toretto/Vin Diesel ”Fast and Furious – 2001”
 

Ho iniziato questo post con l’idea di parlarivi di Crhistopher Nolan, e dei suoi film geniali, anche se i Batman mmmhhh!!!, non saprei.  Mi stavo ficcando in un ginepraio. Un post troppo radical chic e celebrativo su film impegnati, sulla bravura del regista, sulle sceneggiature da oscar, ecc… ecc…. Un lavoro da critico cinematografico che va ben oltre le mie competenze di cinefilo da divano. Quindi di Nolan continuerò a parlarne solo con Porquè ubriachi al bancone del Piccolo. Comunque mentre scrivevo del “genio” di Nolan, cancellando e riscrivendo, rileggendo e cancellando; a un certo punto c’è finito in mezzo “Fsst & Furious” e la sua intera saga. Tac!!! Non ho più pensato ad altro. Ecco lo “spleen”, l’illuminazione. Ho nuovamente cancellato tutto quello che avevo scritto e ….. Che ne dite? Meglio? Direi proprio di si. Auto truccate e belle donne, ora mi sento a mio agio. Era il 2001. Pensavo che i miei 27 anni fossero già tanti. C’era ancora il FestivalBar, la Torres giocava in C1 (tanto per cambiare), ascoltavo come sempre i CCCP, i cellulari della Nokia spopolavano e si andava in videoteca per noleggiare un blockbuster abbastanza recente. Altri tempi, non so se meglio o peggio, direi diversi. Comunque proprio in quell’anno nasceva, un pò in sordina, la saga di “Fast & Furious”. Non andai di certo al cinema per vedere la prima pellicola, non andai neanche per la seconda e cosi via. Ho guardato tutti i film sdraiato comodamente sul divano. La prima volta è stata, una di quelle visioni che affronti svogliato un sabato sera, con l’hangover del venerdi, per arrivare all’ora della nanna senza usare troppo il cervello. Devo dire che fu veramente una sorpresa, un brusco risveglio, perché detto tra noi i tamarri, le auto truccate, le risse, gli inseguimenti con esplosioni piacciono a tutti i maschietti. Da allora sono passati più di vent’anni, dieci film che con lo spinoff arrivano a undici. Una storia, una famiglia e la celebrazione del mondo cool delle corse clandestine. Chi almeno una volta nella vita non ha sognato  un’avventura a bordo di una Dogde Charger del 1970? I film nel corso di queste due decadi si sono evoluti, un ventennio in cui la famiglia disfunzionale e allargata di Dominic Toretto è passata da sparatorie e inseguimenti ad avere una coscienza sociale, anti capitalistica e green (ma forse l’avevano già nei primi episodi). Dei moderni Robin Hood, poco interessati al proprio tornaconto e determinati nell’ostacolare malvagie organizzazioni governative e/o criminali: ovviamente senza mai smettere di truccare esageratamente motori al ritmo di musica Rap, “un quarto di miglia alla volta”, tra fratellanza, rispetto e libertà. Non esistono vie di mezzo, questi films piacciono tantissimo o no. Io sono tra quelli che li adorano, quelli a cui non piacciono o non li hanno ancora visti o si vergognano nel dirlo; perché fa più figo spaccarsi i coglioni per 3 ore con un film di Truffaut che guardare botte da orbi stile trash!!!

martedì 14 gennaio 2025

Qualcuno è Impiccababbu perchè .....

Qualcuno è Impiccababbu perché il 12 giugno 2012 era imbriaggu al Piccolo bar.
Qualcuno è Impiccababbu perché quel 12 giugno ha risposto al telefono.
Qualcuno è Impiccababbu perché l’ha portato un amico.
Qualcuno è Impiccababbu perché no? Ci sto!!!
Qualcuno è Impiccababbu perché sa giocare a basket.
Qualcuno è Impiccababbu perché non sa giocare a basket.
Qualcuno è Impiccababbu perché prima partita e poi birretta, o viceversa.
Qualcuno è Impiccababbu perché ama il basket.
Qualcuno è Impiccababbu perché sa che il basket è un altro sport.
Qualcuno è Impiccababbu perché è una brava persona.
Qualcuno è Impiccababbu perché non è una brava persona.
Qualcuno è Impiccababbu perché in campo è sempre nervoso.
Qualcuno è Impiccababbu perché è antipatico.
Qualcuno è Impiccababbu perché gli piace essere un “Under Dog”.
Qualcuno è Impiccababbu perché gode nell’essere sempre in emergenza.
Qualcuno è Impiccababbu perché ci si deve sempre arrangiare.
Qualcuno è Impiccababbu perché vuole andare a giocare a Ozieri solo per mangiare la pizza ai frutti di mare da Suppio.
Qualcuno è Impiccababbu perché i terzi tempi degli avversari? anche no.
Qualcuno è Impiccababbu perché gli piace “scuzzulare” gli algheresi.
Qualcuno è Impiccababbu perché Gabetti merda.
Qualcuno è Impiccababbu perché allenamento? Oooohhhh!!!
Qualcuno è Impiccababbu perché pomeriggissimo? Ssssiii!!!
Qualcuno è Impiccababbu perché gli piace “Ul Temutissimo”.
Qualcuno è Impiccababbu perché  la Uisp non gli è mai piaciuta.
Qualcuno è Impiccababbu perché Jordan merda alè, Jordan merda alè, Jordan merda alè.
Qualcuno è Impiccababbu perché “The Last Dance”.
Qualcuno è Impiccababbu perché la divisa verde sul campo da gioco è troppo bella.

Qualcuno è Impiccababbu perchè simpatici gli Olblex, ma vuoi mettere.
Qualcuno è Impiccababbu perchè è sopravvissuto allo sformato di zucca.
Qualcuno è Impiccababbu perchè "tanquillo Peppì è solo insaccata".

To be continued…